RUNNIN’ WITH THE DEVIL

Pubblicato il 11/04/2022 da

Alla fine degli anni ’70, l’irruzione di una nuova band come i Van Halen segnò un’autentica svolta nella scena hard rock, specialmente per la presenza di un chitarrista geniale e innovativo come Edward Van Halen. Questo libro narra l’ascesa e la prima caduta della band dal punto di vista di colui che li guidò in quel periodo, ovvero Noel Monk, prima loro tour manager e poi loro manager a tutti gli effetti dal 1978 al 1985.

Il libro, scritto da Joe Layden, raccoglie il racconto e le memorie di Noel Monk, entrato in contatto con l’ancora semi-sconosciuta band in occasione del loro primo tour. Monk era stato scelto dalla Warner Bros. come tour manager per le doti dimostrate al seguito di una band non proprio facile come i Sex Pistols. I giovani Van Halen non erano certamente dei ragazzi molto tranquilli, ma l’affiatamento creatosi tra loro in occasione di quel tour spinse la band ben presto a chiedere a Monk di diventare il loro manager. Ne seguiranno anni molto impegnativi, con la band praticamente sempre in tour tra un album e l’altro, con frequenti dissidi sia a livello personale che per le prime divergenze musicali che cominciavano ad affiorare. Monk rivendica in modo particolare alcuni risultati importanti da lui conseguiti, come un contratto con la Warner Bros. di gran lunga migliore rispetto al primo firmato dalla band (che, di fatto, aveva fatto arricchire solo l’etichetta) e il lancio del loro merchandising, una fonte di guadagno con cifre da capogiro. L’ex manager racconta però anche un’infinità di aneddoti sul gruppo – alcuni talvolta quasi ai limiti dell’incredibile – svelando retroscena inimmaginabili e che difficilmente sarebbero altrimenti mai trapelati. Peraltro, spesso l’autore si concentra più che sulla musica (sulla quale non manca, comunque, di esprimere anche il suo punto di vista) proprio sui quattro musicisti a livello personale, avendoli potuti conoscere molto bene, delineando così un profilo dei loro caratteri ben preciso e ben definito. Con il crescente successo, cambiano anche una serie di equilibri: il mite Michael Anthony viene sempre più preso di mira da David Lee Roth e messo ai margini; le divergenze tra lo stesso ‘Diamond’ Dave e i due fratelli Van Halen, perfettamente in sintonia quando si trovavano insieme ad esibirsi, fuori dal palco diventeranno con il tempo sempre maggiori, creando un netto solco tra i loro rapporti personali al punto che, di lì a poco, porteranno alla fuoriuscita anche del cantante (poco dopo il cambio di manager); soprattutto però, le loro personalità finiranno per essere devastate dalle droghe (specialmente Eddie) e dall’alcol (in particolare Alex), con conseguenze molto pesanti sotto diversi profili.

Monk evidenzia come tutti questi elementi abbiano causato profonde fratture in seno al gruppo californiano, che in realtà aveva in sè tutti gli elementi per diventare la più grande rock band al mondo (e, probabilmente, per un periodo, lo è anche stata). Il libro dunque squarcia totalmente un velo rispetto ad un mondo in cui era trapelato finora probabilmente poco rispetto alla realtà delle cose e l’autore lo fa in maniera totalmente aperta, senza peli sulla lingua, togliendosi anche più di un sassolino dalla scarpa, rivendicando i suoi meriti e le qualità della band, ma denunciandone al tempo stesso anche i limiti e le più intime fragilità. Davvero interessante, a tratti perfino illuminante per conoscere meglio e a fondo i Van Halen di quegli anni.

  • Autore: Noel E. Monk con Joe Layden
  • Anno: 2022
  • Pubblicato da: Il Castello
  • Pagine: 354
  • Prezzo: 22
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