12/03/2009 - 36 CRAZYFISTS + POISON THE WELL + GWEN STACY @ Electric Ballroom - Londra (Gran Bretagna)

Pubblicato il 21/03/2009 da
A cura di Luca Pessina
 
Tutto esaurito per i 36 Crazyfists… band considerata “di seconda fascia” in gran parte d’Europa, ma da tempo un piccolo fenomeno in terra d’Albione, dove sia gli album pubblicati su Roadrunner che il recente “The Tide And Its Takers” (pubblicato dalla Ferret) hanno venduto molto bene e fatto breccia nei cuori di tantissimi fan del metal più melodico e orecchiabile. Ora sarebbe forse eccessivo mettere i quattro ragazzi dell’Alaska sullo stesso piano di gente come Killswitch Engage o Bring Me The Horizon, ma le oltre mille persone accorse a seguire il gruppo in quel di Londra non sono esattamente bruscolini… persino i più accaniti frequentatori di concerti della capitale sono rimasti sorpresi da un tale riscontro. E pazienza se, a conti fatti, la band non si è dimostrata una vera e propria maestra del palco: i fan sono letteralmente impazziti e i 36 Crazyfists sono usciti dall’Electric Ballroom con una fama ancora più consolidata.

GWEN STACY

Ad aprire la serata ci hanno pensato i Gwen Stacy, quartetto americano (e cristiano) dedito a un metal-core melodico che non ci facciamo troppi problemi a definire “da supermercato”. Davvero dozzinale la proposta della band, che in mezz’ora scarsa di show non è riuscita a smuovere nemmeno i fan più giovani e “alla moda” accorsi all’Electric Ballroom: pezzi scontatissimi, pieni di breakdown inutili e cantati in maniera approssimativa sia dal frontman che dal bassista, il quale aveva il compito di riprodurre le clean vocals. Già di per sè bruttini e sovrappeso, sono persino riusciti ad attirarsi le antipatie della frangia femminile della folla quando, verso fine show, hanno iniziato a inneggiare a sproposito al cosiddetto nostro messia. Una performance da dimenticare.

POISON THE WELL

Per fortuna che ci hanno pensato i Poison The Well ad alzare il livello della serata, grazie al loro solito concerto intenso e professionale. Davanti a un pubblico che probabilmente li conosceva solo per sentito dire (anche se tra le prime file c’erano parecchi fedelissimi), il quintetto floridiano non si è perso in discorsi e pause troppo lunghe, lasciando che fosse la propria musica a parlare. Estraendo due brani da ogni sua pubblicazione e presentando in anteprima anche un paio di canzoni che compariranno nel nuovo full-length di prossima uscita, i Poison The Well hanno dato vita a uno show vario e dinamico, che ha messo in mostra tutte le sfaccettature del loro sound, dai toni metallici del mitico “The Opposite Of December” a quelli più rock di “You Come Before You” e “Versions”, passando per quelli groovy di “Tear From The Red”. Ottima come sempre la presenza scenica dei musicisti, mentre purtroppo non si può dire che il frontman abbia fatto una grandissima figura questa sera: un po’ appesantito, Jeffrey Moreira non ha particolarmente brillato nei passaggi in voce pulita, lasciando spesso al pubblico il compito di terminare le strofe. Un peccato, ma l’impatto complessivo della band è comunque riuscito a compensare le sue mancanze. Per concludere, giusto spendere qualche parole sulle nuove composizioni ascoltate: da quel che si è riusciti a cogliere, pare che la nuova opera dei Poison The Well a livello stilistico non si discosterà troppo dagli ultimi lavori, ma qua e là si sono sentiti dei passaggi più heavy e corposi che forse potrebbero riuscire a incuriosire i fan degli esordi. Staremo a vedere… la pubblicazione è al momento fissata per giugno.

36 CRAZYFISTS

Inutile girarci attorno, il 90% del pubblico accorso stasera era qui per i 36 Crazyfists e lo si è visto non appena la band ha dato fuoco alle polveri. Prime file letteralmente impazzite, gente che saltava da una parte all’altra della sala, accenni di wall of death… se si aggiunge il fatto che pareva che chiunque nel locale conoscesse a memoria ogni singola strofa del repertorio dei nostri, avrete un quadro abbastanza completo di quale accoglienza abbia ricevuto il quartetto. Da sottolineare poi come il gruppo, ad eccezione del capace frontman Brock Lindow, non sembri neanche così esperto on stage: il bassista Buzzard e il chitarrista Steve Holt, ad esempio, destano l’attenzione soprattutto perchè con capelli e barbe lunghe sembrano essere usciti dai Lamb Of God, perchè, in realtà, quando si tratta di tenere il palco fanno davvero il minimo indispensabile. Non siamo insomma di fronte a degli “animali da palco”. I 36 Crazyfists hanno sostanzialmente il pregio di essere dei buoni strumentisti, che dal vivo ripropongono con fedeltà il loro materiale, il quale si presta benissimo a coinvolgere i fan in cori e balli. Insomma, in uno show di questo tipo, il protagonista principale non è il gruppo, bensì il pubblico, che viene chiamato a cantare a ogni ritornello e che spesso e volentieri – vedi pezzi come “The All Night Lights” o “Slit Wrist Theory” – arriva quasi a coprire l’operato delle chitarre e di Lindow. Non una serata epocale, dunque, ma sia band che fan si sono certamente divertiti.

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