A cura di William Crippa
Fotografie di Federico Rucco
Concerto immancabile al Live Music Club di Trezzo sull’Adda stasera: sono di scena infatti gli Accept, vere leggende dell’heavy metal classico, in tour per presentare il nuovo grandissimo lavoro, “Blind Rage”, album da ritenere tra i migliori dell’anno per molti fan. Al loro fianco gli sconosciuti Damnations Day, direttamente dall’Australia e con solamente un album all’attivo. Al nostro arrivo al locale, ci troviamo di fronte ad un Live davvero pieno, per quella che si prospetta una gran bella serata. Ma vediamo nel dettaglio come sono andate le cose.
DAMNATIONS DAY
Ad aprire gli show per questo tour sono gli australiani Damnations Day, qui stasera per proporre i brani del loro debut album “Invisible, The Dead”, uscito ormai nel lontano 2012, unico lavoro ad oggi per il four-piece. Lo US power della band guidata dal cantante e chitarrista Mark Kennedy è piacevole e vario, é ben suonato e si rifà a band storiche del genere quali Helstar, Vicious Rumors e Metal Church, e facilmente riesce a fare presa sui numerosissimi presenti. Un set che avvince e diverte, complici i suoni ottimi, arricchito dall’involontaria comicità del frontman, forzatamente sconsolato ogni volta che cerca di comunicare con il pubblico in un improbabile inglese dal fortissimo accento australiano. Un’esibizione che scorre veloce e ben apprezzata dalla platea.
ACCEPT
Ore 21.30 precise, di fronte ad un Live completamente pieno, puntuali come da tradizione tedesca, ecco gli Accept irrompere sulle assi della venue sulle note della nuova “Stampede”, opener di “Blind Rage”. Violente e marziali “Stalingrad” ed “Hellfire”, dall’album precedente, e “200 Years”, per un quartetto di brani dal nuovo corso che immediatamente certifica anche alle orecchie dei più nostalgici che questi sul palco sono gli Accept, ed Udo Dirkschneider ormai è un lontano ricordo. Wolf Hoffmann è costantemente in prima fila di fronte ai fan, autentico co-frontman assieme a Mark Tornillo, vocalmente perfetto stasera; anche Peter Baltes non perde occasione per imporsi alla luce della ribalta, in aperto contrasto con Herman Frank, perennemente nelle retrovie, più impegnato a suonare che ad intrattenere i fan; Stefan Schwarzmann è solido e picchia davvero duro dalla pedana della batteria. “Losers And Winners” e “London Leatherboys”, dal classicissimo “Balls To The Wall”, fanno esplodere il pubblico in un vero boato di approvazione, e così fa “Starlight”, direttamente dal 1981. I fan sono in visibilio e si lasciano trasportare dalla violenza del muro sonoro creato dalle chitarre di Hoffmann e Frank. Si torna quindi al presente, con “Dying Breed” e “Final Journey”, prima dell’anthemica “Shadow Soldiers”; e di nuovo “Blind Rage” per “From The Ashes We Rise”. L’espressione divertita e felice di Wolf rappresenta perfettamente come lo show stia andando, con il numerosissimo pubblico che asseconda ogni minima azione del chitarrista. Mark è statico e poco propenso all’intrattenimento, ma questa sera è dannatamente in forma ed ogni parola che canta colpisce duro. “Restless And Wild” è ripresa a squarciagola da tutti i presenti e così “Ahead Of The Pack”, prima dell’accoppiata di soli da parte di Peter Baltes e Wolf Hoffmann, soli che introducono “No Shelter”. “Princess Of The Dawn” riporta al passato, prima di “Dark Side Of My Heart” e “Pandemic”; si abbassano le luci e parte l’intro di “Fast As A Shark”, per il boato di gioia da parte dei fan. È arrivata la pausa e la band si ripresenta sul palco per l’encore con la classicissima ed amatissima “Metal Heart”, apprezzatissima dai presenti. “Teutonic Terror”, vero inno del corso attuale degli Accept, introduce al brano di chiusura, che non può essere che “Balls To The Wall”, cantata in coro da tutti gli astanti, dopo la quale ce ne andiamo a casa. Suoni perfetti stasera, per una band solida che ha dato poco spettacolo ma tanta concretezza musicale. Peccato per l’estromissione di molti brani storici, “Breaker” ed “I’m A Rebel” su tutti, ma è evidente che tra gli obiettivi degli Accept per questo tour c’era quello di affermare l’attuale formazione come quella ufficiale della band. Comunque il pubblico si è divertito e si è goduto un gran concerto, e questo è l’importante.