26/01/2011 - ACCEPT + STEELWING @ Magazzini Generali - Milano

Pubblicato il 31/01/2011 da

Introduzione e report a cura di Fabio Galli
Foto a cura di Francesco Castaldo

 

Dopo essere tornati sulle scene lo scorso anno con l’ottimo “Blood Of The Nations” i tedeschi Accept tornano sul suolo italico dopo aver chiuso (definitivamente?) il capitolo reunion con UDO ormai datato 2005: c’era grande attesa intorno alla calata in Italia del combo teutonico, autore di capolavori storici come “Restless and Wild” e “Balls to the Wall” e tornata sulle scene lo scorso anno con il semi-sconosciuto Mark Tornillo alla voce. Impossibile trovare un punto di unione tra fans di vecchia data che considerano inaccettabile la mancanza di UDO nella band e coloro che hanno trovato in Mark Tornillo un degno erede dello storico frontman della band di Solingen: probabilmente, come stesso accade, non è possibile trarre un bilancio definitivo anche se coloro che hanno potuto presenziare Giovedì sera allo show di Milano potranno soltanto convenire sulla bravura di Mark e sullo stato di salute della formazione. Fa piacere inoltre constatare una buona presenza di genitori con figli, elemento che ha suscitato un po’ di stupore tra qualche presente oltre che al sincero divertimento di Wolf e Peter che si sono più volte precipitati a regalare plettri ai giovanissimi ospiti. Arrivati con largo anticipo alla venue, complice anche il riuscito Meet&Greet con la band, abbiamo avuto la possibilità di goderci anche lo show degli apripista Steelwing, formazione svedese che contrariamente alla giovane età si è dimostrata all’altezza del ruolo che gli è stato affidato.

STEELWING

Giovani, anzi, giovanissimi. Gli svedesi Steelwing salgono sul palco dei Magazzini Generali con una convinzione e carica che lascia pochi dubbi e pur con un solo album all’attivo (il convincente “Lord of the Wasteland”) non ci mettono poi molto a scaldare la già buona quantità di fan presenti sotto il palco in attesa dell’arrivo degli headliner. Come era logico prevedere, la musica degli Steelwing pesca a piene mani dai fortunati anni ‘80 con intrecci chitarristici e basso saltellante chiaramente riconducibili alla NWOBHM: decisamente superiore alle aspettative la prestazione sul palco della formazione, abile nel destreggiarsi tra continui cambi di posizione e classici movimenti in sincrono, chiaramente studiati e poco spontanei, ma che fanno sempre la loro porca figura in sede live. Tra sorrisi dispensati a tutti i presenti, salti ed headbanging furioso, gli Steelwing non hanno lesinato energie nei quaranta minuti a loro disposizione anche se – dobbiamo essere sinceri – musicalmente i riferimenti ai padri del genere ci sono apparsi fin troppo evidenti: inutile cercare di trovare un elemento di spicco nella formazione, chiaramente formata da amici e dotata di una coesione attribuibile a band ben più rodate. Cafonaggine elevata al cubo quando, in occasione della conclusiva “Roadkill (…Or Be Killed)”, vengono accesi alcuni lampeggianti da “lavori in corso” accompagnati da una quasi scontata sirena di sottofondo: il pubblico sembra ovviamente gradire ed i numerosi applausi strappati a tutti i presenti la dicono lunga sulla bontà dello show degli Steelwing. Bravi!

 

ACCEPT

Mentre gli Steelwing aiutati da qualche roadie liberano il palco dalla propria strumentazione, constatiamo con piacere che poco prima dell’arrivo degli headliner sono in molti ad essersi presentati ai Magazzini Generali, segno che l’heavy classico è ben lontano dal risultare morto. Dopo un cambio di palco tutto sommato veloce, alle 21.10 Wolf e soci salgono on stage e, come era logico prevedere, nel giro di pochi secondi si scatena il putiferio quando i crucchi attaccano con “Teutonic Terror”: sembra scontato ma è proprio il caso di dire che per certi artisti il tempo sembra proprio non passare mai. Personaggi come Wolf “The Mask” Hoffman e Peter Baltes sono una garanzia assoluta dal vivo, complice un’ottima setlist che pesca a piene mani dal passato con qualche – ovvia – incursione nell’ultimo “Blood Of The Nations”. Dopo qualche brano di rodaggio Mark Tornillo si esprime al meglio delle proprie potenzialità risultando a suo agio sia nei brani più recenti che nei vecchi classici: impossibile restare impassibili davanti ad hit senza tempo come “Restless and Wild”, “London Leatherboys” o l’immancabile “Metal Heart”, dove tutto il pubblico si rende protagonista nei cori arrangiati in occasione della parte solista di “Für Elise”. Nulli i momenti di pausa, il fuoco degli Accept è serrato e una dopo l’altra vengono snocciolate come pallottole tutte le hit della formazione con evidente compiacimento di tutti i presenti: giusto il tempo di qualche intermezzo strumentale dove le ovazioni del pubblico vengono riversate sui singoli Wolf, Peter e Stefan. Impossibile tenere a bada la testa sui ritmi martellanti di “Loosers & Winners” ed “Aiming High”, mentre il lato più emotivo ed intimista della formazione viene a galla con la lunga e progressiva “Princess of the Dawn”: richiamati a gran voce sul palco sulle note di “Heidiheido” arriva il tempo degli addii con le immancabili “Fast as a Shark” e “Balls to the Wall”, manifesto indiscusso della formazione tedesca. Lontani da atteggiamenti da star, Wolf, Peter e Mark si sono intrattenuti con i presenti per le classiche foto ed autografi di rito: cosa chiedere di più? Se dopo il concerto della reunion nel 2005 vi siete fatti scappare anche questa occasione per vedere gli Accept, cercate in qualsiasi modo di non perdervi la prossima calata italica della formazione teutonica: metal a 24 carati.

 

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