18/05/2010 - AC/DC + LE VIBRAZIONI + MAURIZIO SOLIERI BAND @ Stadio Friuli - Udine

Pubblicato il 25/05/2010 da

Report a cura di Andrea Raffaldini 

Le due date dello scorso anno a Milano, i cui biglietti sono stati spazzati via alla velocità della luce, hanno lasciato a bocca asciutta tantissimi fan degli Ac/Dc. Per questo la notizia del loro ritorno allo Stadio Friuli di Udine ha innescato una ricerca affannata per avere la possibilità di (ri)vedere Angus Young e compagnia in quello che forse potrebbe essere l’ultimo tour degli australiani (da diverso tempo Brian Johnson non nasconde la sua voglia di congedarsi). La città friulana viene invasa da 47000 fan provenienti da tutta Italia e dall’estero, pronti a scatenarsi con il rock degli Ac/Dc.

 

MAURIZIO SOLIERI

Tocca a Maurizio Solieri, storico chitarrista di Vasco Rossi, dare inizio allo spettacolo. Il rocker propone brani estratti dal suo disco solista, strumentali e cantati. Ad accompagnarlo alle tastiere troviamo l’ex Vision Divine Michele Luppi, che non manca di supportare con la sua voce le note del chitarrista. Sempre Luppi intona una “Lo Show”, cover di Vasco cantata in “modalità Kiske”, che purtroppo non riesce a replicare l’intensità della versione originale. Nonostante suoni non sempre all’altezza, specialmente per i seduti in tribuna, Solieri viene supportato ed applaudito da gran parte dei presenti.

 

LE VIBRAZIONI

Di tutt’altro stampo è l’accoglienza riservata a Le Vibrazioni. Già dall’annuncio delle band di supporto, i forum di internet sono stati riempiti da commenti dubbiosi sulla presenza della band autrice di “Giulia” perché non ritenuta adatta nel contesto dello show. Appena Le Vibrazioni fanno il loro ingresso sul palco, partono fischi, lancio di oggetti, insulti e cori che, come ormai siamo abituati, confermano l’intolleranza della vecchia frangia metallara nei confronti di formazioni giudicate commerciali e lontane dallo spirito rock sanguigno. Nonostante la band suoni in modo professionale i brani più duri del suo repertorio, i fischi non calano e serve solo la comparsata dell’onnipresente Pino Scotto a calmare i presenti. La cover di “Rock’n’Roll” dei Led Zeppelin pare risollevare le sorti di un concerto iniziato nel peggiore dei modi ma, appena Pino abbandona lo stage, il disappunto dei fan riprende più forte che mai. Il gruppo, visibilmente scontento, abbandona il palco ed il batterista sfascia il suo strumento per dare sfogo alla tensione accumulata.

 

AC/DC

L’attesa è spasmodica, quando le luci si spengono ed il filmato introduttivo viene proiettato sul megaschermo, le 47000 persone presenti scoppiano in un boato. Il treno di metallo fa irruzione sul palco e gli Ac/Dc attaccano sulle note di “Rock’n’Roll Train”. E’ il tripudio, Angus sprizza un carisma assolutamente unico, si muove come un forsennato mentre suona la sua Gibson Diavoletto. Brian Johnson appare in splendida forma, così come la sua voce, che ormai da trent’anni è il marchio di fabbrica della band. Con “Back In Black” lo stadio si trasforma in un inferno per supportare la title track di un disco che ha fatto la storia del Rock. Malcolm Young e Cliff Williams, seppur fermi al loro posto, appaiono grintosi nel costruire un muro sonoro su cui Angus dipinge i suoi assoli. Brani recenti e vecchi classici si intersecano per un concerto che ha dell’incredibile, gli Ac/Dc sono una delle pochissime band che rappresentano il rock sotto ogni aspetto, musicale, carismatico, di attitudine, presenza ed energia. La triade “Dirty Deeds Done Dirt Cheap”, “Shot Down In Flames” e “Thunderstruck” viene accolta in modo frenetico, i cori della folla oceanica si trasformano in un’unica grande voce che fa venire la pelle d’oca. Durante l’esecuzione di “The Jack”, il buon Angus si lancia in un grottesco spogliarello, a cinquant’anni suonati il chitarrista mostra sempre un fisico asciutto, anche se la capigliatura lo sta pian piano abbandonando. Anche Brian Jonhson, con i suoi sessant’anni superati da un pezzo, sembra un ventenne, in particolare quando dalla passerella davanti al palco si lancia in una corsa a rotta di collo che permette al cantante di spiccare un balzo ed aggrapparsi alla corda della mitica campana di “Hell’s Bells” (su cui ovviamente inizia il brano). Il momento più intenso dello show, almeno per chi scrive, si presenta quando gli australiani attaccano il riff di “You Shook Me All Night Long”, probabilmente la canzone più conosciuta in assoluto da grandi e piccini, da rocker ed ascoltatori occasionali. Vedere quarantesettemila mani alzarsi ad un solo cenno di Johnson mette davvero la pelle d’oca: questo è il potere della musica, l’adrenalina che solo i grandi sanno trasmettere. Con “T.N.T.” il cantante comincia a dare segni di cedimento, ma nulla di grave! Con “Whole Lotta Rosie” e “Let There Be Rock” si congedano gli Ac/Dc, che abbandonano il palco sostenuti da un unico immenso applauso proveniente da migliaia di fan in estasi. Passano pochi minuti ed è tempo dei bis, affidati ad “Highway To Hell” (altro momento di grande interazione fra band e audience) e “For Those About To Rock”. Angus cammina da solo sulla passerella, la piattaforma lo alza verso il cielo e, illuminato da tutte le luci dello stadio, intona un lungo assolo che crea il delirio assoluto. Questa volta è davvero la fine, dei fuochi artificiali salutano le persone che pian piano iniziano a defluire dallo stadio in cerca di una birra dissetante o di una maglietta ricordo. L’esaltazione e le varie discussioni sul concerto di questa sera continueranno per tutta la notte. Sebbene il peso degli anni si faccia sentire, gli Ac/Dc ad oggi rimangono senza rivali, la loro musica è immortale. Se il rock è ancora vivo lo dobbiamo soprattutto a band come quella dei fratelli Young, che da oltre trent’anni infiammano i palchi di tutto il mondo.

Scaletta:

Rock n’Roll Train
Hell Ain’t A Bad Place To Be
Back In Black
Big Jack
Dirty Deeds Done Dirt Cheap
Shot Down In Flames
Thunderstruck
Black Ice
The Jack
Hells Bells
Shoot To Thrill
War Machine
High Voltage
You Shook Me All Night Long
T.N.T.
Whole Lotta Rosie
Let There Be Rock

Bis:
Highway To Hell
For Those About To Rock (We Salute You)

 

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