THE ANSWER
AC/DC
La tensione è palpabile e non bastano le “Ola” da stadio e i cori “Angus, Angus!!!” a stemperarla. Pare infatti un’eternità, ma è passata solo una mezz’oretta da quando i The Answer hanno terminato il loro set fino al momento in cui si spengono le luci e il “rock n’ roll dream” finalmente ha inizio. Il boato del pubblico è assordante e la platea e gli spalti si illuminano delle migliaia di corna luminose andate a ruba prima del concerto. Sui tre megaschermi appare il solito spassosissimo video a cartone animato che fa da intro al concerto, questa volta con un treno, o meglio il “Rock n’Roll Train”, che irrompe in città a tutto vapore. Ovviamente la band dà fuoco alle polveri con la stessa spettacolare “Rock n’Roll Train”, ormai stranoto singolo dell’ultimo album “Black Ice”, con i fuochi pirotecnici che illuminano il bellissimo palco e una grande locomotiva che sbuca dietro alla batteria. Altissimo il volume sulle tribune a destra del palco dove ci siamo piazzati, e molto in risalto soprattutto la chitarra di Angus. Da subito si respira la consueta aria di festa che da più di trent’anni accompagna ogni show degli AC/DC, ed è sempre emozionante vedere generazioni distanti tre decadi una di fianco all’altra in piedi a cantare i mitici pezzi di una band che ha segnato indelebilmente la storia della musica. E se di storia si vuole parlare, la successive “Hell Ain’t Bad Place To Be” e “Back In Black” meriterebbero un monumento in centro città, vista l’immortale magia che ancora sono in grado di sprigionare. Inutile sottolineare con quanto entusiasmo venga accolto soprattutto il secondo di questi due brani da un pubblico in estasi. La band, mediamente più vicina alla sessantina che alla cinquantina, porta i segni dell’età, con Cliff Williams ormai bianco di capelli, Malcolm Young visibilmente segnato dalle rughe, Brian Johnson con la sua pancetta e Angus Young che ha solo qualche rimasuglio della sua una volta folta chioma. Quello che conta è però la musica, e da questo punto di vista i cinque musicisti sono sempre gli stessi, con Angus indiavolato che non sta fermo un secondo saltellando a destra e sinistra con il suo passo dell’oca e un grintosissimo Brian che con la sua simpaticissima attitudine non risparmia nemmeno una nota di quello che la sua voce provata dai sessantadue anni suonati ancora riesce a dare. “Big Jack”, cantata alla grande dalla maggior parte dei presenti, è la prova tangibile di quanto sia stato apprezzato l’ultimo lavoro, evidentemente un successo non solo in termini di vendite. Seguono a ruota “Dirty Deeds Done Dirt Cheap”, dove Brian raggiunge la piattaforma a centro platea per la gioia di tutti i fan vicini, a cui non manca di dare un cinque, e “Shot Down In Flames”. Appena Angus accenna “Thunderstruck” è il delirio. Tutti in platea cantano, saltano e ballano e persino in tribuna le urla delle migliaia di fan accorsi a tratti sovrastano Brian e compagni. Da pelle d’oca. “Black Ice”, decisamente meno efficace delle altre nuovissime canzoni proposte, smorza la tensione, ma lo show decolla nuovamente con la successiva “The Jack”, con tanto di spogliarello da parte di Angus. Dall’alto del palco scende una grande campana e i rintocchi che riecheggiano nella sala tra gli applausi sono l’ovvio preludio a “Hells Bells”, subito doppiata da “Shoot To Thrill” e dalle nuove “War Machine” e “Anything Goes”, sulla quale Brian ha qualche problema con l’auricolare e, visibilmente stizzito, fa continuamente segno ai tecnici di alzare il volume in spia. Una brevissima pausa a fine pezzo e si riprende sulle note dell’attesissima “You Shock Me All Night Long”. Ci si avvia verso le ultime battute e la manciata di brani in coda alla setlist è da brivido. “T.N.T.”, “Whole Lotta Rosie”, con tanto di mega bambola gonfiabile a fondo palco, e l’adrenalinica “Let There Be Rock”, con annesso spettacolo di Angus che si lancia nel suo lunghissimo solo dimenandosi come un ragazzino sulla piattaforma piazzata in mezzo al pubblico. Le luci si spengono e poco dopo il mitico chitarrista rientra da una botola a centro palco tra le ovazioni e attacca “Highway To Hell”. Il gran finale è, come di consueto, affidato a “For Those About To Rock”, con li rombo dei sei cannoni che chiude due ore di memorabile concerto di una band senza tempo che ancora è in grado di far emozionare e divertire milioni di fan in tutto il mondo. E dopodomani si replica…
SETLIST:
1. Rock N’ Roll Train
2. Hell Ain’t A Bad Place To Be
3. Back In Black
4. Big Jack
5. Dirty Deeds Done Dirt Cheap
6. Shot Down in Flames
7. Thunderstruck
8. Black Ice
9. The Jack
10. Hells Bells
11. Shoot To Thrill
12. War Machine
13. Anything Goes
14. You Shook Me All Night Long
15. T.N.T.
16. Whole Lotta Rosie
17. Let There Be Rock
18. Highway To Hell
19. For Those About To Rock (We Salute You)