AEROSMITH + ALTER BRIDGE + EXTREME + WALKING PAPERS + THE TREATMENT
25/06/2014 – Arena Fiera Milano – Rho (MI)
Running order:
Apertura porte: 13.00
16.40 – 17.00 – THE TREATMENT
17.30 – 18.00 – WALKING PAPERS
18.30 – 19.15 – EXTREME
19.45 – 20.45 – ALTER BRIDGE
21.30 – fine – AEROSMITH
Introduzione
L’evento hard-rock dell’anno del territorio nord-italico, sebbene non proprio centrato in pieno sui contenuti solitamente trattati dal nostro portale, non poteva mancare di attrarre la nostra attenzione; per cui eccoci qui, ancora una volta all’Arena Fiera Milano di Rho, per reportarvi in diretta tutto il grande spettacolo odierno, che vedrà il gran finale affidato alle icone del rock duro per eccellenza, assieme agli AC/DC, ovvero gli Aerosmith di Steven Tyler e Joe Perry. A loro supporto, un bill di buona consistenza, a partire dagli Extreme e dai più moderni Alter Bridge, in grado di richiamare qualche frotta di fan più giovane; ai primi due gruppi, Walking Papers e The Treatment, il non facilissimo compito di aprire le danze e allietare la lunga attesa di un pubblico che sembra già notevole a qualche minuto dalla partenza del concerto.
Nonostante il diluvio di ieri sera nel milanese, doppiato dalle piogge abbondantissime di stamattina, il clima pare essersi assestato su un nuvoloso/fresco con sprazzi di Sole, quindi si prospetta una piacevole giornata all’insegna della birra e del rock ‘n’ roll, possibilmente sfrenato.
Nel ricordarvi che oggi Metalitalia.com inaugura il proprio nuovissimo stand gonfiabile (non è una roba porno, comunque), vi invitiamo a venire a trovarci sotto il cavalcavia all’interno del parcheggio, a fianco degli amici di Metal Maniac.
Buon divertimento e seguiteci!
(Marco Gallarati e, ai suggerimenti, Alessandra Sacco)
Personale Metalitalia.com stand: Alessandro Corno, David Scatigna, Marco Gallarati, Matteo Cereda, William Crippa, Luca Corbetta
Foto: Francesco Castaldo
Attrezzatura informatica: powered by Getac
THE TREATMENT – 16.40 – 17.00
Provenienza: Cambridge, Inghilterra
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L’apertura dell’evento, come di consueto, è affidata ad un gruppo giovane ed emergente che presenta uno stile in linea con i gusti dei presenti. Quindi ci riferiamo ad un hard rock classico, venato da sfumature punkeggianti ed ispirato ai mostri sacri degli anni ’80. Riff taglienti ed energici, ritmiche sostenute e ritornelli orecchiabili contornati da contrappunti corali rappresentano il trade-mark dei The Treatment, provenienti da Cambridge, Regno Unito. La manciata di brani proposti, solo cinque visti gli scarsi venti minuti a disposizione, hanno ricalcato gli stilemi descritti, coinvolgendo la platea già discretamente numerosa e svolgendo il ruolo assegnatole in maniera sufficientemente discreta. La pecca principale riscontrata nel quintetto britannico è risultata essere la scarsa personalità, evidenziata da un songwriting povero di idee personali e spesso richiamante sonorità altrui, ad esempio quelle di Skid Row e White Lion. Sprazzi di forte Sole si alternano ad annuvolamenti passeggeri, speriamo il tempo regga; intanto attendiamo l’entrata in scena dei Walking Papers di Duff McKagan.
(Marco Gallarati e Matteo Cereda)
WALKING PAPERS – 17.30 – 18.00
Provenienza: Seattle, Stati Uniti
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Esperienza e carisma sono le armi utilizzate dai Walking Papers per far breccia sul pubblico. A differenza dei The Treatment, il gruppo americano, pur essendosi formato lo scorso anno ed aver dato alle stampe un solo disco, può contare su musicisti navigati tra cui spicca per popolarità il bassista Duff McKagan. Il sound prodotto dal quartetto poggia solide basi su un impianto blues-rock, con reminiscenze Seventies grazie alla presenza di un soffice tappeto di tastiere ad imperlare le varie tracce. Durante l’esecuzione della maggior parte dei brani è impossibile non muovere una qualsiasi parte del corpo e non lasciarsi prendere dalla ritmica, ma i Walking Papers dimostrano di saper fare di più di una manciata di pezzi ritmicamente intriganti, improvvisando jam session oppure lanciandosi nell’esecuzione di brani dilatati, visionari e vagamente noir. Il cantante-chitarrista Jeff Angell interpreta alla grande le tracce con una timbrica roca e perfettamente calzante alle radici blues di cui sopra; ma oltre ad una buona performance sul fronte tecnico, il vocalist denota anche una certa personalità allorquando si lancia nella folla durante l’esecuzione di una canzone. Crediamo che l’ambiente migliore per ascoltare un concerto dei Walking Papers sia un club di piccole dimensioni, le improvvisazioni e i rallentamenti inseriti durante lo show, ne siamo certi, avranno fatto storcere il naso a qualcuno; tuttavia la formazione ha dimostrato di essere all’altezza della situazione con buona personalità e una serie di episodi interessanti. Ora spazio agli Extreme, appena saliti sul palco!
(Matteo Cereda)
EXTREME – 18.30 – 19.15
Provenienza: Malden, Stati Uniti
Sito ufficiale
Ritorno sui palchi italiani per gli Extreme dopo una lunga pausa. La band di Malden, Massachussets, si presenta sullo stage carica ed energica sulle note di “Decadence Dance”, accolta da un boato del pubblico. Gary Cherone è inarrestabile e vaga per il palco saltellando e mostrandosi in gran forma, mentre più statici paiono Nuno Bettencourt e Pat Badger. In molti, tra gli astanti, non conoscono il repertorio della band, ma il quartetto riesce a farsi apprezzare per l’enorme dose di energia che sprigiona. Grande emozione, quando Nuno e Gary si portano a centro palco per l’esecuzione di “More Than Words”, anche se il cantante è il primo a stupirsi per il fatto che ben pochi tra il pubblico conoscono a memoria il testo della canzone; quando porge il microfono alla folla per farla cantare, infatti, è costretto a cantare lui stesso il più grande successo degli Extreme. “Hole Hearted” seguita da una short version di “Crazy Little Thing Called Love”, cover dei Queen, portano al finale sulle note di “Get The Funk Out”, molto apprezzata dall’audience. Ottima esibizione per gli Extreme, acclamati da tutto il pubblico e anche da Steven Tyler, che ha seguito l’esibizione da bordo palco.
(William Crippa)
ALTER BRIDGE – 19.45 – 20.45
Provenienza: Orlando, Stati Uniti
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Probabilmente stimolati dall’audience numerosa, gli Alter Bridge sfoderano una prestazione maiuscola: peccato per l’inizio col freno a mano tirato, ma la colpa non è certo da attribuire a Tremonti e compagni, quanto piuttosto alla pessima resa sonora che inficia non poco l’esecuzione dell’opener “Addicted To Pain”. Il set prosegue con “Come To Life”, apprezzatissima dal pubblico, e con “Before Tomorrow Comes”, accolta con un boato. “Cry Of Achilles” e “Ghost Of Days Gone By”, prima che Myles Kennedy prenda la parola: ‘Durante l’ultimo tour questo brano non lo abbiamo eseguito, ve lo dobbiamo!’, dando il via a “Fortress”, title track dell’ultimo album uscito lo scorso anno. E’ giunta l’ora di “Metalingus”, molto amata, accolta con un’ovazione dai presenti e durante la quale Kennedy si spinge fino al pubblico per cantare con i fan. Tremonti è davvero in forma stasera e così Marshall e Phillips. ‘Milan, it’s a fuckin’ honour to be here with you today. Believe it! This is “Blackbird”!’, annuncia Myles al microfono. “Isolation” e “Rise Today” chiudono un set davvero grandioso per il combo americano, apprezzato da tutti.
(William Crippa)
AEROSMITH – 21.30 – fine
Provenienza: Boston, Stati Uniti
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Giunge così l’ora degli headliner di serata, anche se gli Aerosmith se la prendono comoda e lo show inizia con ben mezzora di ritardo. Dopo un filmato introduttivo, la band irrompe in scena sulle note di “Mama Kin”, con Steven Tyler e Joe Perry al centro della pedana che si allunga dallo stage verso la platea. Perry torna sul palco ed è il turno di “Eat The Rich”, energica e ruvida, al termine della quale Steven Tyler simula un colpo di tosse aggiungendo ‘uno momento per favor’, prima di liberare il famoso rutto finale. Tocca a “Love In An Elevator”, con il pubblico che accompagna la band con il classico ‘oh, oh yeah!’, mentre Steven scherza con Brad Whitford, disturbandolo. “Cryin'” è grandiosa e l’Arena Fiera Milano è in visibilio, prima dell’esecuzione di “Living On The Edge”, che vede Tyler scherzare con i tecnici di scena indossando una bandana che, assieme al trucco pesante, lo fa apparire come un vecchio transessuale. “Ladies and gentlemen, this is Brad Whitford!” strilla il frontman, mentre parte “Last Child”, seguita dall’anthemica “Rag Doll”, con Joe Perry impegnato alla chitarra slide. E’ il turno di “Freedom Fighter”, che vede Joe impegnato alla voce; durante l’esecuzione scorre il testo sullo schermo alle spalle della band assieme ad immagini di Perry a spasso per piazza Duomo ed impegnato con i fan. “Same Old Song And Dance” e “Rats In The Cellar”, per un’accoppiata che lascia interdetti i fan dell’era più recente della band. E’ il turno di “I Don’t Want To Miss A Thing”, che libera un boato di emozione dal pubblico, alla quale succede “No More No More”, deliziosa. E’ il turno della cover dei The Beatles, “Come Together”, che vede un’enorme immagine del Duomo di Milano come sfondo. ‘Ready for, ready for, ready for’…”Dude (Looks Like A Lady)”; “Walk This Way” porta alla pausa, durante la quale un pianoforte viene portato sulla pedana. Il medley tra “Angel” e “Dream On” vede Tyler impegnato prima al piano e poi in piedi sopra di esso a cantare. “Sweet Emotion” è l’ultima emozione della serata, che termina in sbuffi di fumo dallo stage ed una pioggia di coriandoli. Gli Aerosmith si sono contraddistinti per una prova decisamente positiva, anche se a Steven Tyler qualche aiutino in playback sulle linee-guida e le armonizzazioni è stato ampliamente dato. Gran concerto, grandi emozioni per un pubblico numerosissimo che se ne va felice.
(William Crippa)
VOI