La performance all’ultimo Damnation Festival di Leeds ha aperto definitivamente le porte della Gran Bretagna agli Ahab, che oggi possono vantare un seguito decisamente nutrito da queste parti. Uno show al festival underground più importante del paese può fare compiere il cosiddetto salto di qualità ad una band e i tedeschi hanno senz’altro sfruttato l’occasione, tanto che a meno di un anno da quella serata i quattro sono stati invitati ad esibirsi nuovamente a Londra. E’ sabato sera e orde di rocker stanno invadendo la capitale per l’atteso concerto degli AC/DC presso lo stadio di Wembley. Dall’altra parte della città va invece in scena il cosiddetto evento dell’estate per tutti i doomster e le anime in pena presenti in città: Ahab, Esoteric e gli emergenti Darkher sono di scena presso il Boston Arms per una serata che promette valanghe di vibrazioni oscure…
DARKHER
I Darkher sono un progetto guidato da Jayn H. Wissenberg, cantante/compositrice dello Yorkshire che ha recentemente rilasciato un EP su Prophecy Productions. Una delle sue primissime esibizioni ha avuto luogo addirittura al Roadburn Festival e una vetrina tanto prestigiosa ha inevitabilmente portato sul gruppo una notevole mole di riflettori. I Darkher arrivano quindi a Londra come vero e proprio special guest, non recitando affatto la parte dei classici opener invitati giusto per intrattenere i primi avventori. La Wissenberg imbraccia anche la chitarra e questa sera è accompagnata da un secondo chitarrista e da un batterista. Il suono è soffuso, tetro, ma anche deciso a tratti, soprattutto quando la frontwoman si impone con vocalizzi più sofferti. Difficile descrivere nei dettagli la proposta, ma la scuola Prophecy è indubbia: le chitarre sono rarefatte, spesso suonate con l’arco anzichè con il plettro, le percussioni invece hanno un che di marziale, per un risultato che può quasi apparire come un incrocio tra Siouxsie and the Banshees, Les Discrets e Wardruna. Arduo staccare gli occhi dalla Wissenberg, che con capelli lunghissimi e un modo di tenere il palco tanto sobrio quanto penetrante letteralmente impiega secondi per irretire la già nutrita platea. La band resta sul palco appena mezzora, ma il suo set non può che essere definito appassionante e di gran classe. L’ideale prima della pesantezza delle altre band in programma.
ESOTERIC
Dagli Esoteric sappiamo invece cosa aspettarci: urla dilanianti, distorsioni enormi e ritmiche imponenti. Stasera abbiamo l’impressione che la lineup sia diversa dal solito (il tastierista è del tutto assente), ma poco importa, almeno finchè il leader Greg Chandler è al comando. Come sempre senza microfono fisso – il Nostro preferisce usare un radio microfono agganciato all’orecchio – il cantante/chitarrista domina la scena con la consapevolezza che oggi tanta gente è qui anche e soprattutto per la sua band. Grazie anche alla popolarità degli Ahab, gli Esoteric si esibiscono davanti ad una platea tra le più vaste della loro carriera nel Regno Unito: le prime file sono compattissime e da ogni lato il pubblico sembra seguire con grande interesse i deliri del gruppo. D’altronde, non importa che i ragazzi occupino un’ora con solo cinque composizioni: se c’è una platea in grado di capire e digerire il doom metal più estremo, questa è quella presente all’interno del Boston Arms stasera. Con pezzi come “A Torrent Of Ills” e “Cipher”, gli Esoteric sottomettono gli astanti con la loro straordinaria personalità: il funeral doom di rado è stato tanto deviato e dinamico. Chi ha familiarità col repertorio della band e con la sua presenza on stage, sa che un concerto degli Esoteric è tutto fuorchè minimale: il gruppo sa colpire e fare male in vari modi e non ha paura di accelerare o di spiazzare con inserti di melodia. La base del sound resta tuttavia tra le più acide in circolazione e i sessanta minuti del set alla fine si rivelano estenuanti per molti, tanto che il doom “nautico” degli headliner inizia quasi ad essere visto come una liberazione.
AHAB
Quando gli Ahab si erano esibiti a Londra anni fa, in occasione del Doom Over London, il loro concerto era stato minato pesantemente da alcuni seri problemi tecnici. Questa sera i quattro teutonici hanno però avuto modo di completare il sound check e di preparare l’esibizione in tutta calma, facendo ulteriormente valere l’esperienza accumulata in questi ultimi anni di concerti. Il cambio palco è breve e, giusto per provare a rimanere sulla stessa lunghezza d’onda dei micidiali Esoteric, i ragazzi attaccano con uno dei loro pezzi più pesanti: “The Divinity Of Oceans”, ormai celebre title track del secondo album. I suoni risultano subito perfetti e la folla reagisce con il più classico degli headbanging. Colpisce come sempre il contegno del frontman Daniel Droste, ragazzo posatissimo che pare quasi avere dei super poteri quando sfodera il suo profondo growl: chi mai potrebbe aspettarsi un urlo tanto cupo e viscerale da un ragazzo così mite? Ovviamente il cantante/chitarrista non ha bisogno di altro al di fuori della propria voce per conquistare il pubblico: davanti ad una simile proposta sarebbe ingenuo aspettarsi chissà quale presenza scenica. Gli Ahab propongono le loro composizioni con grande fedeltà e indubbiamente sono i primi a “sentire” la loro musica: il trasporto di Stephan Wandernoth e di Christian Hector è notevole, ma anche quello del batterista Cornelius Althammer, che spesse volte si alza in piedi per chiamare in causa il boato dei presenti. Tutto sommato, vista anche la componente melodica più accentuata, vi è più coinvolgimento in sala durante lo show degli Ahab: sulle parti in pulito, alcuni accennano dei cori, mentre su “The Hunt” l’ormai famoso verso “Whale ahead!” viene accompagnato da un centinaio di pugni al cielo. Nella scaletta trova infine posto anche la nuova “Like Read Foam”, canzone che viene presentata da Droste come una “speed metal song alla Ahab”! In effetti il brano è lievemente più ritmato e conciso degli altri, con una bella linea melodica che si staglia nella parte centrale. Difficile dire che il gruppo si stia trasformando, ma di certo questo è un episodio abbastanza lontano dai suoi standard abituali. Il nuovo album “The Boats of the Glen Carrig” è comunque in dirittura d’arrivo e presto tutte le curiosità dei fan verranno soddisfatte. Nel frattempo non possiamo fare altro che complimentarci con gli Ahab per l’ennesimo show riuscitissimo. In pochi nel mondo doom sanno emozionare come i ragazzi di Heidelberg.
Setlist:
The Divinity Of Oceans
Further South
Old Thunder
Nickerson’s Theme
Deliverance
Like Read Foam (The Storm)
The Hunt