Gli attuali dominatori dell’hard rock duro e crudo, i cloni degli AC/DC o i loro eredi se preferite, sono andati in scena in terra italica in un tour che, almeno per la data di Roma, ha radunato gente oltre il limite della capienza del locale. E’ stato l’Alpheus ad ospitare il concerto degli Airbourne, che sono già di supporto al loro nuovo album “No Guts No Glory” in uscita fra pochi giorni. C’era apprensione per le condizioni del cantante Joel O’Keeffe, affetto da problemi di laringite fino a qualche giorno prima del concerto, ma fortunatamente tutto è stato risolto e il pubblico romano ha potuto godere pienamente di uno show incendiario. Assente, senza spiegazione ufficiale, il gruppo di supporto designato, i rockers Taking Down, sostituiti all’ultimo momento da un gruppo romano, i Black Rainbows, autori di un buon intrattenimento nella mezz’ora che li ha visti protagonisti di fronte a una folla che raramente si raduna all’Alpheus. Un ringraziamento alla Live per l’organizzazione di questo fantastico show!
BLACK RAINBOWS
A sorpresa, e senza spiegazioni di sorta, non ci sono iTaking Down ad aprire lo show degli australiani Airbourne, e forse non è neancheun male. La band chiamata a sostituire all’ultimo momento il gruppospalla ufficiale, infatti, autrice di un rock melodico che poco c’entra con la propostadegli headliner, è un gruppo romano, i Black Rainbows, che portano alla ribalta uno stonerpesante e molto carico. I nostri, infatti, sul palco si rendono protagonisti di mezz’ora diconcerto in cui propongono pezzi dal loro nuovo album “Carmina Diabolo”. Ilterzetto è molto ben affiatato, i suoni sono potenti, e la gente pian piano siscalda. Sarà forse il fomento per ciò che avverrà più tardi, ma il pubblicodimostra di gradire tributando applausi dopo ogni pezzo dei romani. Su tuttericordiamo la granitica “Himalaya”, canzone per la quale è stato anche giratoun video e che si discosta dallo stoner per avvicinarsi in lunghi tratti aldoom vero e proprio. Niente male questi Black Rainbow, e che occasione perloro, quella di suonare di fronte a tutta questa gente!
AIRBOURNE
Eccitazione alle stelle. Fomento a livelli massimi. Tutti gasati all’inverosimile mentre O’Keeffe e compagni escono dal backstage per salire sul palco dell’Alpheus. Ovazione. Chitarre al cielo e via di spalle sulle note di "Stand Up For Rock And Roll". Quel minuto di arpeggio di chitarra sembra non finire mai, tale è la voglia di cominciare a saltare e a dimenarsi sull’hard rock dai suoni ruvidi degli Airbourne. Parte il pezzo ed è gazzarra. Il brano che apre il concerto e l’album "Runnin’ Wild" è devastante: suoni potenti, e voce roca al punto giusto, a squarciagola in barba ai concerti saltati in Spagna per una laringite. Neanche il tempo di rifiatare e arriva subito uno dei pezzi più rozzi e potenti del repertorio: "Hellfire". Tre riff di canzone, ma che potenza dal vivo! Giusto il tempo di salutare la folla accorsa numerosa all’Alpheus che subito si riparte immediatamente con "Fat City", seguita da uno dei nuovi pezzi estratti dall’imminente album. E’ "Get Busy Livin’", altra traccia trascinante e molto carica a deliziare i fan scatenati degli australiani. Momento del tributo alle donne: ecco arrivare "Diamond In The Rough", e si salta e si canta che è una bellezza. Dopo l’altro brano molto catchy, "What’s Eatin You", è tempo di nuova musica: "Born To Kill", opener del nuovo lavoro dei nostri, arriva in tutta la sua velocità, un pezzo trascinante e dal ritornello orecchiabile che viene immediatamente metabolizzato dalla folla. Dopo altri due classici, "Cheap Wine" e "Girls In Black", è tempo del nuovo singolo "No Way But The Hard Way", un inno al rock and roll, il brano che a livello di testo rappresenta gli Airbourne. Fanstastico. L’atmosfera è alle stelle, i nostri allungano i brani e gli arrangiamenti per tirarla sulle lunghe in quanto a durata, il repertorio è lì per finire (ma perché non suonare brani dall’EP "Ready To Rock" mai pubblicato in Europa?), giusto il tempo della doppietta formata da "Heartbreaker" e "Too Much, Too Young, Too Fast" che i nostri salutano. Parte ovviamente l’incitamento a suonare "Running’ Wild": i nostri tornano presto sul palco, ovazione alle stelle, gente carica pronta ad andare in guerra tale è la concitazione. Arriva così il brano tanto atteso con un preludio che dura anche più della versione studio, seguita da "Blackjack" che chiude alla grande il concerto. Che dire? Difficile immaginare di meglio. Gli Airbourne sono una band che è nata già grande, che al primo vero album calca già i palchi dei festival più importanti del mondo. Ma vederli in un piccolo locale, con gli amplificatori veramente al massimo, su un palco che è sembrato veramente piccolo per contenere la furia dei nostri, è stato veramente come trovare la strada: "No Way But The Hard Way, There’s The Way And It’s Rock And Roll!". Veramente nient’altro da aggiungere.
Scaletta: Stand Up For Rock And Roll Hellfire Fat City Get Busy Livin’ Diamond In the Rough What’s Eatin You Born To Kill Cheap Wine Girls In Black No Way But The Hard Way Heartbreaker Too Much, Too Young, Too Fast
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