Report a cura di William Crippa
Fotografie di Francesco Castaldo
Tornano in Italia gli Airbourne a supporto del nuovo “Breakin’ Outta Hell”, uscito il 23 settembre. Per chi vi scrive questo è il primo concerto live della band di Warnambool, Australia, ma i racconti degli amici fanno ben sperare in una serata clamorosa. A supporto della band, ecco i rocker inglesi Leogun, semisconosciuti autori di un solo album e due EP fino ad oggi, e rappresentanti di un sound decisamente lontano da quello degli headliner. Al nostro arrivo il locale è già molto affollato e si riempirà ancor più durante la serata, per un risultato di pubblico grandioso. Ma partiamo con il racconto di questa serata: gli Airbourne saranno davvero potenti come si racconta? E come verranno accolti i supporting act? Scopriamolo subito.
LEOGUN
Aprono la serata gli inglesi Leogun, trio con una spiccata attitudine rockblues anni ’70. Introdotti da “Need You Tonight” degli INXS, i londinesi irrompono con “Disconnected” di fronte ad un pubblico che non solo non conosce i pezzi del gruppo ma che decisamente, per attitudine, è anche lontano anni luce dallo stile proposto sul palco. Ma quando la musica è buona, è universalmente buona, si sa, ed il terzetto da subito viene ricompensato con grandi applausi. Brani piacevoli e ben composti, che richiamano spesso e volentieri i Led Zeppelin, e la gradevole voce di Tommy Smith che si eleva sopra la sezione ritmica composta da Matt Johnson e Michael Lloyd a basso e batteria fanno colpo sui presenti che tengono costantemente il tempo con le mani. Ben nove i brani presentati, per una performance che colpisce e convince, con la band che dopo l’ultimo brano, “End Of The World”, scende dalle assi del locale accompagnata da una autentica ovazione.
AIRBOURNE
Sul palco viene allestita una vera e propria parete di amplificatori per l’arrivo degli headliner di serata; giù le luci ed il tema di “Terminator 2” di Brad Fiedel, reso ancora più suggestivo da un efficace gioco di luci, accoglie gli Airbourne on stage sulle note di “Ready To Rock”. L’hard rock fortemente ispirato agli Ac/Dc degli australiani è letteralmente devastante: sostenuto da un volume molto elevato, fa letteralmente tremare il Live Music Club, ormai quasi al limite della sua capacità. Joel O’Keeffe è un animale autentico, adrenalinico, aggressivo e nervoso, che basta da solo a riempire la scena; corre, salta, ringhia, rilascia smorfie a volontà e si spacca lattine di birra sulla testa (prima di vederlo dal vivo chi vi scrive pensava fosse un effetto scenico, invece sono proprio vere lattine), il tutto ovviamente mentre suona alla grande. Meno visibili ma non meno importanti, David Roads, Justin Street e Ryan O’Keeffe supportano al meglio il proprio leader, sempre e comunque però tenendosi nelle zone meno visibili del palco per lasciare spazio al vero protagonista dell’esibizione. “Too Much, Too Young, Too Fast”, “Rivalry”, “No Way But The Hard Way”, una canzone vale l’altra, tanto è alto e costante il livello di adrenalina: un concerto degli Airbourne ti fa sentire come dopo aver bevuto due litri di caffè forte, spaccheresti il mondo, è una bomba che ti esplode tra le mani, un party rock senza regole. Il pubblico, dal canto suo, estremamente diversificato per età ed estrazione, dal ragazzino al rocker datato, dal padre di famiglia alla coppietta apparentemente tranquilla, non si fa pregare e gode di ogni singola nota e di ogni singola pazzia che avviene sullo stage, dimenandosi e saltando mentre canta ogni parola dei testi e gioisce vistosamente. C’è anche lo spazio per fare gli auguri ad un felice fan che compie gli anni all’interno dello show ed alla dedica a Lemmy per “It’s All For Rock N’ Roll”, ed ovviamente non manca neppure il giro tra il pubblico di Joel sulle spalle di un roadie. Solamente dodici i brani in scaletta, con “Live It Up”, introdotta da una sirena antiaerea suonata sul palco dal cantante e “Running Wild”, potentissima, a chiudere, ma settantacinque minuti di questa energia spesso valgono più di un normale concerto molto più lungo, ed il pubblico se ne va soddisfatto dopo una valanga di potenza sonora ed adrenalina a gò-gò.