Report a cura di Roberto Guerra
Fotografie di Matteo Musazzi
Ci siamo così divertiti nelle due occasioni estive in cui abbiamo avuto modo di vedere gli Airbourne in giro per i festival che, puntualmente, abbiamo sentito il bisogno impellente di fare il tris al momento del loro unico passaggio in territorio italiano previsto per il tour attuale, dedicato in buona parte al nuovo album “Boneshaker”, uscito sul mercato appena qualche giorno fa. La location selezionata è l’Alcatraz di Milano, in questo caso attrezzato con l’impostazione che vede il palco posto sul lato destro del locale. Di supporto troviamo gli statunitensi Supersuckers, per una serata che sicuramente non mancherà di intrattenere chiunque abbia voluto dedicare questo fresco martedì sera di fine ottobre a un po’ di sano rock’n roll; anche se, diciamocelo, ci sarà anche spazio per ben più di una critica in questa specifica occasione. Buona lettura!
SUPERSUCKERS
Un’impostazione apparentemente di stampo ‘motorheadiano’, seppur decisamente meno energica, quella di questa band statunitense, attiva invero da un quantitativo impressionante di anni, ma rimasta sempre un po’ sepolta all’interno dell’underground. La proposta è, come prevedibile, un classico ‘rocckaccio’ dalle sfumature blues che strizza più di un occhio a determinate atmosfere goliardiche tipiche del genere, a base di cappelli da cowboy e accordoni di chitarra che risuonano fieri. Anche se pare che l’impatto musicale dei Supersuckers sia destinato a non riuscire a colpire nel segno per tutto l’arco dell’esibizione: il pubblico applaude sì al termine di ogni canzone, qualcuno sembra in parte esaltarsi e gli spunti per divertirsi non mancano, ma, al contrario, è l’ispirazione dei pezzi selezionati a non riuscire del tutto a filtrare, finendo col far apparire la scaletta come qualcosa di tutto sommato noioso e inefficace. L’unico momento di effettiva goduria per i presenti si manifesta al momento dell’ingresso on stage del chitarrista degli Airbourne Matt Harrison, il quale prende prematuramente parte allo show per l’esecuzione di una cover di “Rock’n Roll Singer” degli Ac/Dc; ciò potrebbe far pensare a una presunta superficialità del pubblico, ma la verità è che, comunque la si voglia vedere, i Supersuckers dell’Alcatraz non sono riusciti nel loro intento, e in generale gli sbadigli l’hanno fatta un tantino da padrone. Pazienza, facciamo comunque un applauso e passiamo oltre.
AIRBOURNE
Non il migliore inizio per la formazione australiana sera in quel di Milano: il buon Joel O’Keeffe impiega infatti circa tre canzoni a scaldarsi sufficientemente la voce, proponendo così delle “Raise The Flag”, “Too Much, Too Young, Too Fast” e “Burnout The Nitro” energiche e caricanti come sempre, ma meno convincenti dal punto di vista della singola prestazione, pur trattandosi di una critica legata unicamente al comparto vocale. Nel corso dello show la band non lesina sulle scenette esaltanti, proponendo buona parte del proprio repertorio, compresa la cavalcata di Joel in mezzo ai presenti in sala intenti a pogare, la sirena della contraerea e i cocktail preparati sul palco e poi lanciati al pubblico. Tutto questo fornisce un divertentissimo surplus da abbinare alla musica, che comunque rimane la vera protagonista soprattutto in concomitanza di sassate come “Breakin’ Outta Hell” e “Live It Up”, che precedono anche un encore che sembra giungere decisamente troppo presto rispetto alle nostre aspettative. Nel momento in cui sentiamo la micidiale “Ready To Rock”, già sappiamo che il concerto sta per concludersi, giusto il tempo degli ultimi vagiti con la ben nota e immancabile “Runnin’ Wild”, la quale termina una setlist composta da sole dodici tracce dalla durata media, seppur spesso allungate dai vari siparietti e dalle fasi di interazione coi presenti. Inspiegabile, inoltre, la scelta di escludere “Stand Up For Rock’n Roll” unicamente dalla proposta odierna, trattandosi probabilmente di uno dei brani più amati e attesi; anche perché ben dieci/undici anni fa, in occasione della data più volte menzionata dallo stesso Joel sul palco del Rolling Stone, quest’ultima fu niente meno che la traccia d’apertura. Forse vi risulteremo un po’ severi, ma decisamente, fra le varie volte che abbiamo visto gli Airbourne, la data qui reportata non è stata la più efficace, tra qualche calo di prestazione e la setlist troppo breve e quasi castrata. Memori dei due fantastici concerti estivi, ci saremmo aspettati qualcosa di più.
Setlist:
Raise the Flag
Too Much, Too Young, Too Fast
Burnout the Nitro
Backseat Boogie
Girls in Black
Bottom of the Well
Breakin’ Outta Hell
It’s All for Rock ‘n’ Roll
Boneshaker
Live It Up
Ready to Rock
Runnin’ Wild