Un anno e mezzo dopo il tutto esaurito del Rolling Stone, gli Airbourne sono tornati in Italia per tre date da porta bandiera di una nuova ondata di hard rock che, sulla scia del rientro in corsa dei maestri AC/DC, sta coinvolgendo migliaia di fan anche giovanissimi. Quella dello scorso 3 marzo all’Alcatraz di Milano è stata una piacevole conferma che il rock n’ roll ha attualmente, e forse anche più rispetto a qualche hanno fa, un seguito fedele a livello di tutte le generazioni e questo grazie anche ad artisti come gli Airbourne, in grado di appassionare nonostante il loro sound si rifaccia ad uno stile vecchio di decenni. “Rock n’ roll will never die!” ha ricordato Joel a fine show… come dargli torto?
TAKING DAWN
I Taking Dawn, forti di un contratto con Roadrunner Records e dunque legittimamente attesi al varco della prova live, ci mettono ben poco per deludere le nostre aspettative. La loro partenza con “Like A Revolution” è fortemente condizionata da suoni caotici, in mezzo ai quali si fatica a capire cosa i cinque americani stiano suonando. A questo si aggiunga una prestazione piuttosto imprecisa soprattutto livello di chitarre e gestione dei cori. Così, anche quando la questione suoni viene più o meno sistemata, il loro sound finisce per apparire solo una versione sbiadita dell’hard rock tanto diretto ed energico sentito su disco. “Time To Burn”, titletrack del loro esordio discografico, “Take Me Away” o “Fight ‘em With Your Rock” così piacevoli all’ascolto nelle loro versioni in studio, non riescono a sollevare le sorti di una prova che mette in evidenza quanta strada il gruppo abbia ancora da fare, nonostante la presenza di un frontman già piuttosto disinvolto nello scambiare battute col pubblico e nell’incitare i fan. Gli applausi ad ogni modo non mancano e anche il nostro giudizio finale non può non tener conto della giovanissima età della band, nonché del fatto che questa sera è per loro la prima data di un lungo tour. Per questa volta, rimandati.
SETLIST
Like A Revolution
Save Me
Endlessly
Time To Burn
So Loud
Godless
Never Enough
Fight ‘em With Your Rock
Take Me Away
The Chain
AIRBOURNE
Con solo il primo vero album “Runnin’ Wild” all attivo, gli Airbourne sono riusciti a suonare praticamete ovunque, raccogliendo consensi a non finire e mettendo inseme una schiera di fan da far invidia a band anche più famose. Oggi il gruppo si appresta a pubblicare “No Guts No Glory”, la sua attesissima seconda prova in studio. Pochi giorni prima dell’uscita eccoli qui di fronte ad un Alcatraz in versione dimezzata ma strapieno, al punto da far pensare se non fosse stato il caso di utilizzare il palco principale e non quello secondario. Non c’è da stupirsi se questa sera i loro estimatori siano accorsi in gran numero, visto che la band dei fratelli O’Keeffe è nota anche per le sue spettacolari prestazioni dal vivo tutte carica, adrenalina e divertimento ai massimi livelli. Anche questa sera il gruppo non si smentisce e parte in quarta con “Stand Up For Rock n’ Roll”, mettendo subito in agitazione i fan in platea, che poi si esaltano totalmente sulla successiva “Hellfire”. C’è poco da fare, sui pezzi ritmicamente più sostenuti l’hard rock AC/DC-style degli Airbourne è micidiale e riuscirebbe a scuotere il locale anche se questo fosse pieno di gente che non conosce la band. Poco importa se oggi Joel appare vocalmente meno in forma che in altre occasioni, il gruppo complessivamente è autore della solita prova ultra energica e in quanto a tenuta del palco dimostra ancora una volta di avere pochi rivali tra i gruppi giovani. La tensione cala leggermente con i mid tempo “Fat City” e la nuova “Get Busy Livin’”, quest ultima ancora sconosciuta al pubblico. Si torna sul disco ‘esordio con “Diamond In The Rough” e “What’s Eatin’ You”, entrambe cantate praticamente da tutti, per la gioia del frontman che non smette un secondo di agitarsi e saltare a destra e sinistra. Un altro pezzo nuovo, “Born To Kill”, più efficace e di presa dal vivo rispetto all’altro precenentemente proposto, fa da preludio alla festaiola “Cheap Wine Cheaper Women” e alla trascinante “Girls In Black”. Tanto divertimento anche con “Heartbreaker” e “Too Much Too Young Too Fast” prima di un breve quanto consueto break che precede gli ultimi due brani della scaletta. La hit “Runnin’ Wild” e “Blackjack” chiudono il concerto alla grande con i fan che saltano, cantano e si accaparrano le birre che i ragazzi della band lanciano dal palco. Meno incisivi che a Wacken lo scorso anno, dove probabilmente fecero la loro migliore prestazione possibile e immginabile, ma ad ogni modo spettacolari anche questa sera, un vero tributo al rock n’ roll diretto e semplice, figlio della scuola presieduta da un certo Angus Young. In molti li criticano per questa loro eccessiva somiglianza agli AC/DC ma serate come quella appena conclusasi dimostrano che in certi casi quando ci sono le qualità, la poca originalità non è più un problema.
SETLIST
Stand Up for Rock ‘N’ Roll
Hellfire
Fat City
Get Busy Livin’
Diamond In The Rough
What’s Eatin’ You
Born To Kill
Cheap Wine & Cheaper Women
Girls In Black
No Way But The Hard Way
Heartbreaker
Too Much, Too Young, Too Fast
——
Runnin’ Wild
Blackjack
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