A cura di Valentina Piccione
Gli Alter Bridge collezionano un successo discografico dietro l’altro. Finita la pausa per dedicarsi a progetti solisti, la band torna dopo due anni a Milano, nella seconda delle due date previste in Italia. Sebbene “Blackbird” sia tutt’ora il loro disco più amato, “Fortress” è un album pieno di ritmi aggressivi studiato ad hoc per essere suonato dal vivo. Le premesse per un live esplosivo sono presenti e, sebbene il Mediolanumforum non sia sold-out, il pubblico si dimostrerà energico e coinvolto in una serata decisamente all’altezza delle aspettative.
HALESTORM
Da Red Lion, Pennsylvania, sono gli Halestorm ad intrattenere il pubblico. I fratelli Hale sono incontenibili: da un lato Lzzy Hale ha una voce potentissima e, questa sera, sembra essere particolarmente in forma; dall’altro Arejay Hale, alla batteria, ruba continuamente la scena alla frontwoman, tra acrobazie varie con le bacchette che a tratti includono i membri della crew, salti e…sì, riuscendo anche a suonare nel frattempo! La loro performance è carica e anche divertente e sotto il palco un nutrito gruppo di fan aiuta a mantenere un buon livello di coinvolgimento: con gli Halestorm, una volta tanto la band di supporto è assolutamente adeguata alla circostanza. L’esecuzione della cover dei Judas Priest “Dissident Aggressor” stupisce i pochi che sembrano aver colto, ma con questo ci ricordano di citare i due EP “ReAniMate: The CoVeRs eP” e “ReAniMate 2.0”, di sole cover, che meritano di essere sentiti. Arriva a fine performance l’annuncio della data che li vedrà come headliner ad aprile del prossimo anno. Questa band, attiva dal 1998, dopo la prestazione di oggi può ben sperare nel fatto che sarà caldamente accolta al suo ritorno.
Setlist:
Love Bites (So Do I)
Mz. Hyde
It’s Not You
Freak Like Me
Rock Show
Break In / Familiar Taste Of Poison
Drum Solo
Dissident Aggressor (Judas Priest cover)
I Get Off
Here’s To Us
I Miss The Misery
ALTER BRIDGE
“Back in Black” degli AC/DC a tutto volume cattura di nuovo l’attenzione del pubblico. L’impressione è quella del tutto esaurito, ma la realtà è che l’ultima parte delle gradinate è abilmente nascosta da teli neri. Il palco è occupato solo dagli strumenti, dietro ci sono solo luci e un telo bianco. Questa sera non c’è spazio per nient’altro che la musica. Ad “Addicted To Pain” è affidata la partenza di quasi due ore di musica in cui le pause non sono contemplate: sebbene sia il tour di presentazione dell’ultima fatica discografica “Fortress”, la band preferisce dare spazio subito a tre pezzi tratti da “Blackbird”, che il pubblico apprezza, e la scelta di dare spazio all’album più amato rende l’atmosfera elettrica, confermando con ciò la scelta di una scaletta studiata in modo perfetto. Gli impegni solisti di Mark Tremonti e Myles Kennedy non hanno alcun effetto sull’affiatamento dei due sul palco. Disposti uno a sinistra e l’altro a destra del palco, entrambi strappano urli continui ai fan delle prime linee e questo sicuramente è un bene per le molte telecamere che riprendono la performance. Tecnicamente si confermano al livello delle aspettative, con Mark Tremonti che scivola un po’ nei cori iniziali ma si fa ampiamente perdonare con una perfetta interpretazione di “Waters Rising”. Sebbene il confronto con Myles Kennedy sia difficile, la sicurezza acquisita durante il tour solista gli permette di imporsi sul palco senza dare l’impressione di avere un ruolo secondario. Rapidamente si arriva alla doppietta “Broken Wings”/“Metalingus”. Questi pezzi permettono a tutti i presenti di misurarsi con le proprie capacità canore. Il culmine della prima parte di concerto arriva con “Blackbird”, che sarà il pezzo più riuscito ed apprezzato della serata. Ma è ora che tutti si prendano una pausa, e in scena entra Myles Kennedy che inizia a suonare le prime note di “Watch Over You” accompagnato dalla sola chitarra. Quando ormai tutti si sono sintonizzati, più o meno volentieri, sulle nuove frequenze calme, viene introdotta Lzzy Hale, che regala al pezzo una carica inaspettata. “Slip To The Void” annuncia il ritorno a brani più veloci, e tra i pochi pezzi tratti da “AB III”, “Isolation” si sposa bene con l’atmosfera della serata. Se l’alternanza tra progetti solisti e impegni con gli Alter Bridge è il trucco per ottenere album e live così ben riusciti, possiamo sperare che questa band continuerà a riservarci ottime sorprese.
Setlist:
Addicted To Pain
White Knuckles
Come To Life
Before Tomorrow Comes
Cry Of Achilles
Ghost Of Days Gone By
Ties That Bind
Waters Rising
Broken Wings
Metalingus
Blackbird
Watch Over You (with Elizabeth “Lzzy” Hale) (Myles’ acoustic solo)
Slip To The Void
Farther Than The Sun
Lover
Isolation
Open Your Eyes
Encore:
Calm The Fire
Rise Today