Report a cura di Matteo Cereda
Foto di Francesco Castaldo
Con il fresco di stampa “ABIII” gli Alter Bridge hanno dimostrato, sei mai ce ne fosse bisogno, di essere al momento l’hard rock band più in forma del pianeta, e non stupisce pertanto constatare il sold out della data milanese, prima di un percorso italiano che toccherà altre tre città a testimonianza dell’ottimo feeling che corre tra la band e il pubblico di casa nostra. Certamente la recente tournée che ha visto protagonista il singer Myles Kennedy al fianco di Slash deve aver giovato non poco alla popolarità del quartetto statunitense, tuttavia è innegabile constatare un’altissima qualità compositiva presente sin dall’allora (2004) poco considerato debutto “One Day Remains”. Al di là della pubblicità portata da Slash e ancor prima dai Creed (band in cui militano 3/4 del gruppo), preferiamo pensare che il frutto di questo successo sia dovuto soprattutto alla capacità di Tremonti e soci di comporre pezzi vincenti in grado, col mix di linee melodiche molto orecchiabili e riff di una certa consistenza, di attirare un pubblico metal ma allo stesso tempo di esaltare i rocker più accaniti.
ALTER BRIDGE
Niente gruppi di supporto, alle 21 in punto gli Alter Bridge si presentano sul palco grande di un Alcatraz che a dispetto dell’annunciato tutto esaurito presenta ampi spazi vuoti, ma come verremo a sapere più avanti, per motivi di sicurezza, il locale è ormai costretto a ridurre il numero di spettatori nell’arena. L’attacco della band statunitense lascia subito il segno con la brillante opener del recentissimo “ABIII”, intitolata “Slip To The Void”, seguita a ruota dall’ottima “Buried Alive”. Il pubblico mostra sin dalle prime battute il proprio calore apprezzando le gesta di una band in grande spolvero trascinata come al solito dalla potenza vocale di Myles Kennedy. L’aspetto scenico viene parzialmente trascurato con un impianto luci modesto e uno striscione con il logo della band sullo sfondo a fare da cornice alla ben più consistente prestazione tecnica di Tremonti e compagni. Lo spettacolo prosegue in maniera gradevole e non potrebbe essere altrimenti quando una band tecnicamente di livello esegue pezzi dal tiro assicurato come “Find The Real”, “Brand New Start” o la recente “All Hope Is Gone”, che non vengono guastate neppure da una resa sonora dell’impianto sfocata e un po’ al di sotto delle aspettative. In occasione del classico “Metalingus” gli Alter Bridge incorrono nell’errore di accelerare oltremodo il tempo della canzone, ma già dalle successive “Ghost Of Days Gone By” e “Broken Wings” il quartetto originario di Orlando rientra in carreggiata regalandoci due splendide versioni dei suddetti pezzi. Il tour dovrebbe essere a supporto del nuovo album “ABIII”, ma il disco maggiormente preso in esame durante la serata è “Blackbird”, ed allora ecco che non poteva mancare l’opener “Ties That Bind, seguita poco dopo dalle esecuzioni letteralmente da brividi della titletrack e di una “Watching Over You” rivista in chiave acustica. Il finale di concerto è tutto dedicato ai singoli della band con “Open Your Eyes” prima della pausa, “Isolation” e “Rise Today” a chiudere in maniera esplosiva una grande serata rock! Gli Alter Bridge si sono confermati in grande forma, la band statunitense ha suonato una scaletta di ben venti canzoni, un maggior dialogo con il pubblico e una qualità del suono più pulita avrebbero determinato uno spettacolo forse memorabile, ma anche così siamo sicuri che nessuno se ne sia andato a casa scontento.