02/12/2010 - ALTER BRIDGE – Nonantola (MO) @ Vox - Nonantola (MO)

Pubblicato il 15/12/2010 da
Report a cura di Emilio Cortese
 
Non si vedeva il Vox Club così pieno da tanto, tantissimo tempo! Il mitico club di Nonantola questa sera ha avuto l’onore di ospitare una performance della band di Tremonti/Kennedy (quest’ultimo peraltro vagamente malaticcio e giù di voce) giunti nella penisola ad accontentare uno zoccolo sempre più numeroso di fan che li seguirebbe anche in capo al mondo. Metalitalia.com non poteva mancare allo show, a voi un breve resoconto della serata.

 

ALTER BRIDGE

Passiamo purtroppo la prima parte del concerto a cercare un posto dove riuscire a vedere, o anche soltanto capire qualcosa. Purtroppo chi scrive non è di certo aiutato da un esubero di centimetri in altezza, ma il pubblico è talmente numeroso che, entrando nell’area concerto, ci troviamo letteralmente dinanzi ad un muro di gente e con tutte le nostre energie cerchiamo invano di guadagnarci un posto dove si riesca a sentire in maniera decente il concerto. Già, perché il problema non è tanto quello di non vedere assolutamente nulla, ma piuttosto il fatto che appena fuori dalla linea del palco l’audio risulti confuso e impastato. Ma ben presto ci accorgiamo che non è tanto il non essere in linea d’aria con le casse il male, ma sono proprio i suoni ad essere un po’ troppo pompati sui bassi, creando un certo effetto “pastone”, che si aggiusterà soltanto con lo scorrere dei brani. “Slip To The Void” apre le danze, seguita da “Buried Alive” e “Before Tomorrow Comes”, un trittico davvero niente male che scalda per bene il pubblico che sin dalle prime note si dimostra entusiasta e partecipe ai massimi livelli. “Brand New Start” è la prima semi-ballad della serata, e l’assolo di Tremonti ci rapisce in maniera definitiva. Sulle note di “All Hope Is Gone” Miles Kennedy chiede l’aiuto del pubblico non soltanto per coinvolgerlo ancor di più, ma proprio perché ci annuncia di non non essere al meglio delle sue condizioni fisiche, colpa probabilmente di un malanno di stagione… Di fatto, questo malessere non sembra condizionarlo più di tanto. Sì, perché la sua inconfondibile estensione vocale raggiunge comunque picchi impensabili per i comuni mortali, soltanto sulle parti più basse si sente che in effetti è affaticato. Questo noi lo chiamiamo essere musicisti professionisti, alla faccia di chi dice che “le band  di oggi non hanno più le palle!”. Subito dopo tocca alla splendida “Metalings” tornare a scaldare gli animi, accolta ovviamente alla grande dal pubblico che ovviamente non si fa pregare e canta con quanto fiato ha in gola ogni parola delle canzoni. Sull’arpeggio iniziale di “Coming Home” un boato si alza dal pubblico e così il chitarrista Tremonti lo ripete ancora e ancora, per riascoltare quell’urlo che diventa sempre più forte, come a consolidare un feeling che ormai lega le due parti di uno spettacolo che non sembra essere a senso unico ma che diverte entrambe le parti. “One Day Remains” scorre via veloce e piacevole, così come “I Know It Hurts”. Sulle note della stupenda e paranoica “Blackbird”, invece, il malesse di Kennedy inizia ad essere abbastanza palese, e il bel frontman inizia a perdere qualche colpo, specie sulle note più basse.  Ma ci pensa “Open Your Eyes” ad infiammare nuovamente il pubblico che vuole ancora musica da questi Alter Bridge, malati o no! Dopo una breve pausa è il momento di “Isolation” e, purtroppo, anche di uno dei momenti forse meno felici della serata, ovvero quando Tremonti e Kennedy si sfidano in un duello – impari – a colpi di assoli di chitarra. Oggettivamente il frontman stasera non è in palla vocalmente e di questo è scusato, ma come solista… Be’, diciamo che lo preferiamo quando suona per accompagnare le sue canzoni; Tremonti invece è da mani nei capelli e la sua bravura non la scopriamo di certo questa sera. Si chiude con “Rise Today” – a dispetto di quanti si aspettavano di sentire “Watch Over You” (presente in scaletta) – un concerto complessivamente godibile ma non sconvolgentemente bello, questo va detto. Il valore di questa band in continua ascesa, è comunque indubbio e che ci auguriamo in futuro vengano scelte per i loro concerti location un po’ più grandi dove farli esibire; il Vox è un locale mitico, che è stato anche in passato teatro di grandissimi concerti, ma è ora per questi ragazzi di spostarsi in luoghi più consoni al loro numerosissimo pubblico.

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