AMANDA PALMER
A volte capita di avere il presentimento di vivere un vero evento ancora prima che succeda, grazie al sesto senso e ad un pizzico di conoscenza dell’artista che si va a vedere. In molti eravamo convinti che Amanda Palmer ci avrebbe stupito con le sue trovate geniali, ma mai ci saremmo aspettati un tale spettacolo. Oltre a lei, infatti, si sono imbarcati nel tour il simpatico polistrumentista Jason Webley (che nella sua breve esibizione è riuscito a guadagnarsi i favori di un pubblico inizialmente freddo nei suoi confronti), la strepitosa violoncellista Zoe Keating, ed il Danger Ensemble in gran completo, direttamente dall’Australia. Questi ultimi sono dei bravissimi attori (ed un violinista), che hanno contribuito a rendere il tutto ancora più teatrale ed evocativo, come dimostra l’intro del concerto. Cavalcando il leit motif della ‘morte di Amanda Palmer’, i quattro artisti hanno sfilato in una autentica parata funebre, permettendo così all’Artista di manifestarsi dall’aldilà, drappeggiata in un’inquietante e fatiscente velo. Inizia qui il sogno ad occhi aperti, con l’opener “Astronaut: A Short History Of Nearly Nothing”, dal bellissimo disco solista intitolato per l’appunto “Who Killed Amanda Palmer”. L’irruenza con cui Amanda si impossessa della nostra attenzione, con la sola forza della sua tastiera e della sua voce, ha dell’incredibile, tanto che ogni singola immagine si è andata ad imprimere in modo indelebile nella memoria di gran parte degli astanti. Come era prevedibile il concerto si è concentrato quasi esclusivamente sui pezzi dell’album, tutti parzialmente riarrangiati e notevolmente rinvigoriti dall’inserto di Zoe Keating, lasciando lo spazio all’hit dei Dresden Dolls “Coin Operated Boy”, ad una stupidissima cover di “Livin’ On A Prayer” insieme a Jason Webley, per concludersi con la celebre riproposizione in voce (senza microfono) e ukulele del classico dei Radiohead “Creep”. Un concerto da brivido, dall’inizio alla fine. Teatralità, qualità, quantità, divertimento. In due parole: Amanda Palmer.