A cura di Maurizio “MorrizZ” Borghi, foto di Lucia “Clopine” Colombo (MySpace).
A pochi mesi di distanza dalla data bolognese in compagnia degli Obituary, tornano in Italia gli Amon Amarth per tre appuntamenti da headliner a Milano, Roma e Treviso. Ad accompagnarli in questa ennesima avventura italica ci sono i Sadist, una formazione che sta vivendo una seconda giovinezza. Metalitalia ha seguito per voi il primo di questi appuntamenti: l’Alcatraz di Milano è colmo di metalheads duri e puri, quasi tutti con una t-shirt del gruppo, e la percentuale di spettatori occasionali è tendente allo zero assoluto. Da segnalare lo sciacallaggio dei magliettari abusivi fuori dal locale, che per l’occasione hanno stampato una maglia degli Amon Amarth con la foto di Mike Alexander degli Evile e il “R.I.P. 1977-2009” (Alexander è scomparso proprio durante il tour con gli Amon Amarth). Solo in Italia…
SADIST
L’affluenza è discreta in un Alcatraz in configurazione Palco B, quando salgono sul palco i Sadist. Certo i genovesi hanno una produzione davvero risicata (impianto luci ridotto all’osso), ma basta la mistura personale di death e progressive che li ha da sempre contraddistinti a fare scintille, unita alla rinnovata coesione artistica che li ha portati a vivere, dopo i dimenticati sperimentalismi di “Lego”, una seconda giovinezza artistica. Il loro set, seppur breve, non ha sbavature e cedimenti: viene proposto solo il meglio della loro discografia, tra cui “Christmas Beat”, “I Feel You Climb”, “Tribe” e la conclusiva “Sometimes they Come Back”. C’è tempo, inoltre, per presentare uno dei pezzi del nuovo album, attualmente in produzione: un brano che non si discosta dal suono delle produzioni più amate della band e che fa presagire il meglio per i Sadist, che riescono ad essere apprezzati anche da un pubblico che sembrava aver fame solo di saghe nordiche e mazzate vichinghe.
AMON AMARTH
Il live set degli Amon Amarth non è mai stato così vicino alla perfezione, al netto degli effetti speciali on stage (certo, vederli suonare a fianco ai drakkar come successe al Summer Breeze ha il suo perchè). Stasera però bastano poche luci, del fumo e l’epico cover artwork di “Twilight Of The Thunder God” a creare l’atmosfera giusta, assieme al supporto di qualche centinaio di guerrieri norreni pronti ad alzare la voce e le braccia – la crisi e i molteplici tour che stanno passando in questo periodo non hanno impedito loro di risparmiare qualche runa per stasera! Come prevedibile la scaletta della serata vede minime variazioni rispetto alle precedenti date europee e verrà riproposta in tutto il tour, con molti pezzi dall’ultimo album (“Twilight of the Thunder God”, “Guardians of Asgaard”, “Varyags of Miklagaard”, “Tattered Banners”, “Bloody Flags” e “Embrace of the Endless Ocean”) senza tralasciare i pezzi storici (anche se qualcuno voleva sentire “Victorious March”), cantati a squarciagola da tutti i presenti, che si sono poi dimostrati, a discapito dell’aspetto, un pubblico rumoroso, avverso al Cristianesimo (ovviamente perché causa della distruzione della religione odalista e del declino dei regni pagani scandinavi) ma non violento nel pit. Il gigante Johan Hegg sorride a più riprese, e non manca di salutare il pubblico in italiano, di rivolgere una dedica a tutte le vichinghe in sala (ovviamente “Valkyries Ride”) e, in una parentesi più seria, allo scomparso Mike Alexander (“Embrace of the Endless Ocean”). Come sempre la sua prova è più fisica che vocale, il suo pregio migliore resta il carisma e il physique du role. Anche il gruppo segue la stessa filosofia, ma non va ricercata la tecnica, gli Amon Amarth piacciono per l’attitudine diretta e senza fronzoli, per l’epicità, per il connubio tra la ruvidezza e la potenza del death melodico alle tematiche epiche del metal classico, e dal vivo, come su disco, trova riscontro tangibile questa filosofia a suo modo vincente. Quindi non importa se il suono non è perfetto, le urla e le corna al cielo, alte fino alla conclusiva “Pursuit of Vikings” dimostrano come l’intento della formazione di portarci nell’epoca vichinga sia riuscito brillantemente. Vittoria!
Setlist:
Intro
Twilight of the Thunder God
Tattered Banners and Bloody Flags
Valkyries Ride
Varyags of Miklagaard
Asator
The Dragon’s Flight Across the Waves
Guardian of Asgaard
Where Silent Gods Stand Guard
Live for the Kill
Embrace of the Endless Ocean
Gods of War Arise
Bleed for Ancient Gods
Hermods Ride to Hel
Death in Fire
Cry of the Blackbirds
Runes to My Memory
Pursuit of Vikings