E’ stato un vero e proprio Death Metal festival il concerto che ha avuto luogo all’Indian’s Saloon di Bresso lo scorso 13 Maggio con protagonisti gli Svedesi Amon Amarth e Vomitory accompagnati da ben tre bands di supporto, ovvero Callenish Circle, Diabolical e Sins Of Omission.
SINS OF OMISSION
A causa di un guasto che ha colpito il tour bus su cui viaggiano i Sins Of Omission e i Diabolical il concerto inizia leggermente in ritardo: le due bands in questione sono costrette a preparsi in fretta e furia e alla fine si decide di far iniziare per primi i Sins Of Omission visto il ritardo con cui i Diabolical arrivano sul posto. La band propone una manciata di brani principalmente tratti dal nuovo “Flesh On Your Bones” che ha mostrato un indurimento del sound della band il quale era inizialmente molto legato a stilemi cari ai primissimi In Flames. La mezzora scarsa a loro disposizione trascorre molto velocemente e il pubblico sembra apprezzare la proposta di questi cinque ragazzi che alla fine appariranno piuttosto soddisfatti, soprattutto per il fatto di essere riusciti a salvare il proprio concerto in extremis.
DIABOLICAL
E’ poi il turno dei Diabolical, band sotto contratto con la nostrana Scarlet e autrice recentemente di un album piuttosto convincente a nome “A Thousand Deaths”. I Diabolical partono con l’opener del nuovo album: “Children Of The Mushroom Cloud” e sin dalle prime battute dimostrano di trovarsi particolarmente a loro agio on stage. Purtroppo il poco tempo a disposizione costringe il gruppo a suonare senza un attimo di pausa: e’ cosi’ che in poco piu’ di un quarto d’ora vengono snocciolati tutti i piccoli classici della band come “Suicidal Glory” e “Ashes II”, entrambi tratti dal debut album “Sinergy”.
CALLENISH CIRCLE
Per fortuna il tempo a disposizione dei Callenish Circle e’ adatto alla caratura del gruppo il quale e’ tornato recentemente sul mercato con un lavoro assai valido come “Flesh-Power-Dominion”. I cinque ragazzi Olandesi privilegiano il materiale piu’ recente e violento, dando ampio spazio a bordate come “Obey Me” e “Take Me Along”. Nel corso dei quaranta minuti a loro disposizione i nostri trovano anche il tempo per eseguire una cover di “Pull The Plug” dei Death, resa in modo estremamente convincente. Senza dubbio una band da tenere d’occhio in futuro.
VOMITORY
E’ poi il turno dei Vomitory, in tour per promuovere il nuovo “Blood Rapture”. Non sono un grande fan della band ma bisogna ammettere che l’esibizione di questa sera e’ stata l’ennesima dimostrazione di come i Vomitory siano una band particolarmente adatta alla situazione live. Una discreta parte del pubblico era li’ per loro e per tutta la durata dello show si sono susseguiti stage divings e un pogo allucinante. Devastanti le esecuzioni dell’iniziale “Chaos Fury” (ovvero la slayeriana “War Ensemble” riletta alla Vomitory) e di “Blood Rapture” e buona la presenza scenica dei nostri. In definitiva un buon concerto, forse un po’ noiso alla lunga, ma che senz’altro ha soddisfatto tutti i fans del gruppo.
AMON AMARTH
Gli headliner Amon Amarth non si fanno attendere molto e dopo pochi minuti di pausa siamo subito investiti da quel macigno che e’ “Bleed For Ancient Gods”. La band di Johan Hegg, non essendo in tour per promuovere un nuovo album, propone una dozzina di brani equamente estratti dai tre full length pubblicati. Grandiose come sempre “The Last With Pagan Blood” e la conclusiva ed epicissima “Victorious March” mentre i brani del recente, interlocutorio, “The Crusher”, sono apparsi senz’altro piu’ convincenti nella resa live. Un buon concerto che ha verificato il buono stato di salute dei nostri, i quali saranno chiamati alla prova del nove con la loro prossima fatica al momento prevista per fine anno.