A cura di Marco Gallarati
Nel mentre in cui, al più capiente Alcatraz, Porcupine Tree e Demians sollazzano la fascia più open-minded dell’audience metallara lombarda, ai piccoli Magazzini Generali di Milano va in scena la seconda tappa italiana del Forging Europe Tour, ormai giunto agli sgoccioli. Il trittico di band finlandesi all’opera, tra le quali ovviamente gli headliner Amorphis sono i più attesi, non è di quelli di gran richiamo ma, nonostante l’assurdo anticipo di una ventina di minuti per tutte le esibizioni, la serata si può considerare di discreto successo. Certo, è quasi imbarazzante trovarsi spinti fuori dal locale alle 22.10, ma più che segnalare questa grave lacuna – soprattutto per i ragazzi paganti – altro non possiamo fare. A voi il resoconto del concerto…
AMORAL
Entriamo ai Magazzini Generali quando la performance degli Amoral è iniziata da una decina di minuti. Le presenze ammonteranno sì e no ad una cinquantina di persone, ma l’orario ed il traffico sono davvero proibitivi per chiunque lavori. I cinque finnici sono giovanissimi e si vede, tanto che spesso, in qualche loro atteggiamento, ricordano i Children Of Bodom di inizio carriera, sebbene la loro musica sia piuttosto differente. Con l’arrivo del nuovo singer Ari Koivunen, entrato a far parte della band dopo aver vinto un talent-show finlandese, gli Amoral hanno cambiato decisamente stile con l’ultimo lavoro “Show Your Colors”, passando da un thrash-death metal di basso-medio livello ad un metal più arioso e di ampio respiro, con la voce di Koivunen a salire sugli scudi. Ed infatti è proprio l’idolo giovanile a fare la figura migliore, dotato di una bella estensione vocale e capace di intrattenere un minimo la sparuta folla appollaiata alle transenne. I suoni pessimi dell’acustica dei Magazzini Generali creano cacofonia piuttosto che definizione, quindi il frontman è quello che alla fine spicca di più. Mezzora di show senza infamia e senza lode per un gruppo che per ora ha pochissimo da dire.
BEFORE THE DAWN
I Before The Dawn, sebbene abbiano alle spalle cinque album ed una carriera oggi decennale, sono un gruppo che ha sempre faticato ad emergere, vuoi per i suoi lavori altalenanti, vuoi per la cronica instabilità di line-up che da sempre caratterizza la vita della band finnica. Dopo averli visti abbrustoliti al Sole al Summer Breeze, li ritroviamo ai Magazzini Generali in una location certamente a loro più consona: in un locale medio-piccolo, al buio e al fresco. I ragazzi sono esperti, sanno suonare e anche se il loro gothic-death melodico non sarà entusiasmante bisogna dire che Tuomas Saukkonen e compagni ci mettono l’anima. Dopo qualche incomprensione tecnica con i fonici e un suono a dir poco deficitario, il quartetto si è lasciato andare ed ha inanellato una serie di pezzi potenti e orecchiabili, aventi nelle clean vocals del bassista Lars Eikind il punto di forza maggiore. Buon groove, bel tiro, presenza scenica discreta: i Before The Dawn sono andati in crescendo e ci sono piaciuti, ovviamente lasciando perdere la qualità dell’audio…
AMORPHIS
E’ con ben 25 minuti di anticipo sul previsto – sono infatti le 20.35 – che gli Amorphis salgono sul palco. Anche loro li seguiamo a breve distanza dal concerto visionato al Summer Breeze ed ovviamente ci si aspetta una scaletta maggiormente incentrata sull’ultimo album, quello “Skyforger” che sta ben proseguendo la fase più matura della carriera dello storico gruppo scandinavo, probabilmente arrivato ad un punto in cui la stabilità ed il benessere delle cose non lo incita più a sperimentare come un tempo. Tomi Joutsen è il frontman ‘perfetto’ che forse gli Amorphis hanno cercato per anni, molto più growler di Tomi Koivusaari e a tratti più espressivo e potente di Pasi Koskinen. Anche in questa occasione, Joutsen ha trascinato il resto del gruppo in una prestazione convincente e viva, assolutamente non baciata da suoni all’altezza – comunque migliori di quelli udibili durante Amoral e Before The Dawn – ma di certo esaltante e supportata da un pubblico non numeroso ma caldo. Molti pezzi tratti da “Skyforger”, dunque, fra i quali le iniziali “Silver Bride” e “Sampo”, per poi proporre un’altalena di brani tratti random dagli ormai parecchi lavori degli Amorphis, “The Castaway”, “The Smoke” e la sorpresa “Alone” su tutti; poi è partita la celeberrima “Against Widows”, che si è presto trasformata però in un caotico mix di episodi di “Elegy”, una soluzione che il sottoscritto non ha gradito molto, al contrario dell’audience gaudente. Si è ripartiti con nuove canzoni e si è arrivati presto al finale affidato all’immortale “Black Winter Day”, praticamente orfana delle tastiere sprofondate nel marasma sonoro dei Magazzini. Tre bis hanno concesso i ragazzi: il death metal di “Sign From The North Side”, la suadente “House Of Sleep” e l’immensa “My Kantele”, a suggellare la bontà della prova dei finnici. Come più volte ripetuto, il grosso problema dei live milanesi di questa stagione sarà l’utilizzo dei Magazzini Generali: qui suoneranno a breve Nile, Grave, Paradise Lost, Krisiun, Samael… Non osiamo immaginare lo scempio.
Setlist:
Silver Bride
Sampo
Towards And Against
The Castaway
The Smoke
Majestic Beast
Alone
Silent Waters
medley da Elegy
From The Heaven Of My Heart
Sky Is Mine
Black Winter Day
Bis:
Sign From The North Side
House Of Sleep
My Kantele