23/02/2018 - ANGEL WITCH + ANGEL MARTYR + FORGED IN BLOOD + URAL – Bologna @ Alchemica Club - Bologna

Pubblicato il 06/03/2018 da

Report a cura di Bianca Secchieri

Gli Angel Witch rappresentano un fenomeno anomalo, quasi un unicum nella storia del metal. Autori di un esordio che resta – a distanza di quasi quarant’anni – capolavoro assoluto, non sono riusciti a continuare sulla stessa linea, confermando e consolidando questo risultato. Una forte instabilità interna, cambi di lineup ed etichetta, quella magia compositiva che sembra essersene già andata. Ed è così che l’ormai ex power trio finisce nel dimenticatoio già a metà anni ’80, dopo l’uscita di due album mediocri. Il segno che i Nostri hanno lasciato è tuttavia indelebile, ragion per cui capiterà di sentirne parlare ancora, leggendone sui giornali specializzati in rubriche che riesumano perle del passato, o grazie a chi, come Steve Sylvester, renderà loro omaggio con una cover (nella fattispecie “Free Man”, dall’omonimo album di debutto). E con il nuovo secolo avviene il miracolo: la creatura di Kevin Heybourne rinasce e nel 2010 si esibisce per la prima volta in Italia, proprio a Bologna. Da allora ci sono stati altri tour, altri cambi di lineup e l’uscita del buon “As Above, So Below”. La risposta del pubblico, allora come oggi, è entusiasta e prova di ciò è la massiccia partecipazione ad una serata meteorologicamente proibitiva, a causa del mix di pioggia incessante e nevischio. Per questo motivo non riusciamo purtroppo ad arrivare in tempo per assistere alle esibizioni dei primi due gruppi, i thrasher piemontesi Ural e i milanesi Forged In Blood, giovane formazione heavy. Quando giungiamo in un Alchemica Music Club quasi gremito, stanno suonando gli Angel Martyr, trio toscano autore di un heavy metal classico dalle forti tinte speed. Quel poco che riusciamo a vedere ed ascoltare ci consente di dire che il terzetto (che per queste date ha visto un cambio provvisorio dietro alle pelli) è in grado di tenere bene il palco, divertirsi e divertire i presenti.

 

 

ANGEL WITCH

Non appena gli inglesi salgono sul palco il pubblico serra i ranghi e comincia subito a scaldarsi con la doppietta iniziale “Gorgon” / “Confused”. Quello che però appare subito evidente è che il mastermind Kevin Heybourne, membro fondatore ed unico superstite della formazione originale, non è particolarmente in forma. La sua prova vocale risulta infatti estremamente sottotono, nonostante le sue linee, in particolare quelle dei vecchi brani, siano state abbassate di tono e semplificate. Per chi ha avuto modo di ascoltare l’Angelo Strega qualche anno fa è impossibile evitare un confronto che purtroppo ci mostra una band in leggero calo (saranno gli anni che passano o – ce lo auguriamo vivamente – un malanno passeggero) . Non è forse un caso che, dopo un disco di ritorno decisamente interessante come “As Above, So Below”, i Nostri si siano limitati alla sola (selezionata) attività live, andando piuttosto a ripescare vecchio materiale (vedi la recente pubblicazione della demo “Seventies Tapes”). Quella di non voler insistere nel tornare in studio, laddove non ce ne siano più i presupposti qualitativi, è una decisione saggia, esattamente come quella di continuare a proporre dal vivo i brani che hanno reso il gruppo una leggenda della NWOBHM. Ciò che dispiace è vedere che Heybourne, al di là di una prestazione vocale certamente non eccelsa, dimostri grande stanchezza e frustrazione, risultando ben lontano dal divertirsi, distante e quasi scostante, nonostante il pubblico appaia coinvolto dall’inizio alla fine dello show. E infatti i numerosi presenti, tra i quali è piacevole notare molti volti appartenenti alla ‘vecchia guardia’ ma anche altrettanti ventenni, accolgono con calore sia i brani più recenti  – tra i quali “Into The Dark” e “Dead Sea Scrolls” – che naturalmente i vecchi classici. Nonostante le inevitabili considerazioni fatte, il resto della band appare abbastanza in forma e l’acustica è buona. E’ quindi comunque emozionante ripercorrere il tracciato che va dalla dark ballad “Sorceress” alla dura e granitica “Angel Of Death”, passando per il coro ‘burn the White Witch!’, che unisce quasi tutti i presenti; ed è giusto constatare come la produzione del nuovo millennio si amalgami perfettamente, in termini di stile e atmosfera, con quella degli anni ’80. Il concerto si chiude con il brano simbolo del combo, l’omonima “Angel Witch”, che mette a ferro e fuoco il locale. Forse è giunto il momento di una pausa dall’attività concertistica, nell’ottica di ritrovare vigore e non di abbandonare per sempre. In ogni caso è stata una buona occasione per chi non aveva mai avuto l’opportunità di vedere in azione il combo londinese.

 

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