SVöLK
SWORN AMONGST
Gli Sworn Amongst riscuotono un successo ben superiore rispetto ai colleghi precedenti. L’arena nel frattempo si è riempita e la partecipazione del pubblico sembra ben diversa, stimolata probabilmente dal genere più affine agli headliner proposto dalla band anglosassone. Il quartetto d’Oltremanica propone un thrash metal piuttosto scolastico che segue senza troppi fronzoli il canovaccio di Exodus, Testament e Slayer, ma l’impatto mostrato nei quaranta minuti a disposizione è di quelli che lascia il segno. Dal punto di vista tecnico il gruppo inglese si rende protagonista di una performance positiva, mostrando grande compattezza e la qualità del chitarrista Harvey Fox, autore di pregevoli assoli. Il recente album “Severance” viene subito messo in vetrina con una debordante versione di “Exploited” e, come prevedibile, caratterizza gran parte della performance dei nostri durante la quale apprezziamo l’esecuzione di pezzi quali “The Storm”, “Useless” e la conclusiva titletrack. Sensazioni positive anche quando la band va a pescare dal primo disco “The Rules Of Engagment”, ennesima prova di forza di un gruppo che sembra avere la giusta attitudine dal vivo, pur denotando un’eccessiva compattezza e derivazione sotto il profilo del songwriting.
ANNIHILATOR
Il riffing spigoloso della nuova “Ambush” introduce gli Annihilator sul palco, salutati con il giusto entusiasmo da un pubblico non numerosissimo ma sufficientemente caldo e rumoroso. Il quartetto di origine canadese evidenzia subito i nuovi innesti in formazione, ovvero il bassista Alberto Campuzano, fondamentale anche nelle parti corali e il batterista italiano Carlos Cantatore, autori entrambi di ottime performance, mentre l’affiatato duo composto dal leader storico Jeff Waters e dal fedele compagno degli ultimi anni Dave Padden conferma subito l’ottima intesa raggiunta attraverso numerosi album e tour. Proprio il virtuoso chitarrista fondatore della band si renderà protagonista di una prova straordinaria sotto il profilo tecnico ma anche dal punto di vista emotivo, rivelandosi un vero e proprio trascinatore con pose da rock star e il costante movimento lungo il palco. Dave Padden, fautore della maggior parte delle vocals, rimane per ovvi motivi più ancorato al microfono, ma dal punto di vista qualitativo dimostra tutto il suo valore in entrambe le mansioni svolte. Dopo una trascurabile ma comunque ben interpretata “Clown Parade”, lo spettacolo entra nel vivo grazie all’ottima “Plasma Zombie”, perla tratta dal discontinuo “Schizo Deluxe”, seguita a ruota dal primo classico della serata che risponde al nome di “King Of The Kill”. Jeff Waters ruba la scena a tutta la band non solo grazie alle sue chitarre fosforescenti che catalizzano inevitabilmente l’attenzione dei più, ma anche e soprattutto per merito di un carisma innato allorché interpreta con scioltezza e brillantezza partiture dall’elevato coefficiente tecnico. Il nuovo omonimo disco viene nuovamente preso in considerazione con “Betrayed”, mentre le successive “The Box” e “Hell Is A War” riportano nuovamente sugli scudi il disco “King Of The Kill”, nonostante le sbavature vocali del “maleducato” Waters sulla seconda. Una devastante esecuzione di “Ultra-Motion” rende giustizia ad un brano dotato di buon appeal, penalizzato nella versione in studio dall’orrenda produzione, prima di far spazio, per la gioia di molti, alla splendida “Set The World On Fire”. Le canzoni incalzano una dopo l’altra e la band si ferma solo per i cambi di chitarra di Jeff Waters, limitando al minimo le presentazioni dei brani e i colloqui con il pubblico, rendendo così l’atmosfera letteralmente infuocata. “W.T.Y.D” fa prevedibilmente registrare un’impennata di consensi ma, a dimostrazione della buona qualità del nuovo lavoro, gli Annihilator presentano con successo anche l’opener “The Trend”. Il concerto gode uno dei momenti più intensi durante l’esecuzione dell’intramontabile “The Fun Palace”, in cui il buon Padden si fa trovare pronto anche al cospetto di falsetti estremamente acuti, mentre spetta al tarantolato Waters presentare “Tricks And Traps” che, come sottolinea lo stesso chitarrista, è stata rispolverata in versione live per la prima volta dalla sua pubblicazione proprio in occasione del presente tour. A rendere lo spettacolo degli Annihilator ancor più intenso e completo ci pensa una splendida parentesi in “pulito”, in cui senza il supporto della batteria i nostri eseguono un’emozionante medley delle ballate “Phoenix Rising” e “Sounds Good To Me”, che lascia letteralmente estasiati i presenti. L’entusiasmo è ormai alle stelle ed è facile per pezzi dal tiro assicurato come “21” e “Phantasmagoria” raccogliere i meritati consensi prima dell’uscita di scena della band per una sacrosanta pausa. Il gran finale prevede la terribile accoppiata “Crystal Ann” – “Alison Hell”, che chiude in maniera perfetta uno spettacolo intenso come pochi, da mostrare ai più giovani per spiegare in maniera concreta il concetto di heavy metal che riporta gli Annihilator su livelli di pura eccellenza!