L’ultimo weekend di luglio, mese dalle temperature tropicali nella prima parte, ha portato invece la pioggia a San Giacomo degli Schiavoni, comune limitrofo al molisano Termoli. L’”Armageddon In The Park”, manifestazione giunta all’ottava edizione, è riuscita però a svolgersi senza grandi problemi, eccezion fatta per il ritardo accumulato (gli addetti del service hanno aspettato che l’ultima nuvola scomparisse prima di scoprire il mixer, montando inoltre sul palco meno luci del previsto per paura della pioggia). Il bill era di quelli che si ricordano: Sadist, Pino Scotto e Bulldozer, più una manciata delle migliori giovani band italiane. Tante le persone che hanno riempito la piccola area, invasa dall’odore della grigliata di arrosticini che il vento spargeva ovunque. L’atmosfera era calda, accogliente. Se ne è avuto prova quando alla fine dei concerti è salito sul palco il sindaco di San Giacomo a promettere che questo festival andrà avanti nel corso dei prossimi anni! Ne siamo certi, anche perché il frastuono metallico non ha visto nessuno dei vicini del parco chiamare le forze dell’ordine. A voi quindi il resoconto di Metalitalia.com!
MURDER THERAPY
Un contrattempo del cantante, bloccato nel primo “grande esodo vacanziero” (per usare i titoloni dei telegiornali) ha costretto i bolognesi (ma uno dei chitarristi è di Termoli), a suonare senza cantante. Nessun problema per i nostri, che hanno suonato solamente tre brani (il già poco tempo a disposizione per ogni band è stato ulteriormente decurtato). Neanche una parola a giustificare la mancanza, un disagio che non ha però cambiato di una virgola l’apprezzamento del pubblico che, anzi, si è concentrato sulle trame intricate che compongono il death metal dei nostri. Se Marco “Samu” Bolognini, una sorta di piovra adattata dietro le pelli, ha ipnotizzato tutti suonando quelli che sembravano assoli di batteria, anche gli addetti alle sei e quattro corde hanno dato prova di grande affiatamento. Alla fine il pubblico ha risposto calorosamente all’esibizione dei Murder Therapy. Nessuno ha pensato che mancasse qualcosa, tanto vario e piacevole era il loro death metal.
SAWTHIS
Gli abruzzesi Sawthis, freschi di pubblicazione del nuovo album “Egod”, hanno dato subito un bello scossone al concerto, forti di un genere che è più adatto a coinvolgere il pubblico. Se già in sede di recensione ed intervista li avevamo bollati come figli del fenomeno At The Gates, dopo averli visti dal vivo, con il cantante con la maglia della band scandinava e i dreadlock, non può che aver avvalorato le nostre tesi. Concerto intenso, membri del gruppo che saltellavano durante tutti i brani nelle parti più moderne della loro proposta. Ottimo l’impatto dei brani del nuovo “Egod”, specie durante l’esecuzione di “Act Of Sorrow” cantata a squarciagola assieme al pubblico, precedentemente indottrinato al coro. Un’esibizione molto carica, che ha riscaldato l’ambiente precedentemente ipnotizzato dai Murder Therapy.
SADIST
Trevor e compagni hanno suonato per quaranta minuti circa, esaltando la platea in occasione delle performance dei brani vecchi (su tutti “Tribe”) ma suscitando movimento anche sui brani più recenti. I liguri hanno goduto subito di suoni nettamente migliori e sparati a volume più alto. Questo ha fomentato i fan che hanno seguito il concerto con passione. Tanta infatti era l’attesa per loro e se n’è avuta prova nello stand del merchandise, dove Trevor e compagni si sono intrattenuti prima del loro show per fare foto con tantissimi fan. Anche sul palco non hanno deluso i loro sostenitori, a giudicare dagli applausi tributati dopo ogni brano.
PINO SCOTTO
Vero e proprio istrione nazionale, una sorta di Beppe Grillo che ascolta rock e metal, la salita sul palco di Pino Scotto è coincisa con l’accalcarsi del pubblico. Come perdersi d’altronde il sermone di rito del predicatore? Intendiamoci: Scotto non è una sorta di Richard Benson più serio. Dal vivo fa ancora la sua figura e l’esibizione molisana ne è stata un’ulteriore testimonianza. Un’ora scarsa la durata della sua performance, nella quale il nostro ha dimostrato di essere in ottima forma. Fra i brani ricordiamo “Come Noi”, “Fighter”, e qualche composizione estrapolata dal nuovo CD “Buena Suerte”, come “Morta E’ La Città”. Ovvio che il concerto, prima durante e dopo, è stato condito dai discorsi del magniloquente Scotto che prima ha dissertato sulla “fauna” locale (“ho visto delle belle fighette in giro”) e poi ha invitato tutti a fare la rivoluzione contro la politica attuale. “Il Grido Disperato Di Mille Band” ha chiuso lo show di Pino Scotto, carismatico come pochi altri in Italia.
BULLDOZER
Senza dubbio alcuno i Bulldozer sono la migliore thrash metal band italiana, quella nota oltre i nostri confini e da parecchi anni, uno dei gruppi di culto a cui tante band estere hanno fatto e fanno ancora riferimento. I vari Wild e Panigata, rinforzati dagli innesti della sezione ritmica dei Death Mechanism (gruppo arrivato tardi in Molise e quindi costretto a saltare l’esibizione iniziale) sono saliti sul palco quando l’orologio segnava quasi le due di notte. Un’ora circa di esibizione di fronte a un pubblico stanco ma che ha sostenuto i milanesi durante il loro thrash metal. Oltre alle chicche del passato (“Bastards”, “The Derby”,“Ilona The Very Best”) sono stati eseguiti brani anche dall’ultimo CD, quello del ritorno, ovvero “Unexpected Fate”. Nel finale sono stati eseguiti anche un paio di pezzi dei Death Mechanism, che hanno avuto modo quindi di esibirsi a loro volta.
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