ANTERIOR
Con il proprio album di debutto in procinto di essere pubblicato dalla Metal Blade Records, i britannici Anterior non potevano avere occasione migliore di questo concerto per iniziare a farsi conoscere fra i fan del moderno melodic metal. Nonostante si sia esibita con una lineup “di fortuna” (il cantante/chitarrista Luke Davies, infortunato ad una mano, ha dovuto lasciare la sua ascia ad un session), il mix di Trivium e Children Of Bodom della band è infatti riuscito a coinvolgere buona parte degli astanti sin dalle prime battute. I brani dei nostri sono senz’altro un po’ prolissi, ma dal vivo hanno acquistato una certa carica e si sono fatti ricordare più positivamente che su CD. Soltanto venticinque minuti per gli Anterior, ma alla fine della performance il pubblico è sembrato essere piuttosto ben impressionato.
SANCTITY
A poco più di un mese di distanza dal loro concerto di spalla ai Trivium, i Sanctity hanno avuto nuovamente modo di esibirsi in quel di Londra, con l’obiettivo di consolidare ulteriormente il loro crescente seguito da queste parti. A dire il vero, stasera non erano presenti moltissimi fan della band, ma il quartetto ha comunque dato tutto sé stesso sul piccolo palco del Barfly, suonando ancora una volta tutte le “hit” del proprio debut album, “Road To Bloodshed”. Per tutti i trenta minuti a disposizione della sua band, Jared, il frontman, non ha smesso di incitare l’audience e di pretendere da quest’ultima un maggior coinvolgimento durante l’esibizione… il quale è però arrivato soltanto all’altezza di brani molto catchy come “Zeppo” e la title track. Una risposta tiepidina che i nostri, a ben vedere, non meritavano, avendo suonato molto bene dall’inizio alla fine del set. Sarà per la prossima volta.
AS I LAY DYING
A quanto pare il pubblico stava conservando tutte le proprie energie per gli headliner, i quali sono stati infatti accolti come dei veri trionfatori quando, attorno alle 22, sono saliti sul palco per dare il via al loro show. Il pit ha iniziato ad animarsi ancora prima che venisse suonata una sola nota e, appena è partito l’anthem “Forever”, scelto come opener del set, il palco è stato invaso da una decina di fan scatenati, che più volte hanno messo a repentaglio l’incolumità della strumentazione. Dagli As I Lay Dying questa sera ci si aspettava almeno un estratto dall’imminente nuovo album “An Ocean Between Us”, invece il gruppo ha optato per una scaletta incentrata esclusivamente sui primi due lavori, proponendo tutti i brani più celebri con l’aggiunta di qualche traccia meno famosa. Così, assieme a varie hit come “Confined”, “Through Struggle” o “94 Hours”, il quintetto ha suonato anche “Behind Me Lies Another Fallen Soldier” e “Illusions”… composizioni pregevoli ma quasi mai proposte nei concerti degli ultimi tempi. Il sottoscritto prima di questa sera aveva avuto modo di vedere due volte live gli As I Lay Dying, ed in entrambe le occasioni il giudizio era stato positivo, ma non eccezionale. I nostri avevano sempre dato l’impressione di non riuscire ad esaltarsi completamente su un palco, rimanendo un po’ freddi e troppo poco rabbiosi (sarà forse perchè sono cristiani?). Questa sera invece il gruppo si è dimostrato veramente carico e affiatato, ha suonato perfettamente e non ha lesinato trasporto e “cattiveria”. Il nuovo bassista Josh Gilbert non ha assolutamente fatto rimpiangere il suo predecessore anche alle clean vocals e il frontman Tim Lambesis – idolo delle ragazzine – ha sfoderato ottima presenza scenica e un growl molto più cupo rispetto a quello udibile su CD. Una esibizione dunque molto intensa e divertente, che non ha lasciato dubbi sul fatto che gli As I Lay Dying siano oggi un gruppo maturo. Aspettiamo ora il nuovo “An Ocean Between Us”, sperando che le dichiarazioni fatte dalla band in merito (songwriting più vario e aggressivo) corrispondano a verità!