08/04/2025 - AVANTASIA @ Alcatraz - Milano

Pubblicato il 11/04/2025 da

Introduzione di Alessandro Elli
Report di Roberto Guerra
Foto di Fabio Livoti

A sei anni di distanza, gli Avantasia tornano all’Alcatraz di Milano: nel 2019 era il tour di “Moonglow”, questa volta l’album da promuovere è il nuovo “Here Be Dragons” e, malgrado qualche piccolo cambiamento avvenuto da allora, Tobias Sammet e compagnia sono da anni una sicurezza quando si tratta di proporre uno spettacolo energico, colorato e carico di effetti speciali.
Quello che era nato come una sorta di progetto parallelo degli Edguy ha ormai superato i venticinque anni di vita, con dieci dischi pubblicati, oltre che, come da tradizione, una lista infinita di musicisti coinvolti, e questo giro di concerti ne certifica uno stato di forma ottimale nonostante tutto il tempo trascorso.
L’elenco degli ospiti è ovviamente molto nutrito e comprende per questo tour Adrienne Cowan (Sascha Paeth’s Masters Of Ceremony, Seven Spires), Tommy Karevik (Kamelot), Herbie Langhans (Firewind), Ronnie Atkins (Pretty Maids), Eric Martin (Mr. Big), Kenny Leckremo (H.E.A.T.) e Chiara Tricarico (Moonlight Haze): i protagonisti attorno al leader e fondatore della band tendono spesso a cambiare, ma l’energia e l’entusiasmo sono quelli di sempre.

La cosiddetta ‘metal opera’ per antonomasia arriva a questo appuntamento rodata da una serie di date in giro per l’Europa e la scaletta, ormai nota, preannuncia uno show di quasi tre ore, pieno di classici accanto agli estratti di “Here Be Dragons”: gli ingredienti per una serata indimenticabile, insomma, ci sono tutti ed il pubblico che accorre al locale milanese per questo unico appuntamento italiano è quello delle grandi occasioni, con capannelli di persone in attesa fuori dal locale già nel pomeriggio.
Vediamo come è andata!

Sulle note della recente “Creepshow”, opener del nuovissimo e discusso album “Here Be Dragons”, viene fatto cadere il possente telo nero, con tanto di logo stampato sopra, di modo da permettere al sempre simpatico e scoppiettante leader Tobias Sammet di ricevere le dovute ovazioni dai numerosi astanti, mentre alle sue spalle si erge fiera la attuale formazione degli AVANTASIA.
La posta in gioco è molto alta, poiché in molti sembrano non aver gradito la sopracitata ultima opera di questo particolare ed iconico progetto, da molti ritenuta troppo essenziale nelle composizioni, rispetto al passato. La nostra visione, come già scritto in sede di recensione, è molto diversa ed infatti ci fa molto piacere notare che dal vivo i pezzi in questione fanno sfoggio di un piglio anche superiore a quanto percepito su disco, permettendo ad eventuali scettici di rivalutare brani come “The Witch”, “Phantasmagoria”, “Against The Wind” e quant’altro.
Il sound e l’esecuzione appaiono sin da subito puliti e ben curati, ma ciò che ci sbalordisce sin dall’inizio è la resa vocale di Tobias, che quest’oggi si presenta in forma a dir poco smagliante e con un’ugola più squillante che mai, al punto tale da lasciare a bocca aperta anche chi ha già avuto modo di vederlo numerose volte dal vivo, con risultati non sempre al top, al contrario di oggi.
Naturalmente, non sarebbe uno spettacolo degli Avantasia senza la scenografia di ispirazione quasi ‘timburtoniana’ e, soprattutto, i numerosi cantanti intenti a darsi il cambio per tutta la durata dello show: tra questi c’è chi riesce letteralmente a far mancare il fiato a tutti gli astanti, e ci riferiamo alla bella e talentosa Adrienne Cowan (Seven Spires), la cui versatilità vocale l’ha già resa da tempo un punto di riferimento tra le frontwomen della scena metal mondiale.
Similmente, la nostrana e raggiante Chiara Tricarico (Moonlight Haze) fornisce una prova altrettanto coinvolgente, seppur più posata ed elegante, ma riteniamo che il dualismo tra le due performer sia uno degli autentici punti di forza dell’attuale squadrone messo in piedi da Tobi, il quale non manca di collocare al loro fianco una figura come Herbie Langhans (Firewind, ex Sinbreed), la cui timbrica graffiante lo rende una scelta a dir poco ottimale, anche se ci sarebbe piaciuto vederlo sfruttato maggiormente in determinati pezzi, affidati originariamente a Jorn Lande.

Dedicandoci agli ‘ospiti’, riteniamo di aver visto in passato gli Avantasia in compagnia di figure più ficcanti rispetto ad oggi, come Michael Kiske o Ralf Scheepers, per dirne due, ma mettendo da parte il ruolo e valore ‘storico’, riteniamo che fosse difficile fare meglio di quest’oggi, seppur con qualche lieve perplessità, che vi diremo: Kenny Leckremo (H.E.A.T.) è una piccola forza della natura ricoperta di acciaio, mentre Tommy Karevik (Kamelot, ex Seventh Wonder) è un concentrato di classe e possanza; questi ultimi rappresentano il secondo importante dualismo individuato in questa occasione, soprattutto nel momento in cui calcano il palco insieme in concomitanza di “The Wicked Symphony”, grazie al loro accostamento di talento esecutivo e alle differenti scelte estetiche: uno dei due sembra infatti pronto per cantare al Keep It True, mentre l’altro mantiene intatta la sua classica presentazione in nero, con una punta di muscolarità che non guasta.
Arrivando al terzo dualismo, in riferimento alle due figure più ‘attempate’, ci fa molto piacere trovare un Eric Martin (Mr Big) pressoché immune allo scorrere del tempo, cosa che purtroppo non possiamo dire per Ronnie Atkins (Pretty Maids), il quale si presenta drasticamente invecchiato ed indebolito a seguito della sua lotta contro il cancro, fortunatamente vinta dal celebre cantante heavy metal danese, seppur non senza qualche strascico, come percepibile al momento del duetto su “Promise Land” o dell’immancabile “The Scarecrow”, che riteniamo, come già accennato, sarebbe stata da affidare al sopracitato Herbie Langhans.
Si sente onestamente la mancanza di quella leggenda che risponde al nome di Bob Catley (Magnum), che meno di un anno fa al Rock Imperium in Spagna ci aveva fatto letteralmente commuovere, a settantasette anni suonati; senza contare che si tratta di una figura che, nell’ultimo decennio, non aveva praticamente mai rinunciato ad andare in tour con gli Avantasia, spinto da una passione e un cuore che dovrebbe essere ancora oggi una vera fonte di ispirazione.

Per quanto riguarda gli strumentisti, riteniamo sempre e comunque inattaccabile quel mito di Sascha Paeth (ex Heavens Gate) alla chitarra, così come il tastierista Miro Rodenberg e il batterista Felix Bohnke. Nulla di particolare da dire sul bassista André Neygenfind, mentre ci ha lasciato un po’ perplessi il secondo chitarrista Arne Wiegand, che ci risulta un po’ carente dal punto di vista dell’impatto scenico e abbastanza trascurabile da quello tecnico; il suo predecessore Oliver Hartmann ci era sembrato decisamente di un’altra pasta, nonché molto più capace di tenere il palco.
Parlando della scaletta, vi è sicuramente qualche assenza pesante (qualche estratto in più dai due “Metal Opera” non avrebbe guastato), ma considerando il risultato finale riteniamo di non poterci lamentare: “Reach Out For The Light” è ancora oggi uno dei migliori pezzi di power metal europeo, mentre la più oscura “The Toy Master” mancava dalla scaletta da troppi anni, peraltro eseguita con l’ausilio scenico di un trono alato, prontamente portato on stage per l’occasione. Ci fa inoltre molto piacere sentire pressoché sempre dal vivo le più melodiche “Dying For An Angel” e “Lost In Space”, così come le semiballad alla stregua di “Farewell” e “Lucifer”, che tuttavia si arrabbia nella seconda metà, per la gioia di chi, come noi, non riesce a non gioire nel momento in cui si palesa la tipica doppia cassa, in concomitanza di estratti come “Shelter From The Rain”.
Personalmente, riteniamo però che la forza degli Avantasia risieda sempre e comunque nell’atmosfera, che modula costantemente dall’allegro al sofferente, passando per il collerico e non lesinando sui saliscendi, come ci possono confermare la suite “Let The Store Descend Upon You” e la maliziosa “Twisted Mind”, per non parlare dell’ormai ben noto finale su “Sign Of The Cross/The Seven Angels”, su cui tutti i performer ci salutano con entusiasmo, dopo un’esibizione tra le più convincenti in assoluto di quelle cui abbiamo assistito da parte di Tobi e soci, perlomeno sotto alcuni punti di vista.
La nostra speranza è che, come enunciato anche dallo stesso frontman, il successo degli Avantasia abbia la possibilità di proseguire, di modo da dargli motivazioni sufficienti per immettere sul mercato altri album, cui seguiranno necessariamente altri tour come quello attuale, per la gioia di tutti gli amanti del power metal europeo più fiabesco. (Roberto Guerra)

Setlist:
Creepshow
Reach Out For The Light
The Witch
Devil In The Belfry
Phantasmagoria
What’s Left Of Me
Dying For An Angel
Against The Wind
Here Be Dragons
Avalon
Let The Storm Descend Upon You
Promised Land
The Toy Master
Twisted Mind
The Wicked Symphony
Shelter From The Rain
Farewell
The Scarecrow
Death Is Just A Feeling
Lucifer
Lost In Space
Sign Of The Cross / The Seven Angels

AVANTASIA

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