06/06/2011 - AVENGED SEVENFOLD @ Palaverde - Treviso

Pubblicato il 08/06/2011 da

A cura di Maurizio MorrizzBorghi
Foto di Francesco Castaldo

 


 

Tornano in Italia gli Avenged Sevenfold, dopo il clamoroso successo della datadi Milano ad Ottobre 2010, con due date estive a Treviso e Roma.Metalitalia è presente nell’unico appuntamento nel Nord Italia del“Welcome To The Family” tour, ed è testimone dell’usuale, incredibilemanifestazione d’amore del pubblico nei confronti della band. Arriviamoal PalaVerde di Villorba (Treviso) un paio d’ore prima del concerto, enon possiamo che apprezzare la venue, che offre parcheggio facile egratuito, servizio puntuale alle casse, un corpo security numeroso eattentissimo e altrettanti paramedici pronti a scattare. Se a tuttoquesto aggiungiamo pure la birra a 3 euro (33cl) non possiamo chebattere le mani!

AVENGED SEVENFOLD

L’orario di inizio del concerto è fissato per le 21:30, ma già dalle 20:00 i giovani sostenitori degli Avenged Sevenfold riempiono il palazzetto in maniera ordinata, chiamando i loro idoli a gran voce e con grandissimo anticipo. L’età media della popolazione è attorno ai 20 anni, con una distribuzione quasi equa tra ragazzi e ragazze, ma c’è anche qualche genitore ad attendere all’uscita (questo, più che far ridere qualche saccente della vecchia scuola, è invece un chiaro indicatore su chi saranno i futuri BIG della scena a parere di chi scrive). Seguendo la stessa politica del concerto di Milano non c’è alcun gruppo ad aprire la serata; nessuna indicazione sul perchè da parte nostra, ma vi promettiamo che ci siamo segnati la domanda sul taccuino per la prossima intervista. Allo spegnersi delle luci il PalaVerde è al 70% della capienza, ma quando attacca il carillon di preludio a “Nightmare” il frastuono delle urla è davvero incredibile. Gli A7X fanno la loro entrata in scena camminando lentamente, quando però parte l’urlo di M.Shadows il palazzetto sommerge l’amplificazione (di per sè già abbastanza alta), cantando ogni singola parola della strofa e alzando addirittura la voce nel ritornello. E’ questa la vera forza degli Avenged Sevenfold: un esercito di fan motivatissimo, fidelizzato e incattivito nel difendere i propri beniamini di fronte alla schiera di detrattori. La band, dal canto suo, non può che essere felice di tutto quest’affetto, e si prodiga nella solita performance ultra professionale, energica e piena di pose e sorrisi, senza mai cadere di tono o indugiare in pause fastidiose. La prova vocale di M.Shadows, contestata ampiamente in passato come uno dei punti deboli della formazione, appare assolutamente adeguata e grintosa: il suo stile graffiante è un massacro per le corde vocali, ma sono davvero pochi i momenti in cui il frontman abbassa la tonalità, e paradossalmente, in picchi di esaltazione, talvolta la alza addirittura, mostrando una potenza davvero invidiabile. Shadows risulta simpaticissimo, inoltre, quando ringrazia il pubblico italiano per essersi ripresi i buzzurri di Jersey Shore almeno per qualche mese. In molti hanno tenuto d’occhio l’assoluta novità di questo tour: il 23enne Arin Ilejay siede su uno sgabello incandescente, occupato dal compianto The Rev e successivamente dal mostruoso Mike Portnoy. La prova del gracile ragazzino è senza sbavature, ma i riflettori gli vengono dedicati solo per una trentina di secondi, per un trattamento da session man e niente di più da parte dei quattro. La scaletta non vede variazioni di rilievo rispetto alle precedenti date del tour, solo “A Little Piece Of Heaven” in encore stupisce un po’ tutti, nei suoi fantasiosi otto minuti, ma risulta sorpresa gradita per molti, mentre altrettanti si lamenteranno delle numerose esclusioni. Si perchè, venendo alla critica più facile che si può muovere verso gli Avenged Sevenfold, lo show dura solamente 75 minuti, per un totale di undici pezzi. Ognuno tira fuori la sua ipotesi: qualcuno ricicla i famigerati “problemi alle corde vocali di Shadows”, ma il cantante fino al 75esimo minuto regge benissimo; altri dicono “Non hanno rispetto per i propri fan”, ma il loro atteggiamento è tutt’altro che freddo nei confronti dei presenti sulle assi del palco. Un’altra domanda segnata sul taccuino dunque, e un’altra tacca sulla lista dei successi per gli Avenged Sevenfold, che con un ghigno beffardo si vendicano per la seconda volta dell’inguisto trattamento ricevuto in Italia al Gods Of Metal 2008. Ma forse è solo una nostra impressione, oramai anche da noi il gruppo ha svoltato alla grande anche nei gusti della maggior parte dei detrattori.

Setlist:

Nightmare
Critical Acclaim
Welcome to the Family
Almost Easy
Buried Alive
So Far Away
Afterlife
God Hates Us
Bat Country
Unholy Confessions

A Little Piece Of Heaven

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