Pubblicato il 29/10/2010 da
Matteo Cereda
Report a cura di Matteo Cereda
Uno dei concerti più attesi nella nostra penisola in questa seconda parte di 2010 è senza dubbio la data da headliner degli Avenged Sevenfold. La band statunitense ha saputo negli anni progredire il proprio songwriting collezionando consensi in serie e aumentando sensibilmente la base dei propri affezionati. Dischi come “City Of Evil”, l’omonimo e il recentissimo “Nightmare” hanno dato una bella scossa alla scena heavy melodica unendo classico e moderno con astuzia. Il fatto che l’evento sia stato successivamente spostato nella capiente sede del Palasharp testimonia il grande successo riscosso dal quintetto americano, non a caso il bellissimo colpo d’occhio del palazzetto ci offre una varietà di fan che va dalle ragazzine in delirio a metallari di vecchia data a conferma del fatto che gli Avenged Sevenfold non sono assolutamente un fenomeno esclusivamente per i più giovani.
AVENGED SEVENFOLD
Alle 21 in punto le note di “The Sound Of Silence” di Simon & Garfunkel si interrompono improvvisamente, le luci si spengono e tra il delirio generale gli Avenged Sevenfold salgono sul palco con una versione ben fatta della bellissima “Nightmare”. Il singer M. Shadows si presenta con occhiali da sole a specchio che non mollerà per tutto il concerto e maglietta dei Pantera, mentre gli altri membri della band sfoggiano un look vagamente glam, piuttosto modaiolo. Dietro alle pelli compare la figura in perfetta forma fisica di Mike Portnoy, il carismatico drummer sarà protagonista di una prestazione di alto livello per potenza e tiro, dimostrandosi a suo agio al cospetto di partiture ben diverse da quelle abituato a suonare con i Dream Theater. Alle spalle della band un grosso telo riproduce l’inquietante copertina dell’ultimo disco e l’aspetto coreografico viene completato da un impianto luci in grado di riflettere al meglio le atmosfere dei vari brani proposti. Neanche il tempo di prendere fiato e si riparte con “Critical Acclaim”, con tanto di voce registrata di The Rev, seguita a ruota dalle zuccherose melodie di “Welcome To The Family” e “Beast And The Harlot”. Gli Avenged Sevenfold non lesinano energie ed offrono una prestazione convincente per impatto e tecnica. I due chitarristi Synyster Gates e Zacky Vengeance mostrano anche dal vivo quell’intesa perfetta sentita su disco, mentre Mr. Shadows evidenzia un buon carisma nel look e nelle pose da rockstar limitando all’essenziale, soprattutto nella prima parte di concerto, la comunicazione con il pubblico. Dal punto di vista tecnico il frontman statunitense si rivela l’anello debole della band, la sua prestazione è sufficiente ma c’è ancora molto da lavorare per rendere al meglio le parti più melodiche ed alte, che sentite sul CD hanno ben altro spessore. Lo spettacolo raggiunge un bellissimo momento di raccoglimento ed unione fra band e pubblico allorché viene annunciata “So Far Away” con dedica al compianto batterista storico James Sullivan, omaggiato anche con una foto che lo ritrae abbracciato ai compagni di mille battaglie proiettata come scenografia sullo sfondo. La successiva “Afterlife” si rivela un vero e proprio delirio di consensi soprattutto nell’ammiccante apertura del ritornello, mentre la recente “God Hates Us” torna a picchiare duro con passaggi che ricordando non troppo velatamente i Metallica del “Black Album”. Dopo la sempre esaltante esecuzione di “Almost Easy” è già tempo per la band originaria della California di ritirarsi nei camerini prima del gran finale. La parte conclusiva dello spettacolo offre ancora emozioni al caloroso pubblico milanese, grazie alla seconda ballata di serata dal titolo “November…”, ops, “Seize The Day”, e soprattutto ad “Unholy Confession”, rispolverata dal secondo disco della band. Prestazione convincente e consensi univoci all’interno del palazzetto sono le note liete, ma per un futuro da grande band urgono miglioramenti sulle parti vocali e soprattutto una setlist numericamente più consistente, i ragazzi più giovani saranno rimasti impressionati dalla prestazione degli Avenged Sevenfold, ma chi ha masticato rock ed heavy metal per anni non può essere completamente soddisfatto.