live report a cura di Luca Paron
Per l’unica data italiana a supporto del recente e commemorativo greatest hits "Them XX", che ripercorre appunto i primi vent’anni della sfolgorante ma non priva di momenti difficili carriera dei Backyard Babies, il quartetto svedese agli ordini di Nicke Borg e Dregen cala su Bologna, e dà appuntamento all’Estragon a tutti i patiti dello scan rock e del glam. Osservazione: di certo il pubblico non è mancato come numero, ma si è notato un certo immobilismo e una pigra staticità, come se un episodio virale di narcolessia avesse colpito l’intera audience. Non sarà stato il concerto della vita per ognuno dei presenti (e comunque le frange di sfegatati non hanno fatto mancare il sostegno un solo attimo), ma di sicuro le band sul palco, dove comunque è stata percepita l’atmosfera, non meritavano il trattamento. Per una volta quindi, non il pubblico deluso dallo show, ma i gruppi spenti dall’apatia dei pervenuti. Mah…
SHOW STRIP SILENCE
Tocca ai connazionali Show Strip Silence aprire la serata dell’Estragon di Bologna. La band si assesta su un hard rock piuttosto detroitiano e quadrato, dimostrando una buona padronanza di palco, ma dando anche l’impressione di un potenziale ancora in larga parte inespresso. Le canzoni, tutte comunque ben suonate, mancano un poco di dinamicità, e risultano ulteriormente appiattite l’una sull’altra da un sound ancora non ottimizzato. Tanta buona volontà, una bella occasione per mettersi in luce sfruttata bene, ma ancora della strada da fare per arrivare al grande salto.
TRACY GANG PUSSY
I transalpini Tracy Gang Pussy sono una bella sorpresa. Dovete scusare l’ignoranza di chi scrive, ma non conoscevamo la formazione parigina giunta già all’album numero quattro, e forse la cosa ha anche contribuito a innalzare il grado di soddisfazione generato dal loro show. Molto coreografati, quasi ad un livello da headliner, e con il look giusto, i giovani francesi (età media sui venticinque e si direbbe suonino da almeno lo stesso tempo) scuotono piacevolmente il pubblico sfoderando un misto di scan rock, punk con accenni emo e sparute digressioni heavy, soprattutto in fase chitarristica. I nostri non si fanno pregare e sparano con verve ed energia tutte le loro cartucce, colpendo il centro del bersaglio il più delle volte. Gradita la sorpresa, sicuramente un gruppo da tenere d’occhio. E promettiamo di informarci meglio…
BACKYARD BABIES
In Italia per la terza volta in un anno e mezzo, il quartetto svedese torna in occasione dell’uscita di “Them XX”, sorta di celebrazione del ventennale della band e raccolta dei pezzi migliori, delle rarità e di altre amenità registrate da Dregen e soci. Arriviamo dritti al punto: quando si hanno delle gran canzoni, e i Backyard Babies ne hannno tante, è difficile che un concerto sia un fallimento (a meno che non ci si chiami Mötley Crüe…) e questo i BYB lo sanno. Saliti sul palco con una decina di minuti d’anticipo, attaccano con “Backstabber” e la festa non finisce più. Avere un best of da promuovere significa poter ripercorrere tutta la propria discografia, e carriera, senza vincoli o laccioli contrattuali e di rappresentanza. Ecco allora buttate sul piatto della bilancia “Made Me Madman”, “Dysfunctional Professional”, “I Got Spades”, la cover dei Faster Pussycat “Babylon”, “Highlights”, la “Brand New Hate” scritta con Ginger dei The Wildhearts, “Ghetto You” e “Bombed (Out Of My Mind)”. C’è spazio anche per gli albori di “Diesel And Power”, qui rappresentato da “Fill Up This Bad Machine” e “Electric Suzy”, mentre l’ultimo omonimo CD del 2008 fornisce “Drool”, Abandon”, “Degenerated” e “Nomadic”, che chiude il set prima dei bis. Ma c’è ancora tempo e i BYB ritornano subito in scena per concludere con un quartetto da infarto: “Minus Celsius”, l’incredibile “Look At You”, “People Like People Like People Like Us” e “Robber Of Life”. Non tutto è stato rose e fiori (a momenti la sensazione è stata quella di poca comunicatività e di un pizzico di pilota automatico sul palco) ma il concetto è sempre lo stesso: quando hai delle gran canzoni il gioco è praticamente fatto, e se aggiungete che i nostri hanno suonato bene e che la folla era lì solo per loro, potete immaginare il risultato. Gran bel concerto di un gran bel gruppo, che ha segnato il rock degli anni zero come pochi.
La scaletta completa della serata:
“Backstabber”
“Made Me Madman”
“Devil-May-Care”
“Dysfunctional Professional”
“I Got Spades”
“Drool”
“Wireless Mind”
“Babylon”
“Highlights”
“Brand New Hate”
“Too Tough To Make Some Friends”
“Abandon”
“Degenerated”
“Fill Up This Bad Machine”
“Ghetto You”
“Electric Suzy”
“Bombed (Out Of My Mind)”
“One Sound”
“Nomadic”
Encore:
“Minus Celsius”
“Look At You”
“People Like People Like People Like Us”
“Robber Of Life”