Chiamatelo metal moderno, metalcore, math metal, progressive o come preferite, tanto la sostanza non cambia. Questo carrozzone di giovani band ha riempito il Circolo degli Artisti di Roma. “The Parallax: Hypersleep Dialogues 2011 European Tour” questo il nome scelto dagli americani per il giro di date nel vecchio continente. Gli americani Between The Buried And Me erano molto attesi specie dopo la pubblicazione di qualche mese fa dell’ottimo loro ultimo lavoro in studio. A fine show si può dire che il gruppo non ha deluso minimamente le aspettative, confermandosi di spessore assoluto. A fargli compagnia gli Animals As Leader, progetto musicale strumentale di indubbia qualità musicale seppur di difficile digestione sonora, e i francesi Doyle, ragazzi alle prese con un metalcore classico. Il Circolo degli Artisti di Roma, location che nel corso degli anni si è ampiamente rinnovata diventando un vero e proprio centro d’aggregazione al di là dei concerti, ha registrato il pienone per lo show, organizzato dalla puntuale HellFire Booking. Metalitalia.com (giunta sul posto quando i baresi BACKJUMPER avevano da poco terminato il loro show) era ovviamente presente e questo è il suo reportage!
DOYLE
Facilmente catalogabili nel fine metalcore-emo e via dicendo (loro dicono “screamo”), spetta ai francesi Doyle aprire lo show. Sulle note di “New Season”, facilmente riconoscibile, il cantante inizia la sua performance, praticamente un’urlata interminabile senza tanto criterio dall’inizio alla fine, cercando di ammorbidire le sue corde vocali quando le chitarre virano da un riffing moderatamente serrato a melodie tipiche del genere. La nota di merito del concerto, se di merito si può parlare, è il tuffo del cantante all’inizio dello show nel pit da dove ha cantato tutta la prima canzone. I Doyle non sfondano ma mettono in mostra una seria arrabbiatura. Sarà colpa della disoccupazione transalpina?
ANIMALS AS LEADERS
Ricordandoci con il loro monicker che “siamo tutti essenzialmente degli animali”, i tre americani salgono sul palco per scaldare definitivamente l’audience prima degli headliner. La proposta musicale dei nostri è di quelle di difficile collocazione. Quel che è sicuro è che nota dopo nota, il gruppo propone le sue canzoni tutte in maniera strumentale. Il gruppo infatti è un progetto strumentale solista di Tosin Abasi e canzone dopo canzone conquista il pubblico, specie quando mantengono per più di qualche secondo il riffing di chitarra, operazione essenziale per rendere assimilabile la loro difficile proposta musicale per chi non è un loro fan. Il pubblico (e gli Animals hanno più di qualche fan fra questi) apprezza e tributa per la mezz’ora di concerto svariati applausi.
BETWEEN THE BURIED AND ME
Il tempo di uscire dal locale e prendere aria dopo la prova degli Animals ed ecco che salgono sul palco i cinque americani. L’inizio è ovviamente tirato e incentrato sul nuovo album che dà il nome al tour. È “Specular Reflection” ad aprire in maniera potente il concerto. Le chitarre sono leggermente basse, divorate da voce e batteria che rubano la scena. Al primo break acustico dei nostri c’è tempo per saggiare la tonalità pulita di Tommy Giles Roger, molto bravo anche a sdoppiarsi nel ruolo di tastierista. Il suo cantato conquista immediatamente il pubblico. Siamo di fronte a una band dalla proposta musicale molto varia, che spazia su diversi generi all’interno della canzone e che dal vivo non perde un briciolo di energia rispetto a quanto registrato in studio. Il brano scorre via veloce complici le innumerevoli variazioni della sezione ritmica, ora jazz, ora death metal, ora progressive. Impressionanti campi di tempo del gruppo che passa subito alla seconda traccia dell’album composto da tre canzoni, “Augment Of Rebirth”. L’inizio è vorticoso sull’assolo di chitarra iniziale, e sono la perfetta esecuzione delle canzoni da parte dei nostri e l’ottima fattura di queste a esaltare il folto pubblico capace di passare in pochi secondi da stati di fomento generale sui passaggi più death metal a momenti di pura contemplazione quando sparisce l’elettricità e rimane la voce pulita del cantante a occupare da sola la scena. Senza mai dare un punto di riferimento musicale per più di qualche secondo, i BTBAM attingono a “The Great Misdirect” per proporre la contorta “Obfuscation” il cui coro (“Close one eye / Step to the side”) viene cantato a squarciagola da tutti prima di abbandonarsi alla brutale ripartenza. Dallo stesso album del 2009 segue “Disease, Injury, Madness” (come passare dal grindcore all’acustico in pochi secondi per poi tornare al jazz e a tante altre cose, tutte sublimi) cui fa seguito poi “White Walls” (esaltazione del lavoro di chitarra solista), estratta da “Colors”, prima che i nostri lascino il palco per poi tornare subito soddisfacendo la fame di musica del pubblico romano, imbarazzato nell’attrezzare un coro per una band dal nome oggettivamente difficile. I BTBAM eseguono “Selkies: The Endless Obsession”, da “Alaska”, all’insegna di un’autentica perizia strumentale. Dopo un’ora e quasi venti minuti di concerto il pubblico è appagato. Ottimo concerti per una serata carica di note quanto più della discografia dei Motorhead.
Setlist:
- Specular Reflection
- Augment of Rebirth
- Obfuscation
- Disease, Injury, Madness
- White Walls
- Selkies: The Endless Obsession