23/06/2024 - BIOHAZARD + FEAR FACTORY @ Phenomenon - Fontaneto D'Agogna (NO)

Pubblicato il 30/06/2024 da

Report di Maurizio ‘morrizz’ Borghi
Foto di David Scatigna

Domenica sera, pioggia incessante e concerto fuori Milano, in una zona non raggiunta dai mezzi di trasporto? Nel bel mezzo del fittissimo calendario estivo? Se parliamo di Fear Factory e Biohazard, si può fare!
Sono nomi che evocano i fasti di Dynamo 1995, festival che ha fatto sognare, grazie alle registrazioni tramandate su VHS, i metallari che trent’anni fa erano affamati di novità, immortalando un vero e proprio fenomeno generazionale nelle menti degli appassionati.
Oggi, nei Fear Factory c’è rimasto solo Dino Cazares, lo sappiamo, ma la rifondazione del gruppo sta avvenendo con il ‘nostro’ Milo Silvestro al microfono, in un evento più unico che raro.
I Biohazard in formazione originale invece sono assenti dai nostri palchi dal lontano novembre 2008, e ci hanno fatto aspettare un po’ prima di venire a suonare anche dalle nostre parti, dall’ultima reunion con Evan Seinfield, avvenuta nel 2022.
Il pubblico si sposta quindi molto volentieri per raggiungere il Phenomenon a Fontaneto D’Agogna, provincia di Novara: un locale moderno e dinamico, che si può trasformare in locale open air con una configurazione estiva e può ospitare anche una piscina, oltre ad avere un ristorante annesso.
Il pubblico risponde bene viste le premesse, così alle 20:30 tutti sono pronti ad assistere allo show della Fabbrica Della Paura.

 

FEAR FACTORY
Abbiamo già fatto le nostre considerazioni sulla reunion dei Fear Factory quando a fine novembre li abbiamo visti per la prima volta dalla ‘rigenerazione’ a Milano, nello spettacolo da headliner al Santeria.
La band era già parsa ben rodata, ma di fronte all’immenso numero di date che il gruppo di Dino sta macinando in giro per il mondo (non si sono praticamente mai fermati) eravamo curiosi di testarli nuovamente sul campo.
In estrema sintesi, è ovvio che questi non sono i Fear Factory originali, ma è altrettanto vero che sono almeno venticinque anni che i brani del gruppo suonano così bene dal vivo, vuoi per mestiere ed estrema affinità con Dino – il bassista Tony Campos potrebbe esserne il fratellastro – vuoi per età e perizia – il trentasettenne Milo è praticamente perfetto nell’interpretare i brani del gruppo, inoltre il quarantenne Pete Webber (dagli Havok) è un batterista tecnico e potente.
In questa replica dello show di novembre chi non c’era è rimasto parimenti a bocca aperta, soprattutto nel constatare una resa vocale fedelissima alle parti su disco anche nelle parti più impegnative, affrontata da un professionista che, a pensare che è ai suoi primi tour internazionali, gestisce la situazione in maniera incredibile per performance canora, tenuta di palco e dimestichezza.
Dopo l’iconico Dino, protagonista di svariati siparietti sul palco, è proprio Milo a tenere in piedi il set: è vero che il romano replica in tutto e per tutto l’operato di Bell, ma va considerato che al momento (fino a quando sarà tempo di scrivere pezzi nuovi) è esattamente questo che gli viene richiesto, inoltre il nostro connazionale è molto più partecipativo sia verso il pubblico che verso i suoi compagni, dimostrando personalità e carattere.
La scaletta è accorciata e ancora non è tempo di pezzi nuovi, ma saltano fuori “New Breed” e “Fuel Injected Suicide Machine”, mentre dopo aver percorso un po’ tutta la discografia del gruppo il finale stavolta, dopo l’immancabile “Replica”, è affidato alle cavalcate chitarristiche di “Zero Signal”.
Tra fontane di scintille e sorrisi compiaciuti, oltre che una “Disruptor” che mostra le capacità vocali di Silvestro, il concerto bissa sostanzialmente il successo novembrino. Nessuno, anche stasera, uscirà poco convinto.

Setlist:
What Will Become?
New Breed
Recharger
Shock
Edgecrusher
Powershifter
Disruptor
Fuel Injected Suicide Machine
Linchpin
Archetype
Demanufacture
Replica
Zero Signal

BIOHAZARD
Dopo un lungo cambio palco è il turno degli attesi Biohazard, che arriveranno davanti a un backdrop immenso sulle note registrate di “State Of The World Address”. Anche i banner lato palco riproducono la copertina del disco del ’94, a testimoniare che il live di stasera sarà puramente una celebrazione del ‘prime’ del quartetto, con estratti da “State…”, “Urban Discipline” (1992) e “Biohazard” (1990).
Parlando di band storiche in formazione originale, quasi nessuno riesce ad essere in forma come Evan Seinfeld, Billy Graziadei, Bobby Hambel e Danny Schuler, un quartetto che ha davvero voglia di stare sul palco e che, nei cinquanta inoltrati, riesce davvero ad essere competitivo e dare il 110% tutte le sere.
La tripletta iniziale “Shades of Grey”, “What Makes Us Tick” e “Tales From the Hard Side” riporta direttamente al passato, e nel passato si resta per tutta la scaletta. Rimane evidente che senza Evan è impossibile replicare la resa di due frontman complementari e carismatici, i cui continui scambi vocali vengono sostenuti dalle gustose incursioni chitarristiche di Bobby Hambel: solo loro riescono a far tornare a pogare parecchi over 40 ormai ritirati.
Nel tripudio di estratti dai due dischi più famosi dei Biohazard le chicche della serata sono “How It Is” e “What Makes Us Thick”, brani di “State” che non vengono proposti spesso dal vivo, “Victory” e “Hold My Own” dal debutto “Biohazard” e anche “We’re Only Gonna Die” dei Bad Religion, sulla quale la band insiste perché avvenga il circle pit più grande della serata.
Come anticipato è evidente come, forse grazie alle prolungate pause, la band sia divertita e appaia vogliosa sia di stare sul palco che di celebrare la propria eredità artistica, non dimenticando mai che il protagonista assieme alla band è il pubblico: così tutti cercano continuamente il botta e risposta nei cori, la connessione fisica vocale e anche solo visuale con il pubblico, e anche un duro come Evan, oggi particolarmente loquace, si lancia in commenti scherzosi su (testuali parole) “figa e pizza” – alimento che, nonostante il trascorso da imprenditore in una pizzeria di New York, probabilmente non è presente nella dieta di Evan, che a cinquantasei anni mostra una forma incredibile.
In qualche occasione la band prende in prestito la fontana di scintille dei Fear Factory, e Bobby Hambel decide di andare a suonarci sopra di proposito scatenando l’ilarità collettiva, mentre Billy Graziadei si prende i riflettori nella maniera più usuale, chiedendo (letteralmente) il supporto del pubblico e andando a suonare sopra le prime file in uno degli istanti più fotografati della serata.
Il momento di “Punishment” e “Hold My Own” arriva tra gli applausi, dopo i quali tutti si dedicano ad abbracciare vecchi e nuovi fan, soprattutto Seinfeld che resta a lungo a chiacchierare e fare foto con tutti, snobbando pure la foto di rito della formazione sul palco. Un gruppo leggendario ed inossidabile, che ha promesso di tornare presto forse con nuova musica.
Un ritrovo tanto atteso e davvero sentito, una band indistruttibile e uno spettacolo sudato e caloroso. Down For Life!

Setlist:
State of the World Address (Intro only)
Shades of Grey
What Makes Us Tick
Tales From the Hard Side
Urban Discipline
Chamber Spins Three
Black and White and Red All Over
Victory
Wrong Side of the Tracks
Five Blocks to the Subway
Love Denied
How It Is
Tears of Blood
We’re Only Gonna Die (Bad Religion cover)
Punishment
Hold My Own

pubblico

0 commenti
I commenti esprimono il punto di vista e le opinioni del proprio autore e non quelle dei membri dello staff di Metalitalia.com e dei moderatori eccetto i commenti inseriti dagli stessi. L'utente concorda di non inviare messaggi abusivi, osceni, diffamatori, di odio, minatori, sessuali o che possano in altro modo violare qualunque legge applicabile. Inserendo messaggi di questo tipo l'utente verrà immediatamente e permanentemente escluso. L'utente concorda che i moderatori di Metalitalia.com hanno il diritto di rimuovere, modificare, o chiudere argomenti qualora si ritenga necessario. La Redazione di Metalitalia.com invita ad un uso costruttivo dei commenti.