A cura di Maurizio “MorrizZ” Borghi
Foto di Francesco Castaldo
17 marzo 2011: festa nazionale dell’Unità d’Italia e tappa italiana del “Berzerkus Tour 2011”, con protagonisti Black Label Society e i congregari Godsized. La ghiotta occasione del ponte lavorativo permette a molti, per una volta anche a coloro che sono lontani dalla location milanese dell’Alcatraz, di raggiungere il guitar hero Zakk Wylde e celebrare alzando una birra al cielo. La risposta del pubblico è da sold out anticipato, e mai come in questa occasione, nemmeno quando passiamo dalla venue quando suona la popstar del momento, notiamo tanti bagarini e tante bancarelle col merch abusivo. Confidando che tutti costoro restino a bocca asciutta ci addentriamo nel locale…
GODSIZED
Ad aprire la serata sono i Godsized, four piece che risulta presto la brutta copia degli headliner: orgoglio sudista (anche se la formazione proviene dalla nebbia Londinese), attitudine “badass” e look da biker fanno da contorno ad una proposta musicale che è strettamente derivativa dalla banda dell’Etichetta Nera. Senza dubbio una grande occasione per la band, che viene accolta con calore da un club molto statico (al massimo si può fare headbanging per non rovesciare la birra) ma elettrico, entusiasta e rumoroso. Il gruppo sa tenere il palco e dimostra di saper fare il proprio dovere, ma risulta decisamente poco dinamico. Anche tenendo conto della simpatia del frontman (un Kirk Windstein con l’ugola di Zakk) i Godsized cascano nelle stesse identiche coordinate stilistiche, e verranno eclissati dagli headliner con certezza matematica.
BLACK LABEL SOCIETY
Mesi travagliati hanno separato l’ultima esibizione dei Black Label Society sul suolo italico (nella stessa cornice dell’Alcatraz) dalla serata in questione: prima il ‘licenziamento’ di Zakk Wylde dalla band della leggenda Ozzy Osbourne (a parere di molti dovuto al carisma crescente dello stesso Zakk), poi la bagarre a mezzo stampa con conclusiva riappacificazione, infine, a fine 2009, i gravi problemi di salute che hanno tenuto l’artista lontano dai palchi per una trombosi polmonare. Quello che ci troviamo oggi davanti agli occhi è uno Zakk invecchiato e ingrassato, che però non ha perso in motivazione e carisma: quando cala il sipario (raffigurante il teschio simbolo del gruppo) è “The Beginning… At Last” a mostrarcelo magnetico e spaccone come sempre, ancora più imponente nella sua fisicità, pronto a infuocare il locale per i successivi 90 minuti. Una performance segnata da volumi decisamente sostenuti (anche se non si arriverà mai agli eccessi dei Machine Head) e da una scaletta senza sorpresa alcuna per chi ha spiato quella delle precedenti date del tour. Immancabile il prolisso assolo di una decina di minuti, come la precedente sessione al piano conclusasi con una ruvida “In This River”. Si fa in tempo a finire le scorte di birra al bar rialzato (!!!) prima che il concerto trovi la sua degna conclusione con una versione elettrica di “The Blessed Hellride” e mostruosa la tripletta finale composta da “Suicide Messiah”, “Concrete Jungle” e “Stillborn”, che mandano in estasi una folla adorante. Nessun bis questa volta, forse ci si aspettava un minutaggio maggiore ma nessuno si lamenterà esplicitamente, forse per l’adrenalina ancora in corpo, forse per la gioia derivante dalla conferma dello stato di salute di Zakk Wylde, un’icona che il mondo del metal ha rischiato di perdere troppo presto. Da segnalare la prestazione compatta e convincente di John DeServio e Nick Catanese, e soprattutto il caloroso benvenuto a Josh Kelly degli indimenticati Type O Negative, stranamente vestito di verde anche in questa occasione. A concerto finito i quattro scatteranno una bella foto ricordo rivolti verso la telecamera, e si concederanno al pubblico in una lunga sessione di saluti. Sorriso sulle labbra, con quel senso rigonfiante di autostima che solo una bionda può regalare, possiamo rimeterci la giacca e saltare sulla sella per tornare al club ad aumentare la gradazione alcolica o immergerci in qualche scollatura ben riempita… almeno col pensiero!