09/10/2006 - Blind Guardian + Astral Doors @ Alcatraz - Milano

Pubblicato il 15/10/2006 da
A cura di Alessandro Corno e Carlo Paleari.

I Blind Guardian sono tornati a calcare i palchi italiani e, anche questa volta, l’evento è stato un successo assoluto. Per quanto riguarda la data meneghina del tour di supporto al nuovo “A Twist In The Myth”, il pubblico italiano si è ritrovato stipato all’interno di un Alcatraz completamente sold-out e non sono stati pochi i ragazzi rimasti fuori a bocca asciutta (o tra le fauci dei soliti squali-bagarini…) a causa della mancanza di biglietti. A rendere ancora più appetitoso l’evento, poi, ci hanno pensato gli svedesi Astral Doors, una delle rivelazioni del metallo tradizionale degli ultimi anni, che sapranno infiammare il pubblico in attesa dei propri beniamini.

ASTRAL DOORS

In un clima di trepidante attesa per i “bardi” di Krefeld, tocca agli svedesi Astral Doors aprire le danze di fronte ad una platea che sembra non aver ignorato le recenti ottime produzioni del sestetto. Gli ultimi  “Evil Is Forever” e “Astralism” non sono passati di certo inosservati ed il pubblico è desideroso di verificare la preparazione del gruppo anche in sede live. Le aspettative non vengono certo tradite e la band dimostra da subito una buona coesione ed una notevole preparazione tecnica. Si parte con “Black Rain” e da subito convince la prova del cantante Patrik Johansson, dotato di un’impostazione hard rock e di una palese somiglianza con l’idolo Ronnie James Dio. La scaletta è inizialmente incentrata soprattutto sugli ultimi due lavori da cui vengono estratte ottime tracce quali “Tears Of A Titan”, “It’s Time To Rock”o “London Caves”. La veloce “Bride Of Christ” è l’unico episodio sul quale il bravo cantante non è del tutto convincente, unico piccolo neo di una prova altrimenti perfetta. Il gruppo è inizialmente un po’ freddo e statico ma presto le cose cambiano ed i nostri si dimostrano in grado di interagire col pubblico, intrattenendo ed incitando i numerosissimi spettatori, senza mai mettere in secondo piano la perizia esecutiva. Con “Evil Is Forever” la folla partecipa e canta, dimostrando un apprezzamento che permarrà per tutto il resto del concerto. Le chitarre di Haglund e Nordlund sostengono a dovere Patrick con un riffing preciso e con ottimi assoli. Lo show dura complessivamente quarantacinque minuti e termina con “Cloudbreaker”, tra applausi e commenti positivi da parte di un pubblico che da li a poco inizierà a chiamare a gran voce i veri mattatori della serata… i “Signori” Blind Guardian.

BLIND GUARDIAN

Dopo un cambio palco abbastanza snervante, soprattutto a causa dell’elevato numero di persone ammassate, finalmente le luci si spengono e dagli altoparlanti si diffonde la consueta “War Of Wrath”, che accompagna l’ingresso della band al completo. Il pubblico dei Blind Guardian, da sempre uno dei più partecipi nelle esibizioni live, recita ad alta voce ogni parola, ma il vero e proprio boato esplode con “Into The Storm”, che segna l’inizio del concerto. La band è come sempre una piccola macchina da guerra e si lancia subito in una performance energica e serrata; Marcus Siepen e Andrè Olbrich macinano riff su riff; il nuovo arrivato, Fredrick Ehmke, si dimostra all’altezza della situazione e Hansi… be’, si sa, il cantante dal vivo non è mai ineccepibile, giusto per usare un eufemismo. All’inizio zoppica un po’, si inceppa sugli acuti, abbassa diverse parti di un’ottava, però ci mette tanto calore e, man mano che lo show avanza, la sua voce si scalda e la maggior parte dei problemi vengono risolti, in parte anche grazie al contributo del pubblico, che canta a squarciagola assieme alla band. Si continua con “Born In A Mourning Hall”, il primo estratto da “Imaginations From The Other Side”, un album che verrà riproposto quasi integralmente nel corso della serata, e la solita splendida “Nightfall”, che coinvolge davvero tutti il pubblico. Proprio con questo brano, viene presentata una novità a livello visivo, dato che i Blind Guardian, per la prima volta, decidono di aggiungere un tocco in più ad alcune canzoni, proiettando delle animazioni e dei fondali sullo schermo alle loro spalle. Dopo la classica e sempre emozionante “The Script For My Requiem”, arriva il primo estratto dal nuovo album: il singolo “Fly”. Il brano dal vivo rende davvero alla grande e mostra un lato inedito nel songwriting della band. Curiosamente, benché si tratti del tour di supporto a “A Twist In The Myth”, saranno solo due gli estratti dal nuovo disco: non ci è dato sapere il perché di questa scelta, possiamo solo ipotizzare che la band, avendo pubblicato da pochissimo il materiale, preferisca prediligere i vecchi classici, in modo da non spiazzare eccessivamente il pubblico e lasciando che i nuovi brani si ‘sedimentino’ un po’, prima di riproporli in gran numero. Il concerto continua alla grande, mentre i Blind Guardian sciorinano le loro cartucce migliori, imperversando lungo tutta la loro discografia: ecco quindi arrivare “Valhalla”, con il suo consueto finale allungato, che permette al pubblico di partecipare con entusiasmo; “Time Stands Still (At The Iron Hill”; “A Past And Future Secret”, che concede un momento di tregua alla platea con le sue sonorità celtico-acustiche; “Bright Eyes” e “Lost In The Twilight Hall”. Dopo un’ora abbondante di musica intensa, però, Hansi annuncia quello che sarebbe dovuto essere l’ultimo pezzo (naturalmente non ci ha creduto nessuno!): la lunga e articolata suite dedicata alla guerra di Troia, “And Then There Was Silence”. Nei suoi 14 minuti, il brano dispiega tutto il lato più enfatico ed arzigogolato della band, raggiungendo quella vetta di magniloquenza e ipertrofia che era, allo stesso tempo, il pregio e il limite di un lavoro come “A Night At The Opera”. Allo spegnersi delle ultime note, la band ringrazia e saluta il pubblico. Giusto il tempo di una breve pausa prima di ricomparire sul palco per un ‘tris’ di grande effetto: si parte con la roboante “I’m Alive”, si sterza sul nuovo album con l’accattivante “Another Stranger Me” (splendida in versione live!) per poi concludere con un altro classico, “Imaginations From The Other Side”. Ancora una volta la band saluta e si congeda, ma naturalmente non può essere tutto finito: ci sono almeno due canzoni che non possono mancare nella scaletta di un concerto dei ‘bardi’. Eccoli quindi ritornare sul palco e proporci la solita, immortale, meravigliosa “The Bard’s Song (In The Forest)”. Ora, chiunque abbia avuto il piacere di assistere ad un concerto dei Blind Guardian sa che questo brano è un’esperienza da vivere, uno di quegli inni in cui la band diventa quasi un accessorio e il vero protagonista è il pubblico che canta e riversa tutto il proprio entusiasmo nelle parole della canzone. Stupenda, come sempre. Dopo un boato interminabile, il pubblico inizia ad invocare a gran voce “Mirror Mirror” e subito viene accontentato, grazie ad una performance terremotante di quello che, probabilmente, è diventato il brano simbolo della band di Krefeld. Questa volta il concerto è davvero finito e il pubblico saluta con un grande applauso i sei musicisti, acclamandoli per ringraziarli della magistrale esibizione. Che dire? Da sempre i Blind Guardian si sono dimostrati una band ben al di sopra della media e anche nelle prove dal vivo in pochi riescono a sprigionare la stessa energia e a ricreare le stesse magiche atmosfere. I ‘bardi’ sono tornati e, ancora una volta, ci hanno incantato con la loro arte: speriamo di rivederli presto!

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