A ben sette anni di distanza dall’ultima volta, i teutonici ed iconici Blind Guardian tornano a reclamare la propria posizione sul palco versione grande dell’Alcatraz di Milano, forti del loro indiscutibile ruolo nella storia del power metal old-school, nonché dell’uscita di un nuovo album grintoso e apprezzato anche da chi non li seguiva da tempo, nonostante non siano mancate le critiche da parte di molti – e questo ci rende ancora più curiosi di saggiarne la resa in sede live.
Memori di ben tre occasioni in cui abbiamo avuto di vederli lo scorso anno, con risultati invero sfavillanti ed impeccabili sul fronte esecutivo, le nostre aspettative sono molto alte, anche se non mancherà qualche lievissima criticità, ma ne parleremo a breve.
In apertura a loro troviamo gli israeliani Scardust, dediti ad una formula apparentemente derivativa, ma con invero molti spunti personali da prendere in analisi, col risultato di completare un quadro in grado di rendere potenzialmente appassionante un altrimenti noioso martedì sera milanese. Buona lettura!
SCARDUST
Direttamente dai dintorni di Tel Aviv proviene questa recente formazione dal carattere sinfonico, rappresentata dalla bella presenza e dalle versatili doti vocali della cantante Noa Gruman.
Malgrado le loro chiare ispirazioni a formazioni come gli olandesi Epica, notiamo con piacere che nella loro proposta trova spazio una massiccia componente progressive, percepibile tanto negli sfoggi tecnici, quanto in figure ritmiche e fraseggi dal retrogusto jazzistico, sebbene non manchino anche fasi apparentemente più scanzonate e persino al limite del folk.
I singoli musicisti forniscono una prova esemplare, anche se in alcuni momenti si percepisce una coesione non ottimale, abbinata ad una compattezza sonora che non colpisce direttamente come dovrebbe, ma questo potrebbe anche essere colpa dei suoni di oggi. La sopracitata cantante, oltre a modulare tra diversi stili vocali, riesce nella non facile impresa di coinvolgere molti presenti, invogliandoli anche ad intonare il ritornello di un paio di brani, cosa nient’affatto scontata quando parliamo di una band sconosciuta in apertura a qualche illustre collega.
Ciò rappresenta un ulteriore motivo per affermare di aver assistito ad uno show ad opera di una band con del potenziale, motivo per cui invitiamo i lettori a dare un ascolto ai loro due album attualmente disponibili sul mercato e a farsi un’idea.
BLIND GUARDIAN
Come già affermato in fase di introduzione, nella nostra memoria sono ancora ben salde le esibizioni esaltanti dello scorso anno ad opera dei Bardi di Krefeld, in cui a spiccare era soprattutto una resa generale precisa e impattante nello stesso tempo, anche grazie ad un Hansi Kursch in forma smagliante dietro al microfono.
Quest’oggi, sin dall’inizio sulle note della leggendaria “Imaginations From The Other Side” si percepisce un po’ di ruvidità e fatica sul piano vocale, seppur non in modo grave, data probabilmente da una condizione di salute non ottimale, cosa che ci verrà poi confermata a concerto finito, quando verremo a sapere che l’intera band sta attraversando un periodo di influenza stagionale più o meno invalidante. Ciò ci è parso palese ascoltando Hansi cantare i brani, ma anche durante i suoi lunghi monologhi tra un pezzo e l’altro; mai avremmo comunque pensato che anche la band fosse in condizioni analoghe, considerando che lo show di stasera è musicalmente uno dei più violenti che abbiamo avuto modo di saggiare da loro negli ultimi anni.
Questo anche grazie ad una scaletta belligerante e a dei volumi spinti oltre il limite, sebbene avremmo gradito una cura migliore dell’equalizzazione e della nitidezza sonora, soprattutto sul piano vocale, già in parte compromesso per i motivi sopracitati e quest’oggi decisamente troppo distorto all’orecchio.
A parte questo, notiamo con piacere che la suddetta problematica non impedisce al frontman di continuare e portare a casa lo show con tutta la grinta necessaria, nonché ad omologarsi ad una band che sprigiona ancora una forza a dir poco incredibile: ci fa piacere notare che i nuovi estratti, come “Blood Of The Elves”, “Violent Shadows” e “Deliver Us From Evil”, dal vivo spingono e fomentano ancora più che su disco, anche se è chiaro che le attenzioni maggiori sono tutte per classici del calibro di “Nightfall”, “The Script For My Requiem” e “Time Stands Still (At The Iron Hill)”.
Tuttavia, la dose più massiccia di adrenalina si alza dal pubblico in concomitanza della micidiale “Majesty”, malgrado un piccolo inciampo della tastiera nell’intro, durante la quale è ancora possibile udire la collera musicale che muoveva le gesta dei Bardi nei primi anni della loro carriera, quando la componente più legata allo speed metal rappresentava un autentico cardine nella loro proposta. Ovviamente senza nulla togliere alla successiva “Traveler In Time”, emozionante opener di quel capolavoro che è “Tales From The Twilight World”.
Immancabili ovviamente le ballad, e in questa sede la band ce ne propone ben tre: la poco nota “Skalds And Shadows”, l’immancabile “The Bard’s Song – In The Forest” (cantata quasi interamente dal pubblico) e la più tardiva “Lord Of The Rings”, che trova posto nell’encore insieme ad una lunga e inaspettata “Sacred Worlds” e alle immancabili “Valhalla” e “Mirror Mirror”, le quali permettono nuovamente al mitico Andrè Olbrich di sfoderare il suo talento alla sei corde, mai abbastanza riconosciuto dalla comunità internazionale.
Nonostante, come dicevamo, qualche lieve limite dato dalle condizioni di salute altalenanti, possiamo dire che i Blind Guardian abbiano portato a casa lo show con energia e classe, meritandosi i complimenti da tutti i presenti e ribadendo agli scettici che loro sono ancora qui per restare, e che i loro fantastici pezzi hanno ancora ben pochi rivali all’interno del panorama. Speriamo di rivederli presto e ne approfittiamo per augurar loro una pronta guarigione, di modo da proseguire efficacemente il tour ed ergersi come le mura di Minas Tirith, ancora più forti di prima.
Setlist:
Imaginations From The Other Side
Blood Of The Elves
Nightfall
The Script For My Requiem
Violent Shadows
Skalds And Shadows
Time Stands Still (At The Iron Hill)
Deliver Us From Evil
The Bard’s Song – In The Forest
Majesty
Traveler In Time
Sacred Worlds
Lord Of The Rings
Valhalla
Mirror Mirror