22/03/2017 - BLOOD INCANTATION + CRUCIAMENTUM + SEPREVATION @ Nambucca - Londra (Gran Bretagna)

Pubblicato il 26/03/2017 da

Kill-Town Bookings, agenzia che per anni è stata responsabile del leggendario omonimo death metal festival di Copenhagen, è da tempo diventata uno dei principali promoter di tour underground nel cosiddetto Vecchio Continente. Se una band di stampo death, black o doom si sta facendo segnalare con lavori di elevata qualità nel sottobosco più oscuro del nostro genere, state certi che prima o poi KTB riuscirà a portarla in tour da queste parti, magari assieme ad un gruppo affine altrettanto interessante. La prima calata europea della storia dei Blood Incantation avviene proprio grazie all’interessamento dell’agenzia danese, abile a captare l’hype del momento e ad allestire prontamente un breve tour per questa promettentissima formazione statunitense. A supporto – se non come co-headliner – un’altra importante realtà della attuale scena death metal, ovvero i Cruciamentum, alfieri da tempo di un sound senza compromessi che negli ultimi anni ha fatto continuamente proseliti. Il passaparola nel circuito underground funziona sempre alla grande e la tappa londinese regala un quasi sold out che sa di trionfo. Conosciamo bene la scena locale e il responso medio a tour con protagonisti gruppi death e black e possiamo affermare che formazioni sotto contratto con case discografiche più potenti e con alle spalle attività promozionali ben più vaste possono solo sognarsi un’affluenza simile a quella che constatiamo stasera. Evidentemente i veri appassionati di questo genere musicale sanno ancora distinguere la vera qualità dai cosiddetti fuochi di paglia, arrivando giustamente a premiare con grande entusiasmo gruppi che non fanno altro che lasciare parlare la loro musica (i Blood Incantation non hanno nemmeno un profilo Facebook ufficiale). Una tale cornice fa certamente ben sperare per il futuro del movimento underground in terra d’Albione.

CRUCIAMENTUM

Dopo un breve set dei Seprevation, giovane formazione di Bristol autrice di un affilato death metal old school ispirato in primis a Deicide e Sadistic Intent, tocca al primo dei grandi protagonisti della serata calcare il palco. Per i Cruciamentum il tour attualmente in corso è soprattutto un’occasione per testare una line-up che negli ultimi tempi ha subito più di uno scossone. Il batterista D.B-H. e il chitarrista R.C. hanno infatti lasciato il gruppo per concentrarsi sui Grave Miasma e al loro posto sono stati reclutati J.F., già dietro le pelli dei black metaller spagnoli Ered e Sheidim, e tale D.R. al basso. Richard Brass (ex Winterfylleth e Wodensthrone) è quindi passato dalle quattro alle sei corde, diventando a tutti gli effetti il braccio destro del cantante/chitarrista e leader Daniel Lowndes. Vi è qualche interrogativo attorno a qusta formazione ampiamente rinnovata, ma la band impiega pochissimo per affermarsi davanti ai già numerosi presenti; il suono è sin da subito molto corposo e gli ingranaggi in seno al gruppo risultano perfettamente oliati. Brass si occupa anche del cantato in certi passaggi e la resa è ottima: non avevamo mai sentito pezzi come “Convocation of Crawling Chaos” e “Piety Carved from Flesh” eseguiti con una tale foga. Lowndes e il nuovo chitarrista si sostengono a vicenda, donando ulteriore profondità ad un death metal che, da basi molto fosche e compassate, è sempre in grado di aprirsi a riff e partiture più sciolte e prettamente da headbanging su canovacci ispirati a grandi del passato come Morbid Angel e Demigod. Una canzone come “Collapse” è il sunto perfetto del sound dei Cruciamentum e, non a caso, questa viene eseguita verso la fine, proprio per esaltare al massimo quanto espresso sin lì. Il pubblico – sempre molto esigente da queste parti – resta incollato al palco per tutta la durata dello show e a fine concerto parte addirittura un coro “Cru-cia-men-tum! Cru-cia-men-tum!”. Test indubbiamente superato, per Lowndes e compagni.

BLOOD INCANTATION

Molte band si direbbero preoccupate di esibirsi dopo una realtà come i Cruciamentum, ma i Blood Incantation chiaramente non rientrano fra queste. Il gruppo statunitense è sulla bocca di tutti gli appassionati da quando ha rilasciato il proprio fenomenale debut album la scorsa estate, ma le voci sul suo conto si sono fatte ancora più entusiastiche ed insistenti di recente, ovvero da quando i ragazzi hanno iniziato ad andare in tour. E questa sera capiamo il perchè. Se “Starspawn” ci ha presentato una band ricca di personalità, la dimensione concertistica ci fornisce ulteriori importanti segnali sulla effettiva caratura di questa formazione. I Blood Incantation non sono solo un gruppo capace di comporre dell’ottimo death metal, ma sono anche una live band semplicemente straordinaria. Ovviamente non è da tutti riuscire a replicare fedelmente dal vivo un album così denso come “Starspawn”, ma i Blood Incantation riescono davvero a fare apparire il tutto come un giochetto per bambini. Adesso finalmente capiamo il motivo per cui la band abbia deciso di registrare il proprio materiale suonando live in studio, senza ricorrere ai trucchi più moderni: musicisti come questi non hanno bisogno di ritoccare nulla. Gli assoli e tutte le parti più tecniche e concitate vengono eseguite con estrema nonchalance, mentre i Nostri si cimentano del più furente degli headbanging, e l’intera esibizione è pervasa di un senso di urgenza e vitalità che ci rimanda direttamente ai primi concerti death metal ai quali abbiamo avuto modo di assistere, ormai ben più di due decenni fa. Vuoi per la presenza scenica assolutamente genuina e coinvolgente, vuoi per il rigoroso utilizzo delle famigerate chitarre B.C. Rich, la vista di un gruppo così compatto, vitale e a tratti invasato, non può che farci ricordare le prime volte che abbiamo visto su un palco band come Death o Morbid Angel. Sono anni che non proviamo simili sensazioni: abbiamo davanti una band che si ispira ai maestri, ma che ha tutta l’eleganza necessaria per non apparire come una caricatura. Fra le prime file vi sono essenzialmente due tipi di persone: quelli che scapocciano e quelli che non sanno se restare a bocca aperta o se filmare quanto sta avvenendo di fronte a loro. Il quartetto del Colorado fomenta la platea dal primo all’ultimo minuto della sua performance, alzando di continuo l’asticella dell’intensità fino a raggiungere il trionfo più clamoroso con l’esecuzione di “Vitrification of Blood (Part 1)”/Hidden Species (Vitrification of Blood Part 2)”. Davanti ad una tale suite, il pur convincente set dei Cruciamentum risulta quasi un esercizio di stile. Sapevamo che i Blood Incantation erano una realtà talentuosa, pienamente meritevole dell’attenzione sinora prestatale, ma oggettivamente non eravamo pronti ad una personalità tanto contagiosa in sede live. Chi ancora parla di “death metal giunto al capolinea” o chi aspetta sempre e solo le mosse di dinosauri ormai pronti per la pensione, dovrebbe provare ad assistere ad uno show di questi ragazzi; se avete a cuore questo genere musicale, non potrete fare a meno di riconoscere di avere davanti una realtà davvero speciale.

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