18/10/2017 - BLOOD INCANTATION + SPECTRAL VOICE + BLASPHEMER @ Blue Rose Saloon - Bresso (MI)

Pubblicato il 22/10/2017 da

Dopo avere portato a termine una prima fugace puntata in nord Europa nel corso della scorsa primavera, i Blood Incantation replicano in autunno facendo però le cose in grande: i death metaller statunitensi tornano infatti nel Vecchio Continente per una trentina di date, portando con loro i “cugini” Spectral Voice, ovvero la death-doom metal band in cui militano ben tre membri della formazione autrice dell’acclamato “Starspawn”. Proprio gli Spectral Voice sono al centro dell’attenzione di molti fan e addetti ai lavori, avendo da pochi giorni rilasciato il loro atteso debut album “Eroded Corridors of Unbeing”. Il duo, per nostra fortuna, cala anche in Italia per due show, a Bresso (Milano) e Bologna; dopo aver saggiato le straordinarie doti degli headliner in quel di Londra a marzo, non possiamo fare a meno di concederci il bis recandoci presso l’ormai noto Blue Rose Saloon, piccolo locale che in questo mercoledì sera registrerà un’affluenza ben al di sopra delle aspettative, lasciando ampiamente soddisfatti sia band che organizzatori. Fortunatamente il passaparola e l’effettivo valore della proposta musicale sembrano avere ancora un peso nel piccolo circuito death metal nostrano, bravo a supportare calorosamente queste due promettentissime realtà proprio come sta accadendo nel resto del mondo.

BLASPHEMER

Oltre che dalla notevole affluenza di pubblico, la serata viene valorizzata dalla presenza di uno special guest d’eccezione, ovvero i redividi Blasphemer, da poco passati attraverso una serie di cambi di line-up che hanno portato lo storico gruppo death metal lombardo a stabilizzarsi come quartetto, con il bassista Clod “The Ripper” De Rosa ad assumere il ruolo di frontman fra i chitarristi Simone Brigo e Nicolò Brambilla. A completare la formazione, il giovane Davide Cazziol alla batteria. Si percepisce un po’ di emozione fra i ragazzi, forse anche perchè in questo momento la platea deve ancora scaldarsi, tuttavia il concerto non fatica a decollare: la nuova collocazione al centro del palco si addice a De Rosa – figura carismatica già nota a tanti per la sua carriera di tatuatore – e il resto del gruppo gli gira attorno con fare pratico ed esperto. Brigo e Brambilla si trovano bene nel gestire le nuove istanze old school del riffing di chitarra – evidenti in particolare nell’ultimo singolo “Jesus Is Stripped of His Garments” – ma va registrato anche il buon lavoro svolto alle backing vocals, che spesso si sovrappongono a quelle del frontman riempiendo gli spazi e incattivendo ulteriormente il sound. Insomma, buona la prima per questa nuova incarnazione dei Blasphemer: attendiamo ora nuove date e magari un seguito più corposo al suddetto singolo uscito quest’anno.

SPECTRAL VOICE

Ci approcciamo allo show degli Spectral Voice con nelle orecchie l’ottima prova discografica offerta con il fresco di stampa “Eroded…” e non veniamo delusi dall’esibizione del quartetto statunitense. I chitarristi Paul Riedl e Morris Kolontyrsky e il bassista Jeff Barrett fanno muro sul palco, ma il nucleo vitale del concerto è Eli Wendler, impegnato dietro le pelli e al microfono. Una performance non priva di sbavature, quella del cantante/batterista, ma certamente sentita e coinvolgente; un po’ Chris Reifert, un po’ Proscriptor McGovern, il giovane Wendler detta i tempi e gli umori dello show, controbilanciando qualche neo a livello tecnico con un fervore ammirevole e un carisma già invidiabile. Dal canto loro, i cosiddetti membri di movimento fanno il possibile per rendere il concerto un’esperienza il più fisica e appassionante possibile: il materiale di “Necrotic Doom” è il perno della scaletta e sui riffoni cadenzati di episodi come “Diffluence of Ruined Graves” l’headbanging viene facile e copioso. Peccato non ascoltare molti estratti dal full-length, ma forse per queste prime date europee il gruppo ha preferito puntare sui pezzi più collaudati e impattanti, tenendo da parte le sue velleità atmosferiche e sperimentali. Comunque, davanti all’effetto carro armato di certi riff doppiati dalla doppia cassa di Wendler, lungi da noi lamentarsi. Il Blue Rose trema per tutta la durata del set dei quattro di Denver.

BLOOD INCANTATION

Mostruosità death metal e numeri da circo sono invece il fulcro dell’esibizione degli headliner. Come ormai già noto fra chi ha avuto la fortuna di vederli dal vivo, i Blood Incantation sono tutto fuorchè una band tesa e impacciata sul palco: Paul Riedl – adesso nel ruolo di frontman – impressiona con assoli e tapping anche quando impegnato nel più viscerale headbanging, e il resto della formazione non sbaglia un colpo, mettendo davanti al pubblico tutta l’esperienza e l’enorme affiatamento maturati nel corso dell’ultimo anno di tour. Siamo tutti curiosi di ascoltare il nuovo album dei Morbid Angel o l’ennesimo ritorno dei Cannibal Corpse, ma davanti a concerti come quello dei Blood Incantation la nostalgia e il richiamo dei cosiddetti grandi nomi passano in secondo piano soppiantati dalla consapevolezza che questo genere musicale può contare su giovani e affamate realtà che hanno davvero tutte le carte in regola per confezionare arte di altissimo calibro. Questi quattro ragazzi si erano rivelati delle macchine oliatissime a marzo e stasera riescono a riconfermarsi su livelli eccellenti, non facendo registrare alcuna sbavatura o calo di tensione. Gli astanti non riescono a capire granchè dele buffe introduzioni ai brani di Riedl, il quale, anzichè rivolgersi ai fan con le solite arringhe, spiega le filosofiche tematiche dei testi con una flemma che sa tanto di presa per il culo; tuttavia vediamo tali surreali parentesi come una ulteriore attestazione della personalità del quartetto, che da sempre si tiene a debita distanza da tutto ciò che è banale e prevedibile. Inoltre, si tratta pur sempre di pochi secondi in uno show altrimenti davvero intenso, nel quale la band trova anche il modo di inserire un pezzo inedito che, ad un primo ascolto, sembra seguire e ampliare il discorso avviato con “Starspawn”, tra fosco techno-death metal e oniriche pillole semi-acustiche. La palma di highlight del concerto, in ogni caso, la dividono “Obfuscating the Linear Threshold” e “Vitrification of Blood (Part 1)”, due perle che i ragazzi interpretano con innati maestria e trasporto. Non si può chiedere di più a questo primo concerto italiano della carriera dei Blood Incantation. Perfezione su tutta la linea.

0 commenti
I commenti esprimono il punto di vista e le opinioni del proprio autore e non quelle dei membri dello staff di Metalitalia.com e dei moderatori eccetto i commenti inseriti dagli stessi. L'utente concorda di non inviare messaggi abusivi, osceni, diffamatori, di odio, minatori, sessuali o che possano in altro modo violare qualunque legge applicabile. Inserendo messaggi di questo tipo l'utente verrà immediatamente e permanentemente escluso. L'utente concorda che i moderatori di Metalitalia.com hanno il diritto di rimuovere, modificare, o chiudere argomenti qualora si ritenga necessario. La Redazione di Metalitalia.com invita ad un uso costruttivo dei commenti.