Torniamo a vedere ed ascoltare in sede live il progetto di Nicola Manzan nella stessa cornice bolognese, in condizioni ovviamente diversissime, a distanza di quasi un anno e mezzo. Come allora la data è sold-out, con la differenza che questa volta ci ritroviamo per forza di cose in trenta ‘pochi intimi’. La voglia di suonare però è grandissima, tanto che il dinamico duo Manzan e Vagnoni ha trasformato la data in un triplo (!) set, per dare la possibilità a più persone possibile di assistere allo show. E’ in una domenica pomeriggio di un maggio fortunatamente ancora fresco che ci ritroviamo quindi nuovamente al Freakout Club di via Zago, quartiere Bolognina, e anche se è tutto diverso, è comunque un po’ come essere tornati a casa.
Ore 16.45, prima chiamata: l’atmosfera è rilassata nonostante le norme anti-contagio siano rispettate in modo attento da organizzatori e pubblico. Nessuna ressa all’ingresso, quando arriviamo quasi tutti i presenti sono già seduti – distanziati – su sedie e poltrone disposte tra interno ed esterno del locale. Le porte infatti sono tutte aperte, e non c’è bisogno di ricordare l’utilizzo della mascherina. Di primo acchito un po’ timorosi, persa ormai l’abitudine a fare le cose più normali come ordinare da bere al bancone, ci tranquillizziamo rapidamente e assistiamo al concerto sprofondati in una comodissima poltrona in pelle umana, a lato del palco, felici di tornare a sentire ogni furioso colpo sulle pelli che ci rimbomba dentro.
L’ultima volta che avevamo visto Bologna Violenta in azione si trattava di un’occasione speciale, un set (quasi) interamente dedicato all’album “Uno Bianca”, dipinto sonoro minimale e implacabile delle terribili vicende che insanguinarono l’Emilia-Romagna a cavallo tra anni ‘80 e ‘90. Se quella era stata a suo modo un’occasione solenne e toccante (nonostante, o meglio grazie alla totale assenza di retorica della proposta) questa volta l’aria che si respira è distesa e scherzosa. Nicola è di casa nel piccolo club felsineo e oggi torna ad essere accompagnato dal batterista Alessandro Vagnoni, che si dimostra immediatamente un preziosissimo valore aggiunto col suo incedere implacabile e micidiale. La prima parte dello show è dedicata all’ultimo nato, “Bancarotta Morale”, che viene eseguito per metà, violino e batteria. Sono brani brevissimi (sempre sotto al minuto) e interamente strumentali, schegge dissonanti che uniscono musica da camera e arie popolari apparentemente rassicuranti, ad un drumming estremo, nella miglior tradizione del progetto. Inutile dire che anche qui nulla è lasciato al caso e la formazione classica e le esperienze musicali poliedriche di Manzan emergono nella scrittura dei brani, che saranno anche frammenti brevissimi, ma sono tutt’altro che semplici.
I ragazzi non si risparmiano e, imbracciata la chitarra, proseguono con una manciata di brani tratti da “Discordia”, tra i quali “Sigle Di Telefilm” e le violentissime “Incredibile Lite Al Supermercato” e “Un Mio Amico Odia Il Prog”, intricata e perfino barocca, esempio lampante della grande ironia che è parte integrante di Bologna Violenta. Si prosegue a ritroso nella discografia della band, toccando “Utopie E Piccole Soddisfazioni”, e con “Mi Fai Schifo”, “Utopie” e “Vorrei Sposare Un Vecchio” è ancora ironia al vetriolo, grind, sperimentazione, musica classica e rimandi culturali e musicali al cinema di genere, il tutto suonato con un piglio prog allucinato che mette in discussione tutto quello che avete sempre pensato di sapere sul progressive. Dietro a Bologna Violenta c’è una grandissima conoscenza della tradizione, che viene dissacrata in maniera intelligente e mai cervellotica, senza pretese ideologiche e moralizzatrici, e senza censure, unendo perfettamente riferimenti culturali ‘alti’ e popolarissimi. Giungiamo in chiusura a “Il Nuovissimo Mondo”, da cui sono estratte, tra le altre “Trapianti Giapponesi” e “L’Uomo: Ultimo Atto?” con la quale il duo ci saluta.
Il tempo è passato veloce e per una volta ci siamo perfino dimenticati di essere costretti a respirare attraverso una mascherina. Per noi si è trattato di una piacevolissima conferma: Bologna Violenta è una creatura particolare e acuta, il cui tasso di ‘letalità’ aumenta dal vivo in modo esponenziale. Se vi capita, non fateveli sfuggire.