11/02/2023 - BRING ME THE HORIZON + A DAY TO REMEMBER + POORSTACY + STATIC DRESS @ Mediolanumforum - Assago (MI)

Pubblicato il 16/02/2023 da

A cura di Maurizio ‘morrizz’ Borghi
Foto di Simona Luchini

Forum sold-out ed atmosfera da grandi eventi per il ritorno dei Bring Me The Horizon, che dopo la data a Bologna nel 2019 stanno portando in tour l’ottimo “Post Human: Survival Horror”. Che la data caschi di sabato sera ha sicuramente aiutato le vendite, ma siamo contenti che con leggero ritardo possiamo vedere anche in Italia gli ex enfant prodige del deathcore esplodere nella rumorosa dimensione di arena rockers accogliendo fan di lunga data, neofiti e pubblico più trasversale. Guardando le facce di chi affolla il Forum non siamo però di fronte a un pubblico generalista né a un pubblico casuale: i BMTH infatti hanno nutrito e allevato la propria fanbase passo per passo, senza mai tradirla nonostante l’evoluzione stilistica. Ad allungare la festa troviamo protégé della formazione inglese come Static Dress e Poorstacy assieme a un peso massimo come A Day To Remember,

STATIC DRESS
Il pubblico si presenta presto al Forum, di conseguenza gli Static Dress possono sfruttare tutto il beneficio che un tour del genere può portare alla loro carriera: il quartetto di Leeds parte forte col suo post-hardcore caotico e moderno, fatto di stop and go, riff rumorosi, dissonanze e improvvise aperture melodiche screamo. Protagonista assoluto il frontman Olli, che si esprime in una performance viscerale e si fa notare da tutti i presenti, seguito dal misterioso chitarrista mascherato Contrast come elemento scenico di spicco. Gli estratti di “Rouge Carpet Disaster” non sono proprio la cosa più immediata con cui fare i conti e la resa sonora è assolutamente migliorabile, nonostante tutto però a fine set siamo spinti a fare un paio di giri sulla loro discografia. Promossi.

POORSTACY
Profilo interessante quello di Poorstacy, artista di Palm Beach che fonde influenze goth rock a post-punk, emo, rap ed heavy metal. Parte fortissimo e pretende la reazione immediata del pubblico chiedendo un circle pit sulle note della rumorosa “Knife Party”, ma successivamente si schianta malino alle prese col cantato melodico nel brano successivo. La sua figura longilinea e vestita di nero cerca con forza attenzioni verso di sé e dobbiamo ammettere migliora anche sotto il punto di vista melodico, ma anche con una proposta interessante visto dalle tribune lo show appare troppo acerbo per i palazzetti, sia per la ruvidità punk che per il contesto emozionale che per la ricerca di una fisicità che viene necessariamente meno su un palco di grandi dimensioni. Abbiamo visto comunque sprazzi di un artista molto onesto e dalle forti tinte dark, che con la supervisione di mentori come Oli Sykes e Travis Barker potrà sicuramente evolvere in meglio. Per ora il contesto è prematuro ed evidentemente sbagliato.

A DAY TO REMEMBER
Chi invece si trova fortemente a suo agio davanti a folle importanti sono gli A Day To Remember, che si vedono riservato un trattamento decisamente di favore da parte degli headliner: sia la disposizione del palco che l’utilizzo di un impianto luci importante, così come cannoni di fumo e palloni, insieme ovviamente a un minutaggio sostenuto, li rendono quasi co-headliner della serata (almeno finché non andremo a sperimentare quel che succederà dopo). I suoni sono settati a puntino e il pubblico è decisamente elettrico quando si parte con “The Downfall of Us All”, “All I Want”, “Paranoia” e “A Shot in the Dark”, per poi andare a coprire quella che è un po’ la setlist standard degli ADTR, quella che abbiamo sbirciato nel recente tour americano con Bad Omens e Beartooth insomma, con pezzi pescati da tutto il repertorio una successione a prova di proiettile. Un eccellente Jeremy McKinnon guida il pubblico per tutto il tempo ammiccando e tergiversando tra le influenze punk e metalcore del gruppo con la ‘scioglievolezza’ e il carisma di un cantante R&B, del tutto consapevole delle sue possibilità. Non mancano i siparietti più vicini al pop punk, come le celebri “Degenerates” e la collaborazione con Marshmello, “Rescue Me”. La band lo segue con maestria per un’esperienza collaudata e godibile anche al primo ascolto, dosando le energie come qualsiasi formazione che macina date ed è contemporaneamente professionale ai massimi livelli. Suonano la bellezza di tredici brani chiudendo con il classico “All Signs Point to Lauderdale”, facendo felici appassionati e neofiti: non che abbiano ancora qualcosa da dimostrare, ma gli ADTR stasera sono davvero un valore aggiunto.

BRING ME THE HORIZON
Come abbiamo scritto poco fa niente poteva presagire a cosa sarebbe accaduto coi Bring Me The Horizon sul palco. Va detto che l’hype era alle stelle dopo l’ottima esibizione dei main supporter, tanto che il pubblico ha dovuto scaricare intonando pezzi di Limp Bizkit e Korn in diffusione, esplodendo in un canto liberatorio su “Chop Sway!” dei System Of A Down. Quando si spengono le luci si capisce che il retropalco e le sue passerelle sono un enorme wall led ad altissima luminosità e definizione, che diventerà presto protagonista dello show assieme ai fenomeni di Sheffield. Un’assistente androgino/demoniaco andrà a darci il benvenuto, facendo poi lo scan del pubblico ed andando ad introdurre la serata in quella che sarà un’esilarante esperienza interattiva: l’assistente andrà infatti a rilevare la presenza di stupefacenti tra il pubblico, per poi segnalare la preoccupante assenza di circle pit ed invitare, a mo’ di steward, all’ “open this fucking pit up”.
Dire che si parte a cannone con “Can You Feel My Heart” è dir poco: i Bring Me The Horizon sono carichi a palla e il palazzetto viene giù sotto le urla del pubblico, che intona ogni singola nota supportato dal wall display – strumento che andrà ad intrattenere in più modi, dalla semplice visualizzazione delle liriche alla riproduzione di curatissimi filmati dall’estetica anime/videogame/2000s, alla già citata interazione col pubblico e alla visualizzazione di riprese in tempo reale. “Happy Song”, “Teardrops” e “Mantra” continuano a scatenare tutti i presenti, ed è incredibile come ad ogni canzone l’impianto scenico riesca a trasformare l’atmosfera in maniera drammatica, scintillante e spettacolare, nei toni lisergici o dai colori acidi e sparati come nel bianco e nero di “Teardrops”, oppure nell’impianto da videogame arcade di “Parasite Eve” o “Obey”.
Uno spettacolo per gli occhi certo, ma la band non è da meno. Chi ricorda un Oli Sykes in difficoltà nella transizione sonora degli anni di “There Is A Hell…” non crederà ai propri occhi e alle proprie orecchie: il frontman di stasera è semplicemente grandioso, sia per la performance vocale sia per la fisicità con cui domina il palco, passando per la delicatezza di certi momenti e per il legame fortissimo che riesce ad instaurare con il suo pubblico, in totale venerazione. E’ anche simpatico notare come in questa ormai definitiva (?) forma più rock si porti dietro tanti retaggi metal, come i growl sporadici, le posture deathcore a gambe aperte e ginocchia piegate e l’invito ripetuto a pratiche come circle pit e mosh.
C’è di tutto comunque nei quindici brani eseguiti stasera, dall’emo di “Strangers” alle parti zarrissime di “Kingslayer”, da una “Follow You” in acustico alle immense hit “Shadow Moses”, “Sleepwalking” e “Drown”.
Chi l’avrebbe mai detto? Dagli esordi deathcore i Bring Me The Horizon ce l’hanno fatta: è qui davanti ai nostri occhi, i fischi nelle orecchie e le emozioni forti lo testimoniano, sono una delle più grandi rock band del pianeta.

0 commenti
I commenti esprimono il punto di vista e le opinioni del proprio autore e non quelle dei membri dello staff di Metalitalia.com e dei moderatori eccetto i commenti inseriti dagli stessi. L'utente concorda di non inviare messaggi abusivi, osceni, diffamatori, di odio, minatori, sessuali o che possano in altro modo violare qualunque legge applicabile. Inserendo messaggi di questo tipo l'utente verrà immediatamente e permanentemente escluso. L'utente concorda che i moderatori di Metalitalia.com hanno il diritto di rimuovere, modificare, o chiudere argomenti qualora si ritenga necessario. La Redazione di Metalitalia.com invita ad un uso costruttivo dei commenti.