22/04/2023 - CANNIBAL CORPSE + DARK FUNERAL + INGESTED + STORMRULER @ London Forum - Londra (Gran Bretagna)

Pubblicato il 26/04/2023 da

Frenati, come tanti altri, per lunghissimo tempo dalle restrizioni legate alla pandemia, i Cannibal Corpse hanno finalmente avuto modo di sfogarsi con uno dei tour più lunghi della loro storia. Per ben sette settimane, gli statunitensi hanno infatti imperversato per l’Europa, tenendo una quarantina di date in una dozzina abbondante di paesi per promuovere la loro ultima fatica discografica, “Violence Unimagined”. Purtroppo l’Italia non è rientrata nell’itinerario di questa titanica invasione, questo per richieste economiche considerate oggettivamente proibitive dai promoter del nostro paese, in rapporto al richiamo che il gruppo attualmente genera nello stivale. Qualche ‘expat’ e i fan più intraprendenti hanno comunque avuto modo di vedere la storica death metal band in una delle recenti date; a noi è toccata quella di Londra, ovvero la penultima tappa di questo imponente tour al quale hanno partecipato anche Dark Funeral, Ingested e Stormruler. Il sabato è da sempre il giorno più ‘comodo’ per recarsi a un concerto, e infatti il Forum ha fatto registrare il sold-out (oltre duemila persone), con orde di metallari a gremire il quartiere di Kentish Town già da metà pomeriggio. Al nostro ingresso in questo celebre ex teatro, il colpo d’occhio è stato come prevedibile decisamente notevole: del resto, i Cannibal Corpse si confermano un curioso fenomeno nel panorama death metal, essendo l’unica band della cosiddetta vecchia scuola a ottenere riscontri importanti anche al di fuori del circuito di appartenenza. Puntualmente, ai loro concerti non accorrono solo death metaller, ma anche ascoltatori occasionali e ‘turisti’ del genere richiamati dalla risonanza di questo ormai leggendario nome.

L’atmosfera ‘da stadio’ viene bene sfruttata dagli STORMRULER, i quali si rendono protagonisti di una piacevole mezz’ora all’insegna di un algido e al contempo altamente melodico black-death metal in cui sono assai palesi i rimandi ai classici Dissection. La platea non dimostra di avere chissà quale familiarità con la proposta degli americani, ma con il passare dei minuti le arie eroiche della formazione conquistano una buona fetta delle prime file. Del resto, più tardi sarà il turno dei Dark Funeral, band con cui i ragazzi originari del Missouri hanno almeno qualcosina in comune a livello di sonorità, e in sala non mancano quindi ascoltatori disposti a dare loro una possibilità. Dal canto loro, gli Stormruler si impegnano a fondo e sfruttano al meglio l’occasione ricevuta. Siamo pertanto convinti che in occasione della loro prossima calata ci sarà qualche fan in più ad accoglierli.
Ci sentiamo di fare un discorso simile anche per gli INGESTED, nonostante il gruppo di Manchester possa già godere di una discreta popolarità da queste parti. D’altronde, i death metaller inglesi non si sono mai sottratti alla cosiddetta gavetta, suonando in lungo e in largo per il Regno Unito sin dalla loro fondazione, avvenuta ormai diciassette anni fa. Nella capitale britannica li abbiamo visti muovere i primi passi in locali da poche decine di persone così come aprire per realtà enormi: lo show di stasera è dunque l’ennesimo passo in un percorso di affermazione sempre più costante.
Con il tempo Jay Evans è diventato un frontman smaliziato, ma anche il resto della band ha ormai dalla sua tutta l’esperienza per ben figurare. I suoni all’interno del Forum non sono eccelsi, ma le partiture più pesanti e i passaggi maggiormente vicini al deathcore aiutano la band a farsi notare, generando un muro di suono ‘ignorante’ capace di destare l’interesse anche dei più diffidenti. La quarantina di minuti a disposizione del quartetto si snoda insomma con indubbia verve, davanti a coinvolgimento sempre più evidente da parte del pubblico. Pezzi come “Impending Dominance e “Invidious” lasciano il segno e alla fine anche per i bravi Ingested si può dunque parlare di occasione sfruttata a dovere.
I DARK FUNERAL invece non hanno ormai nulla da dimostrare: li seguiamo su disco e li vediamo dal vivo più o meno regolarmente sin dalla metà degli anni Novanta e sappiamo bene che i black metaller svedesi sono ben capaci di dire la loro anche sulle assi di un palco. Purtroppo questa sera il gruppo guidato da Lord Ahriman è quello più penalizzato a livello di resa sonora: almeno dalla nostra posizione, all’altezza del banco del mixer, i suoni appaiono deboli e confusi, con le chitarre quasi del tutto assenti nelle prime battute dell’opener “Nosferatu”. Le cose su questo fronte migliorano un pochino con il passare dei minuti, ma, in generale, il quintetto scandinavo non riesce mai a dare l’idea di avere realmente in pugno l’intera platea, incespicando sistematicamente fra suoni mai davvero a fuoco e qualche abbaglio a livello di scaletta.
Lasciare da parte classici come “The Arrival of Satan’s Empire”, “Hail Murder” o “My Dark Desires” per proporre un episodio fiacco come “When I’m Gone” o la certo non trascendentale “Let the Devil In” risulta un errore, soprattutto se si guarda alla reazione delle prime file durante questi brani: la tensione cala non poco e la band sembra riprendersi a fatica da queste parentesi all’insegna della stanchezza. Ci vuole la conclusiva “Where Shadows Forever Reign”, con tanto di stendardo con logo Dark Funeral fieramente sbandierato da Heljarmadr (bella cafonata!), per infondere nuovamente un bel po’ di energia nella performance.
Alla fine, i Nostri escono pure dai personaggi, ringraziando fan, le altre band e la crew che li ha accompagnati in questo tour in maniera estremamente calorosa: una digressione che il pubblico dimostra di apprezzare e che riporta un po’ di calore dopo qualche battuta di troppo andata a vuoto nel set di questa sera. Ci auguriamo di poter rivedere presto il quintetto in un contesto più curato.
Quasi superfluo sottolinearlo, ma gli headliner vengono al contrario supportati da suoni ben più pieni e potenti. Da sempre i CANNIBAL CORPSE fondano il loro successo sul loro enorme impatto live e questa sera ne abbiamo l’ennesima dimostrazione: chi scrive ha avuto modo di vedere dal vivo il gruppo americano una trentina di volte in altrettanti anni e l’impressione resta sempre positiva, anche a fronte del fattore senilità, il quale ormai non può proprio più essere ignorato, se si parla di una realtà come questa. Non esistono precedenti di band death metal i cui membri sono entrati saldamente nella cinquantina: in questo senso, i Cannibal Corpse e i gruppi loro coetanei stanno a tutti gli effetti facendo la storia. Quando il death metal è diventato un fenomeno underground, nessuno si sarebbe immaginato che i protagonisti di quei primi bestiali dischi sarebbero stati ancora in attività quarant’anni dopo; per di più, quasi nessuno si sarebbe aspettato che musicisti come Alex Webster e compagni, una volta arrivati a questo punto della carriera, sarebbero stati in grado di suonare questo genere di musica con lo stesso ardore e la stessa resa di molti discepoli ben più giovani.
Eppure, un concerto come quello di stasera è esemplificativo: i Cannibal Corpse sono ancora perfettamente in grado di riproporre il loro repertorio senza apparire patetici. Certo, i Nostri sono da sempre piuttosto statici sul palco e da qualche tempo la loro scaletta presenta qualche midtempo in più;  inoltre, George Fisher è negli anni diventato un po’ più ciarliero, in modo da allungare le pause tra un pezzo e all’altro per dare la possibilità ai suoi soci di rifiatare. Tuttavia, quando il gruppo parte e tira dritto – “The Time to Kill is Now”, “I Cum Blood”, “Devoured by Vermin”, “Hammer Smashed Face” – non ce n’è ancora per nessuno. L’esecuzione è precisa e il growl del corpulento frontman regge ancora.
Parliamo insomma di un’altra grande dimostrazione di forza da parte di un manipolo di veterani che, assieme agli Immolation e pochi altri, è ancora una vera garanzia per quanto riguarda la resa dal vivo. Il pubblico, adorante ed estremamente famelico nel pit, fa quindi il resto: cornice clamorosa ed energia ai massimi livelli. Poteva starci forse qualche hit in più – a noi è mancata una “Make Them Suffer” o una “Sentenced to Burn” – ma con una ventina di episodi in scaletta, tra cui ci piace ricordare anche le sempre avvincenti “Death Walking Terror” e “Stripped, Raped and Strangled” (quest’ultima dedicata al compianto Trevor Strnad dei The Black Dahlia Murder) non si può dire che il quintetto non si sia impegnato, anzi!
Con il carismatico Erik Rutan ormai saldamente alla seconda chitarra, i Cannibal Corpse stanno invecchiando benissimo, confermandosi esempio di perseveranza, forma e integrità per chiunque voglia cimentarsi in una carriera all’insegna del death metal. Lezione da maestri anche stasera e tutti a casa.

Setlist:
Scourge of Iron
The Time to Kill Is Now
Inhumane Harvest
Code of the Slashers
Fucked With a Knife
The Wretched Spawn
Gutted
Kill or Become
I Cum Blood
Evisceration Plague
Death Walking Terror
Condemnation Contagion
Necrogenic Resurrection
Unleashing the Bloodthirsty
Devoured by Vermin
A Skull Full of Maggots
Stripped, Raped and Strangled
Hammer Smashed Face

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