Live report a cura di Claudio Giuliani
L’ultima volta che a Roma hanno suonato i Cannibal Corpse la serata fu veramente violenta: la gente rimasta fuori senza biglietto forzò i cancelli del Circolo degli Artisti, tutto esaurito per la calata italiana della band capeggiata da George “Corpsegrinder” Fischer. Questa volta la location del concerto non è la stessa, non a caso aggiungeremmo. E’ l’Alpheus, locale storico ed eclettico della zona Ostiense a ospitare questo super tour di death metal americano con l’unica aggiunta degli svedesi Evocation. Il bill è eccezionale, i Dying Fetus hanno da poco sfornato un nuovo, cattivissimo album e suonare di spalla ai Cannibal è una grande occasione per farsi conoscere ancora di più alle nuove generazioni. Gli Obscura sono una delle realtà emergenti del genere, e gli Evocation rappresentano un buon gruppo di death metal svedese. Ma andiamo subito a vedere cosa hanno combinato i nostri.
EVOCATION
Ad aprire il concerto sono gli svedesi Evocation, band che non c’entra nulla con il bill in questione a livello di sonorità. Già dal check degli strumenti è comprensibilissimo il mitico suono delle chitarre a mo’ di motosega, prodotto degli svedesi Sunlight Studio che hanno campato di rendita con una miriade di band negli anni ’90. I nostri non fanno eccezione e, con qualche discreto album all’attivo, propongono una manciata di canzoni tanto per scaldare l’ambiente, fra l’indifferenza di molti e la curiosità di pochi. Vengono estratte una serie di canzone fra cui riconosciamo “Angel Of Torment”, “Feed The Fire” e “Razored To The Bone” che chiude il concerto. Quei pochi matti che si dimenano nel pit lo fanno più che altro perché non vedono l’ora che arrivino i calibri da 90 della serata per scatenarsi nella giusta maniera. Il death vecchia maniera con i suoni dei primi Entombed o degli Evocation ha scaldato la serata, la loro prova è stata nella norma ma questa sera la scena è tutta per il verbo americano del death metal.
OBSCURA
La gente che immediatamente la fine dello show degli Evocation si accalca sotto il piccolo palco dell’Alpheus è segnale che gli Obscura sono già conosciuti in Italia. I tedeschi infatti salgono sul palco di lì a poco fra l’ovazione di un buon numero di “tifosi”. Com’è noto il bassista del gruppo, tale Steffen Kummerer, non è del concerto, il che è una pecca vista la sua maestria che però ha trovato valida sostituzione. Il gruppo guidato da Steffen Kummerer ha subito cominciato uno show molto potente, che ha goduto dei suoni dell’Alpheus stranamente ottimi e di un volume superiore a quello degli Evocation. Poco più di mezz’ora per loro e per il loro death metal supertecnico, canzoni formate da una cascata di note che hanno mandato in visibilio una buona schiera di fan mentre altri seguivano con indifferenza la prestazione dei tedeschi. Fra le canzoni eseguite abbiamo annotato sul nostro taccuino “Centric Flow” e “Cosmogenesis”, veramente notevoli dal punto di vista tecnico. Il gruppo è piaciuto molto ai fan, accorsi in massa a comprare il CD degli Obscura nella zona merchandise.
DYING FETUS
Già il nome mette paura. Il Feto Morente sale sul palco, sono in tre ma sembrano trecento dopo le prime note vomitate sul pit, riempitosi per l’occasione. I fan sono in visibilio sulle note iniziali di “Conceived Into Enslavement”, brano che apre lo show. Il pezzo è estratto dall’ultima fatica dei nostri, “Descend Into Depravity”. John Gallagher, Sean Beasley e Trey Williams godono di suoni ottimi che esaltano alla perfezione il loro death metal e in special modo il lavoro del batterista, che picchia come un forsennato gasando ancora di più il pubblico. Una dopo l’altra fanno comparsa “Homicidal Retribution”, “One Shot, One Kill” (un brano veramente devastante), la velocissima e brevissima “Pissing In The Mainstream” (queste ultima dall’ottimo “Destroy The Opposition”). Spazio poi ai classici con “Justifiable Homicide” e, quando oramai non ci speravamo più, al brano più caratteristico dei nostri: quel micidiale pezzo che risponde al nome di “Kill Your Mother Rape Your Dog”. Il minuto e mezzo o poco più di questo brano esalta tutte le caratteristiche dei nostri, il groove, gli stacchi, le ripartenze, i cambi di tempo folli e il doppio vocione che si alterna al microfono. “Praise The Lord (Opium Of The Masses)” chiude uno show devastante, i Dying Fetus conquistano il pubblico e lasciano il palco ai Cannibal Corpse andando nella zona merchandise dove il buon Ghallagaer per finire una birra ci mette un’oretta, tanta è la fila dei fan che vogliono una foto con lui.
CANNIBAL CORPSE
Si capisce subito che gli americani sono in forma. A sorpresa, per chi magari come il sottoscritto si aspettava un inizio violento, è la title-track dell’ultimo lavoro, “Evisceration Plague”, ad aprire il concerto. La scelta si rivela subito indovinata, da modo di calibrare i suoni (ottimi) e di scaldare l’audience che riempie il locale in ogni ordine di posto, tanto per usare un gergo calcistico. Il cantante George Fischer è in grande forma, gasato ai massimi e comincia ben presto a dimenare il collo sulle note di “Time To Kill Is Now”, primo brano veloce della serata. Si nota subito che il batterista comincia a sentire la fatica, e chissà che le lunghe pause fra un brano e l’altro non servano a lui per prendere fiato, piuttosto che al mitico George. Quest’ultimo gode proprio di un feeling particolare con i romani, il coro “Gior-gio-ne, Gior-gio-ne, Gior-gio-ne” simile a quello del film “Bomber” è autentico cabaret. Arriva subito “Death Walking Terror”, un brano devastante e così i classici “I Cum Blood”, “Fucked With A Knife”, ma anche le vecchie “A Skull Full Of Maggots” e “Vomit The Soul”. Queste ultime suonate dal vivo fanno capire quale sia la differenza fra i brani storici e quelli nuovi, pur sempre validi, a livello di suoni. La scaletta è ottima, man mano che si prosegue arrivano classici. Ottima “The Wretched Spawn” così come la veloce “Pit Of Zombies”, un po’ monotona “Shattered Their Bones”, mentre con “Sentenced To Burn” e “Unleashing The Bloodthirsty” i nostri tirano un po’ il fiato. Manca “Devoured By Vermin”, brano che viene escluso ma che era presente nelle scalette dei nostri fino all’anno scorso. Viene proposta in anticipo “Hammer Smashed Face”, per placare le richieste del pubblico, e ci si avvia alla fine con “Stripped, Raped And Strangled” che chiude un concerto eccezionale. Suoni perfetti, atmosfera calda, locale pieno, fan gasatissimi e musicisti in forma. Tutto è andato per il verso giusto e lo show dei Cannibal Corpse è sicuramente uno dei migliori che i nostri abbiano mai tenuto negli ultimi anni in Italia. Speriamo durino almeno altri dieci album e altrettanti tour.