AUGUST BURNS RED
Sulle assi del palco dell’Astoria 2, gli August Burns Red hanno confermato l’ottima impressione fatta con il recente album “Messengers”. Una buona presenza scenica da parte di tutti i membri della band si è sposata con un’esecuzione letteralmente ineccepibile. Si sapeva che i nostri fossero dotati di una grande preparazione tecnica, ma, in tutta onestà, non ci si aspettava una tale fedeltà, soprattutto perchè i brani del repertorio sono più o meno tutti molto articolati. Invece, complici anche dei suoni davvero buoni, a tratti è parso quasi di ascoltare il CD. “Peccato” giusto per l’immagine piuttosto trendy dei ragazzi, tutti, eccetto il frontman, sfoggianti delle zazzere stile emo. Ma qui nessuno è un “defender”… ovviamente è la musica ciò che davvero conta e, da quel punto di vista, gli August Burns Red hanno fatto una gran figura. Li rivedremo con molto piacere.
CAVALERA CONSPIRACY
Vista la caratura dei musicisti chiamati in causa, ci si aspettava un gran concerto dai Cavalera Conspiracy… e, per fortuna, proprio così è stato. Chi scrive, a dire il vero, ha apprezzato poco il disco della band, ma è stato ben felice di constatare come dal vivo i brani di “Inflikted” acquistino quasi tutti una carica e un impatto notevole, entrambe in grado di far passare in secondo piano la non eccelsa qualità di alcuni riff e soluzioni e la generale ripetitività del materiale. Fantastico, poi, assistere alla performance di Iggor dietro alle pelli… gli anni passano, ma il brasiliano continua a confermarsi uno dei batteristi più potenti e tecnicamente dotati della scena thrash. Un po’ meno esaltante, invece, la prova di Max, probabilmente giusto perchè capitato in una specie di “serata no”. Non si mettono certo in discussione le sue innate qualità di frontman, tuttavia questa sera il suo apporto al lavoro di chitarra è stato scarso (in parecchi pezzi praticamente non è stata suonata) e alcune linee vocali sono state affidate al pubblico, per lo più nelle tracce maggiormente tirate. Per fortuna, Marc Rizzo si è, al contrario, reso protagonista dell’ennesima splendida performance, sia alla sei corde che alle backing vocals, compensando così le comunque non gravi mancanze di Max in alcune canzoni. Una vera garanzia. Poco da dire, infine, sul nuovo bassista Johny Chow (Fireball Ministry): non si è mai schiodato dal suo posto all’angolo destro del palco, limitandosi a fare il suo compitino. Venendo alla scaletta offerta al calorosissimo pubblico accorso all’Astoria 2 durante i 60 minuti dello show, non c’è il timore di commettere errori nel ricordare quanto proposto: i Cavalera Conspiracy hanno suonato tutti i brani di “Inflikted”! Ma non solo… ogni uno/due pezzi nuovi, il quartetto ha inserito un classico dei Sepultura per la gioia dei fan della prima ora! E che classici! Dopo le due bordate iniziali “Sanctuary”/”Inflikted”, è infatti arrivata come un bulldozer “Territory” e poi, nel corso del concerto, in ordine sparso, “Inner Self”, “Arise” (come di consueto attaccata a “Dead Embryonic Cells”), “Attitude”, “Refuse/Resist”, “Troops Of Doom” (suonata con Igor, il figlio di Max, alla batteria) e “Roots Bloody Roots” in chiusura. C’è infine stato spazio anche per “Wasting Away” dei Nailbomb, ennesima mazzata in una setlist che non ha veramente dato tregua. Spiace che, come accennato, Max non sia sembrato del tutto in forma, ciò nonostante il concerto, nel complesso, è risultato comunque assai divertente. Se state pensando di assistere alla prossima calata italiana dei quattro, fate in modo di non mancare.