Report a cura di Elio Ferrara
Per questa occasione sono di scena, al Legend Club di Milano, i Cellar Darling accompagnati dai Forever Still. La band svizzera, nata nel 2016, come noto, in seguito ad uno split dagli Eluveitie da parte di Anna Murphy, Ivo Henzi e Merlin Sutter, è in tour per promuovere il suo secondo full-length, “The Spell”, al quale viene dato infatti uno spazio importante e preponderante in scaletta. Insieme a loro, i Forever Still, band danese con una cantante che, come nel caso degli headliner, è pure polistrumentista. La risposta del pubblico è stata buona e davvero entusiasta, peraltro con i caratteristici vantaggi di una location che consente di stare davvero a tu per tu con gli artisti, i quali si sono dimostrati molto disponibili anche a fine concerto con chi si fosse voluto intrattenere qualche minuto insieme a loro.
FOREVER STILL
Cominciamo subito con un’osservazione: non gradiamo particolarmente quando andiamo ad un concerto e la band adotta suoni campionati o registrati. Capiamo che possano esserci le più disparate esigenze e si possa essere quasi costretti a volte, ma ci sembra alquanto singolare che nell’esibizione dei Forever Still lo strumento che si senta di più sia il basso, perchè in realtà…il bassista non c’è! Sta di fatto che la band si presenta, appunto, con chitarra, batteria e la cantante Maja a districarsi tra strumenti vari quali tastiere, synth, tamburi e persino theremin. Fatta questa precisazione, per il resto, obiettivamente, la loro performance è stata davvero convincente: hanno suonato molto bene e sono riusciti a coinvolgere il pubblico in maniera ineccepibile. Il loro stile, del resto, per quanto vada ad accogliere influenze di vari generi, non disdegna affatto sonorità decisamente metal, con la voce di Maja che sa essere suadente ma anche potente nelle parti più dure. L’esibizione dei Forever Still si chiude con “Rew1nd”, uno dei pezzi più apprezzati tratti dal nuovo lavoro, “Breathe In Colours”, per il quale è stato realizzato anche un videoclip.
CELLAR DARLING
Giunge il momento degli headliner, accompagnati al basso da Nicolas Winter, i quali, come dicevamo, preferiscono concentrarsi sul loro ultimo album; e, infatti, la cantante Anna Murphy, che si presenta impugnando la sua meravigliosa ghironda (la definiamo così perché, pur essendo uno strumento antico, quella in suo possesso appare, anche nel design, come uno strumento moderno, praticamente quasi riconcepito e reinventato), anticipa che suoneranno “The Spell” praticamente per intero. Appena si comincia appare subito chiaro che la voce della Murphy è in forma straordinaria e questa, conoscendo le sue grandi qualità, è già un’ottima premessa. Analogamente alla singer che l’ha preceduta, anche lei non si limita a cantare ma si alterna tra ghironda, tastiere e un paio di parti con il flauto che contribuiscono ulteriormente ad entrare nel mondo e nelle atmosfere che i Cellar Darling intendono creare con la propria musica. Come nell’album, infatti, è tutto un susseguirsi di emozioni, quello che scaturisce da questo affascinante concept, intitolato appunto “The Spell”, che la band riesce molto bene a riportare anche dal vivo. Nella seconda parte del set, viene dato spazio anche a qualche brano tratto dal loro primo full-length, “This Is The Sound”, tra cui spicca la bellissima “Black Moon”, per andare a concludere con “Redemption”. Ovviamente ci si aspetta qualche bis e Anna chiede proprio cosa il pubblico volesse sentire, al di là della scaletta che avrebbe previsto “The Prophet’s Song”, cover dei Queen, per la quale la formazione ha realizzato una propria versione con tanto di video. Le richieste a quanto pare vanno più che altro per “Avalanche”, probabilmente al momento la loro canzone più famosa, cantata infatti da tutti e naturale conclusione di una splendida serata.
Setlist:
Pain
Death
Love
The Spell
Insomnia
Freeze
Drown
Black Moon
Starcrusher / Fire, Wind & Earth
Six Days
Redemption
Encore:
Avalanche