Report a cura di William Crippa
Fotografie di Francesco Castaldo
“Halo Of Blood” è sicuramente uno dei maggiori successi del 2013 metallico in Italia, e lo scorso anno da vice-headliner al Gods Of Metal hanno fatto faville: ecco due validissimi motivi per andare a tastare il polso anche in sede live ai Children Of Bodom, questa sera di scena al Live Club di Trezzo sull’Adda. A supporto della band di Alexi Laiho, per questo concerto troviamo i solidi polacchi Decapitated e i Medeia, forti del loro metalcore sempre molto gradito. Le canzoni di “Halo Of Blood”, così diverse da quelle più datate, supereranno la prova live? Ecco come è andata la serata.
MEDEIA
Tocca ai finlandesi Medeia rompere il ghiaccio con il pubblico già presente nel locale, al momento circa metà della capienza. Il metalcore dei finlandesi è feroce e violento e la band, decisamente rodata da più di undici anni di vita e fresca della release del quarto album “Iconoclastic”, oggi è davvero in forma. Il pubblico reagisce bene ed il cantante Keijo Niinimaa si danna l’anima per dare un grande spettacolo, mentre la tastierista Laura incita la folla di continuo; grande il lavoro anche da parte della sezione ritmica e dei sempre precisi Pekko Moro e Samuli Peltola alle chitarre, per un’esibizione potente e diretta. Mezz’ora è il tempo a disposizione dei Medeia per intrattenere ma anche per lasciare il segno, e ci sembra che la prova sia stata compiuta per bene.
DECAPITATED
Discorso differente, invece, quello che va fatto per i Decapitated. I polacchi guidati da Rafael Piotrowski stasera suonano alla grande, precisi e potenti, ma il pubblico sembra non recepire al meglio lo spettacolo offerto. Certo, buona parte della situazione è dovuta anche al cantante, che questa sera non sembra molto comunicativo e, oltretutto, per i primi pezzi i suoni non sono stati del tutto ottimali, fatto è che il clima generale durante il set dei Decapitated è decisamente fiacco. Cellulari accesi su Facebook e Whatsapp ovunque ed una buona fila alla cassa del bar fotografano al meglio il momento. Ovviamente tra un pezzo e l’altro Rafa esorta i fan, e a comando le urla e gli applausi arrivano, ma quasi mai questi nascono spontaneamente. Un piccolo pogo, composto da sei, sette persone, si crea di fronte al palco, ma l’impressione è che anche questo sia una sorta di dovere inevitabile di fronte ad un concerto death metal, anche perché più volte il pogo prosegue tra un pezzo e l’altro. In un clima surreale, freddo ed apatico, che ricorda quando si va al cinema e vengono passate le pubblicità locali prima del film, i Decapitated arrivano a fine set. Ripetiamo, la band ha suonato alla grande, ma forse il pubblico dei Children Of Bodom non era il migliore davanti al quale mostrare il death tecnico del combo polacco.
CHILDREN OF BODOM
Trascorre mezz’ora tra l’uscita di scena dei Decapitated e l’entrata dei Children Of Bodom sulle assi del Live Club, mezz’ora durante la quale il locale si riempie quasi del tutto. Sullo sfondo vengono montati sette maxi schermi, tre più grandi e quattro di misura minore, che però rimarranno spenti per i primi tre pezzi. La setlist del tour è variabile e, da quanto abbiamo potuto riscontrare con un giro su internet, la band è solita cambiarla sera per sera, includendo e tagliando brani tra un concerto e l’altro. Si parte con “Sixpounder”, alla quale segue “Living Dead Beat”, che solleva il primo boato dai fan presenti. Come già accaduto ai Decapitated, anche per gli headliner i suoni ad inizio concerto sono abbastanza impastati, ma già per “Silent Night, Bodom Night” tutto volge al meglio. Solo tre saranno gli estratti da “Halo Of Blood” che verranno presentati stasera, e i primi due, la title track e “Scream For Silence”, arrivano in rapida sequenza. Per “Halo Of Blood” vengono accesi finalmente i maxischermi dietro la band ed immagini legate all’artwork del disco vengono mostrate con un delizioso effetto neve a coprire il tutto, mentre per “Scream For Silence” stranamente vengono passati, assieme ad immagini del gruppo, spezzoni del video di “Transference”. Alexi annuncia un brano old school ed è il turno di “Bodom After Midnight”, pezzo accompagnato dal ritorno della segnaletica luminosa classica della band, ovvero le lettere C O B composte da lampadine che si accendono. Rapida scorre “Lake Bodom” e si arriva a “Hate Crew Deathroll”, prima della quale Laiho chiede un grandissimo circle pit ai fan; Alexi non si rende conto però che il pubblico non ha capito nulla della sua richiesta e dà il via alla canzone. Carina la videocamera posta in cima alla paletta della chitarra, grazie alla quale tutta l’audience ha modo di ammirare tramite le proiezioni sugli schermi l’abilità del chitarrista/cantante anche da un’altra angolazione. “Dead Man’s Hand On You” è il terzo ed ultimo estratto per stasera da “Halo Of Blood”, premiato nella resa live da spettacolari effetti di luce ottenuti grazie all’ausilio di tre sfere da discoteca montate al soffitto sopra il palco. Al termine del pezzo, Alexi si avvicina al microfono per ringraziare a modo suo i fan italiani: ne esce una frase condita con ben sette volte (se non di più, forse un paio ce ne sono scappati) la parola ‘fucking’, forse troppo forzata per risultare volgare e di effetto, ma siparietto che sicuramente diverte i presenti. “Are You Dead Yet?” è cantata a squarciagola da tutto il pubblico, complici gli schermi sui quali viene proiettato il testo in stile karaoke. Una manciata di brani ci separano dalla conclusione prima della pausa: rapidamente scorrono “Blooddrunk”, “Everytime I Die” e “Towards Dead End”, prima di “Hate Me!” e di “Downfall”, presentata scherzando da Alexi Laiho come l’ultima della serata, salvo poi affermare al microfono che ce ne saranno molte altre. La band invece va in pausa e torna sullo stage per la sola “In Your Face” prima di chiudere, accompagnata dal cantante dei Medeia che la canterà con Laiho. Simpatico Janne Wirman che, indossando una parrucca bianca classica, ringrazia il pubblico italiano dicendo ‘Mozart si è sbagliato quando ha detto che gli italiani non capiscono la buona musica, e voi lo dimostrate!’. Quello dei Children Of Bodom di stasera è stato davvero un grandissimo concerto, suonato alla grande e gestito alla grande da un Alexi Laiho davvero in forma. Unico neo al set dei Bodom è stata l’assenza in scaletta di molti classici della band, “Needled 24/7” su tutti, che altrove nei giorni precedenti sono stati eseguiti.