Report a cura di William Crippa
Fotografie di Francesco Castaldo
Arriva in Italia, e precisamente al Live Music Club di Trezzo sull’Adda, il tour a celebrazione dei vent’anni di “Something Wild”, esordio discografico dei Children Of Bodom. Contrariamente a molte altre band, che negli ultimi anni si sono lanciate in celebrazioni simili, il combo guidato da Alexi ‘Wildchild’ Laiho non eseguirà per intero il disco (a fine serata “Red Light In My Eyes Pt. 1” e “Touch Like Angel Of Death” mancheranno all’appello), ma proporrà una setlist basata sui brani più datati, presi dai primi quattro album. E’ una buona occasione per lasciarsi andare in un sano amarcord, ma anche per testare dal vivo il nuovo innesto Daniel Freyberg alla chitarra, il quale ha preso il posto ingombrante dell’amato Roope Latvala nel maggio 2015. A supporto della band di Espoo, gli alternative metal Forever Still, recentemente visti a supporto dei Lacuna Coil, ed i tecnicissimi Oni, capaci di armonizzare al meglio progressive, djent e death metal. Al nostro arrivo al locale giusto un pugno di fan sono già presenti, ma per l’apertura delle ostilità manca ancora molto, e la sensazione che un buon risultato a livello di presenze non mancherà è davvero forte. Tra una birra e qualche chiacchiera le 20.00 arrivano rapidamente e già le luci si abbassano per il primo set.
ONI
Apertura di serata affidata ai canadesi Oni, che si presentano sul palco qualche minuto prima delle 20.00. Impatto sonoro molto duro per questi ragazzi dell’Ontario, che sulle prime lasciano i già presenti nel locale annichiliti e perplessi di fronte alla furia di “Barn Burner”, opener di “Ironshore”, unico album rilasciato ad oggi dalla band, e gli applausi sono decisamente contenuti e limitati a pochi elementi di fronte al palco. Ma da subito, superato lo shock iniziale, appena gli Oni iniziano a fare gli Oni sul serio e a sfoderare tutto il loro lato progressive e djent, ecco il tripudio. Tecnica inarrivabile, partiture incredibilmente complesse ed una concreta furia death metal conquistano ogni presente, ammaliato dalla ricchezza del sound che Jake Oni e compagni propongono sulle assi del Live. Colpisce visivamente la presenza di uno xylosynth sul palco, suonato dal vivacissimo Johnny DeAngelis, che catalizza lo sguardo del pubblico incuriosito. Un pugno di brani che stupiscono ed ammaliano, per un set davvero intenso e ricco di sfumature e variazioni, guidato alla perfezione dal corpulento cantante Jake, autore di una prova senza sbavature. Il gruppo scende dallo stage tra gli applausi meritati di potenziali nuovi fan.
FOREVER STILL
Cambio di palco (effettuato dalla band stessa) ed ecco i Forever Still, solo pochi mesi dopo averli visti all’opera con i Lacuna Coil. Il mix tra alternative e gothic che il gruppo danese propone è davvero valido, ed ora ricorda i Lacuna Coil, ora i The Pretty Reckless, ora gli Evanescence, ma non suona mai troppo derivativo. Purtroppo il pubblico è presente oggi per ben altre sonorità e, a fronte di un’accoglienza calorosa, ben presto l’entusiasmo nella venue cala drasticamente ed a farsi sentire forte rimangono solamente coloro che lanciano frasi sconce e sessiste all’indirizzo della bella e brava cantante Maja Shining, che stasera sembra estratta di peso dall’ultimo Mad Max. I brani, come i minuti, scorrono pesantemente, senza il supporto concreto del pubblico, ed a fine esibizione sono giusto la gentilezza e l’educazione di pochi a non fare scendere la band dal palco nel silenzio. Da vedere in ambito più favorevole.
CHILDREN OF BODOM
Il Live Music Club è quasi pieno, caldo e pronto per lo show degli headliner di serata, anche se non certo esaurito quando parte l’intro che introduce “Deadnight Warrior”; Alexi, a pugno alzato, chiama a raccolta tutto il suo pubblico, che risponde con un grandissimo boato che scuote il locale. Il tempo per bissare con “In The Shadows” ed il frontman prende la parola, ringraziando i fan per il privilegio di poter suonare nuovamente in Italia e per annunciare una serata speciale, durante la quale si celebreranno i vent’anni di “Something Wild” proponendo solamente i vecchi brani della band, dall’esordio a “Hate Crew Deathroll”, per passare poi nuovamente la parola alla musica, con una “Needled 24/7” feroce e violenta. “Black Widow”, dopo la quale Alexi si volta, si porta nelle retrovie e raccoglie tutta la concentrazione necessaria per una “Lake Bodom” che per prima scatena un mosh durissimo. Ma non c’è pace all’inferno, e l’intro di “Hatebreeder” riscalda nuovamente gli animi per un nuovo massacro a nome “Warheart”, durante la quale Laiho e Janne ‘Warman’ Wirman si sfidano a suon di assoli, con molti fan scalmanati che finiscono oltre la transenna come in una rissa reale in chiave metal, fino a che gli animi non vengono placati minimamente dalla più tranquilla “Angels Don’t Kill”, illuminata dalle grandi lampade sul palco. La carrellata di successi procede spedita, mostrando una band in grande spolvero, premiata da suoni davvero degni; Alexi Laiho è in serata di grazia, strumentalmente ma soprattutto vocalmente, cosa mai scontata, ma anche gli altri membri dei Children Of Bodom hanno modo di dire la loro, mostrando al solito incredibili doti tecniche, oltre ad una presenza scenica notevole; i fan non mancano di supportare il gruppo ed inneggiano alla band in continuazione, e persino il nuovo innesto Daniel Freyberg ottiene grande acclamazione nella sua opera a supporto del leader. Una tripletta da infarto è quella costituita da “Red Light In My Eyes Pt.2”, “Hate Me!” e “Downfall”, con queste ultime due introdotte da ‘Warman’ in maniera eccellente, prima di una nuova pausa a nome “Everytime I Die”; ma la calma è solo apparente, visto che Laiho, riprendendo la parola, promette al pubblico estasiato un nuovo livello di violenza, che risponde al nome “Hate Crew Deathroll”, la quale scatena un mosh infernale. Siamo ormai ben oltre la metà dello show e le splendide “Bed Of Razors” e “Children Of Decadence” portano alla pausa; solo due i brani per l’encore, che vive sulle note di “The Nail” e “Towards Dead End”, al solito vissuti all’insegna del pogo più sfrenato, che portano alla conclusione della serata. Concerto grandioso questa sera da parte dei Children Of Bodom e solamente il sold-out è mancato come ciliegina sulla torta, ma poco importa; chi era presente si è divertito da morire con una band in forma eccezionale. Peccato solamente per la mancanza di supporto nei confronti dei Forever Still, ma la band danese era oggettivamente fuori posto.