07/05/2025 - COMBICHRIST + EXTIZE + CRIMSON VEIL + ESOTERIK @ Legend Club - Milano

Pubblicato il 11/05/2025 da

Report di Simone Vavalà
Foto di Pamela Mastrototaro

C’è un pezzetto di M’era Luna, stasera, a Milano. Magari non proprio con le derive più estreme del noto festival tedesco, ma le band presenti al Legend Club spaziano con naturalezza tra le varie declinazioni del mondo dark/goth/industrial… e così il pubblico, tra cui si stagliano ammirevoli cyberpunk, darkettoni, e ovviamente metallari ‘in libera uscita’.
Encomiabile l’idea di proporre, quasi, un minihappening con ben quattro band, sebbene l’orario di inizio della prima abbia reso difficile la presenza di più di una ventina di persone: ma giusto il tempo di ricevere il timbro d’ingresso d’ordinanza, varcare la porta dell’Infer… del locale, ed ecco salire sul palco la seconda band in cartellone. Gloria o noia? A voi il nostro report!

 

Persi in toto gli ESOTERIK per gli orari un po’ proibitivi d’inizio, specialmente per un giorno lavorativo (come già scritto nell’introduzione), tocca agli inglesi CRIMSON VEIL scaldare gli animi.
Il quartetto, fresco del full-length di debutto “Hex”, propone un curioso mix di progressive metal e atmosfere più goth e diafane. I musicisti ci mettono poco a dimostrare la loro capacità tecnica: la batterista, nonostante un drum kit non smisurato, costruisce partiture complesse su cui il nerboruto chitarrista, in curioso abbigliamento da bardo con gonnella e mantella nera, sciorina riff e stravaganze a otto corde, e a completare un sound corposo e in continua variazione ci pensa una cazzutissima polistrumentista, che si alterna tra contrabbasso e arpa elettrica e campionamenti. Alla voce, una frontman vestita a metà strada tra un matrimonio pagano e un fauno, si sbizzarrisce in gorgheggi eterei ed elaborati, come una sorta di Myrkur in salsa britannica.
Tutto molto curato, ma ancora di più intricato, al punto che ci pare di cogliere un certo scollamento tra le due anime della band: buoni per partire, ma siamo decisamente lontani dalle sonorità più ‘tanz’, sicuramente agognate dal pubblico, che inizia intanto a diventare più corposo.

La svolta compiuta dagli EXTIZE dopo un veloce cambio palco è quindi notevole e lodevole. La band, nata e cresciuta sotto la dorata egida della Trisol Music – etichetta a dir poco fondamentale per la Neue Deutsche Härte e  in ambito neofolk – è in realtà un collettivo variabile e fluido, che vede stasera sul palco il proprio nucleo fondamentale, ossia Dj Barus, con la sua smodata consolle, e il frontman Jan Dysfunction, con il suo look androgino e post-apocalittico.
L’approccio musicale è essenziale, con basi su basi che esplodono sul pubblico mentre il DJ balla sorridendo ininterrottamente e tenendo il tempo con le mani, mentre Jan fa da vero e proprio mattatore, costruendo uno show solido, tamarro ed estremamente adrenalinico.
Si balla ininterrottamente per quaranta minuti, tra assalti techno all’arma bianca e passaggi più oscuri e gotici, in cui il cantante mostra anche eccellente versatilità vocale, senza però rinunciare alla componente più danzereccia, ai visual e a giochi di luce. Gran finale affidato a un brano che, partendo da un campione delle musiche di “Mortal Kombat”, lascia spazio a voci registrate, mentre l’istrionico frontman fa scorrere su un tablet coloratissimo foto di personaggi più o meno celebri e più o meno reali, che in qualche modo punteggiano e descrivono in maniera sorniona l’irriverente testo, tra zombie, sottotesti sessuali e altre amenità.
Gran sorpresa, gran sudata e divertimento al top, insomma.

Stasera il rispetto degli orari è encomiabile, ed ecco che alle 21:20 in punto è tempo della portata principale. Dopo oltre vent’anni di carriera, i COMBICHRIST si sono ritagliati uno spazio di tutto rispetto, anche in termini di vendita, tanto nella scena dance, quanto in quella metal/alternative – in entrambi i casi, ad ampio spettro, per rispetto dei puristi.
Combichrist o Andy La Plegua? Quale la definizione corretta, per una band che negli anni ha cambiato persino il numero di musicisti sul palco, e che vede il solo, geniale cantante norvegese come membro costante e titolare di ogni credito su disco? Dato atto della sua assoluta supremazia – e, diciamo anche subito, della sua superba tenuta di palco – è indubbio che dal vivo la band funzioni grazie all’osmosi tra i cinque membri presenti; peraltro, il chitarrista Eric13, sempre più simile a un membro dei Misfits nell’aspetto, e il tastierista Elliott Berlin accompagnano ormai da parecchio tempo Andy nelle sue scorribande, e sanno bene come piegare e modellare il suono di ogni singolo brano.
Perché è proprio nelle differenze di sound e di resa live sta, secondo noi, il grande valore aggiunto dei Combichrist: di tour in tour, è sempre una sorpresa anche capire se prevarrà l’approccio industrial, quello aggrotech, o addirittura la piega più estrema, dilatata e sperimentale.

Questa sera, al Legend, c’è un certo equilibrio; i brani del recente “CMBCRST” la fanno da padrone: dopo l’apertura affidata all’energica “Today I Woke To The Rain Of Blood”, con relativo salto nel tempo fino al 2005, ben cinque estratti dal nuovo disco mostrano i muscoli in termini di riff, ma anche le adorate derive elettro-danzerecce.
Andy, visibilmente in forma, percorre come da prassi il palco in lungo e in largo, canta brutalmente quando necessario, senza perdere nulla in melodia e gigioneggia il giusto con il pubblico.
In realtà tutti i musicisti prendono il loro spazio sotto i riflettori, dai due chitarristi, spesso ieratici sopra le casse rialzate, al tastierista, specie quando imbraccia il basso, fino all’eccellente Dane White, che dietro i tamburi alterna ritmi sfrenati, momenti marziali e pose da dio greco con bacchette per il pubblico.
Lo spettacolo è insomma ben rodato, meno metal in senso stretto del solito, ma per esempio le due parti di “Violence Solves Everything”, che chiudono l’ultimo disco, o la strepitosa “They”, ripescata dall’otitmo “Making Monsters” e posta saggiamente in chiusura, confermano che i momenti più acidi e a bpm elevati non fanno storcere il naso al pubblico, anzi: le gambe di tutti si muovono a tempo per tutta la durata del concerto.
Tutto sommato, il dispiacere per un Legend non proprio strapieno viene colmato dalla possibilità di respirare e muoversi liberamente – e tanto peggio per chi è rimasto a casa.

Setlist Combichrist:
Today I Woke To The Rain Of Blood
Throat Full Of Glass
Get Your Body Beat
Just Like Me
Compliance
Follow The Trail Of Blood
Children Of Violence
Can’t Control
Electrohead
Sonic Witch
Modern Demon
Violence Solves Everything, Pt I
Violence Solves Everything Part II (The End Of A Dream)

Denial
They

ESOTERIK

CRIMSON VEIL

EXTIZE

COMBICHRIST

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