Report di Alessandro Elli
Fotografie di Moira Cairola
Crosses è uno dei progetti paralleli di Chino Moreno, conosciuto principalmente come cantante dei Deftones ma attivo anche con Team Sleep, Saudade e Palms. Nata a Los Angeles nel 2010, la formazione comprende anche il chitarrista/tastierista Shaun Lopez, mentre l’altro membro del nucleo originario, il bassista Chuck Doom, ha lasciato ormai da qualche anno.
La loro musica si muove tra elettronica, synthpop, alternative rock e darkwave, disegnando paesaggi eterei e sfuggenti e la loro discografia consta di due album e diversi EP, che hanno ricevuto apprezzamenti da un pubblico trasversale, grazie alla peculiarità della proposta e alla presenza di un personaggio come Moreno.
L’ultima uscita, “Goodnight, God Bless, I Love U, Delete.”, è dello scorso anno ed ha rappresentato l’occasione giusta per riportare in tour gli americani, lontani dai palchi dal 2014: la curiosità di scoprire come il duo sia in grado di trasporre in sede live le placide atmosfere che troviamo su disco è alta, ed è logico aspettarsi una platea variegata ed eterogenea.
Ad aprire un altro duo: australiani ma residenti da anni in California , i Vowws propongono un gothic rock a tinte industrial che suona appassionante e diretto soprattutto quando suonato dal vivo e possono vantare collaborazioni con artisti del calibro di Chelsea Wolfe e Gary Numan.
Vediamo come è andata.
Ad aprire la seconda data italiana del “Familiar World Tour”, in una Milano semivuota per il weekend, si presentano sul palco (il più piccolo dei due dell’Alcatraz) i VOWWS: l’affluenza nel locale è ancora piuttosto bassa, probabilmente perché l’orario di inizio, le 19,30, non permette di giungere in tempo a chi lavora o arriva da lontano; nonostante ciò, la band australiana, con base a Los Angeles da diversi anni, viene accolta in modo caloroso e conquisterà i favori del pubblico durante la sua esibizione.
Il duo, composto dalla cantante/tastierista Rizz e dal chitarrista/cantante Matt James, è affiancato da un batterista, su un palco che, tra abiti ed ornamenti, è praticamente monocromatico in nero.
Il loro genere, ribattezzato ‘death pop’, è un gothic rock che spazia tra darkwave ed industrial rock, suonato con vigore e sostenuto da una buona presenza scenica. I riff si fondono con le basi elettroniche su ritmi danzerecci, mentre le due voci si alternano nel produrre melodie oscure. I suoni inizialmente non sono perfetti, con bassi eccessivamente pompati e la chitarra che si sente a fatica, ma la situazione migliorerà già al terzo pezzo.
La proposta, in assoluto non originale, risulta convincente per la personalità e, molto semplicemente, perché il gruppo di Sydney suona canzoni che funzionano, regalando quaranta minuti di divertimento.
Venti minuti di pausa e i tanto attesi headliner entrano in scena: quello di stasera è il primo concerto in Italia dei CROSSES, nel loro primo tour mondiale dal 2014, e si può comprendere come sia grande l’attesa per questo evento. La musica degli americani è un mix di synthpop, darkwave ed alternative rock dalla forte carica emotiva ed è naturale chiedersi come i due musicisti possano riprodurre anche dal vivo queste atmosfere intime e sognanti.
La partenza è affidata a “Goodnight, God Bless, I Love U, Delete.”, title-track dell’ultimo album, e subito Chino Moreno conquista il centro della scena, mentre il fido polistrumentista Shaun Lopez sembra coprirgli le spalle, defilato ed intento a dividersi tra chitarra e tastiera. E’ evidente come ogni nota prodotta dai Crosses sia fortemente caratterizzata dalla voce profonda e versatile del cantante storico dei Deftones, talvolta quasi un’ombra che, dimenandosi come se fosse indiavolato, appare e scompare tra le luci, sempre determinante nell’indirizzare l’andamento dei pezzi.
Il pubblico è più numeroso, anche se il club non è pieno e, come ci si sarebbe potuto aspettare, la composizione dei presenti è alquanto eterogenea, tra metallari, alternativi e gotici, a dimostrazione di come i Crosses siano un gruppo apprezzato da molte categorie di ascoltatori; la scenografia è composta da tre grosse croci che cambiano continuamente colore in mezzo del palco, davanti a schermi che proiettano immagini psichedeliche e filmati, ed i suoni sono ottimi dall’inizio alla fine del concerto.
La musica dei losangelini vive di ossimori, contraddizioni e sentimenti contrastanti, dal vivo è ancora più evidente, con brani umorali che sanno essere onirici e concreti al tempo stesso, sprigionando malinconia e sensualità, rabbia ed estasi, tanto che si può assistere a reazioni del tutto antitetiche allo stesso momento, con spettatori attoniti e rapiti, mentre altri si mettono a danzare al ritmo dei beat elettronici.
L’approccio è sicuramente più duro che in studio ed in alcuni brani come “Invisible Hand” o “Sensation” il muro di suono può ricordare i Nine Inch Nails, ma anche i momenti più intimi e controllati vivono di un’intensità che non molti possono permettersi di raggiungere, come “Bitches Brew”, in cui è difficile non sentire i Depeche Mode prima dell’esplosione finale, una “Ghost Ride” in odore di Duran Duran ed un’emozionante interpretazione di “Girls Float † Boys Cry”, pur senza la voce di Robert Smith come nell’originale.
Il ritmo è serrato, un pezzo dopo l’altro senza troppe pause, fino alla chiusura del primo set con “End Youth (Reprise)”; negli encore viene proposta a sorpresa la cover di “Untitled” degli Interpol ed il finale è affidato ad “Option”, per un’ora e mezza di show, praticamente tutto d’un fiato.
L’impressione è quella di avere assistito ad un gran concerto ma, soprattutto, a qualcosa di unico, che andava vissuto in questo istante, poiché un progetto come quello di Crosses, per sua stessa natura, può perdere freschezza, mutare o esaurire la propria vena senza preavviso, e proprio per questo motivo non va persa l’occasione di esserne testimoni nel periodo del suo massimo splendore.
Setlist Crosses:
Goodnight, God Bless, I Love U, Delete.
Invisible Hand
This Is A Trick
Ghost Ride
Pleasure
Vivien
Sensation
Found
Initiation
Holier
Protection
Pulseplagg
Thholyghst
The Epilogue
Girls Float † Boys Cry
Bitches Brew
Big Youth
End Youth (Reprise)
Untitled (Interpol cover)
Goodbye Horses (Q Lazzarus cover)
Telepathy
Option
VOWWS
CROSSES