La nuova scena “old school” death metal gode di ottima salute e ciò viene dimostrato anche da iniziative come il tour europeo di Cruciamentum e Corpsessed. Se due cosiddetti pesi massimi del filone arrivano ad unire le forze per una serie di concerti, significa che vi è un forte legame e una comunione di intenti alla base del panorama. Etichette come Dark Descent, Profound Lore, Martyrdoom, Cyclone Empire, Nuclear War Now! o Sepulchral Voice negli ultimi anni hanno contribuito a fomentare un grande calderone di band, promoter, festival, zine e appassionati, tanto che ciò che inizialmente poteva essere considerato un fenomeno passeggero è a tutti gli effetti diventato una solida micro-scena che ormai brilla assolutamente di luce propria. Non è dunque un caso che, pur trattandosi di un freddo lunedì di novembre, il succitato “pacchetto” riesca ad attirare gente a sufficienza per riempire la sala superiore del noto Garage di Londra. I Cruciamentum, idoli di casa, ovviamente viaggiano sulle ali del nuovo “Charnel Passages”, loro attesissimo primo full-length, ma tra gli avventori vi sono anche persone accorse appositamente per ammirare le “spalle” finlandesi. Lo show è aperto dai Burial, black metaller di Manchester dal tocco decisamente swedish, ma purtroppo, a causa di impegni lavorativi, riusciamo a cogliere solo le ultimissime battute del loro set…
CORPSESSED
Il line check non va nel migliore dei modi per i Corpsessed, che vediamo armeggiare continuamente con i microfoni davanti ad un pubblico che ad un certo momento sembra essere sul punto di spazientirsi. Qualcosa sul palco sta evidentemente facendo le bizze, ma dopo circa venti minuti i finlandesi decidono di iniziare comunque e di ignorare il presunto problema. E, per fortuna, la platea viene subito ricompensata con un muro di suono imponente e una prova strumentale e visiva da far accapponare la pelle. Non sappiamo da dove partire per descrivere l’impatto e la presenza dei Corpsessed: il frontman Niko Matilainen è un ragazzo minuto, ma il suo sguardo spiritato e il growling ultra cavernoso lo rendono subito il centro della performance; difficile staccare gli occhi dal cantante, che a tratti sembra anche dominare sulla spessissima base musicale. Il chitarrista ritmico Matti Mäkelä (Tyranny) fornisce poi ulteriore supporto con un secondo growl: fa sorridere utilizzare il termine “duetto” in questo contesto, ma queste due voci insieme elevano all’ennesima potenza quella cattiveria caratterizzante il materiale Corpsessed. Tra i numerosi concerti death metal a cui abbiamo assistito quest’anno, quello dei finlandesi è forse il più pesante ed opprimente. “Abysmal Thresholds” e le vecchie prove live avevano già abbondantemente presentato i Corpsessed come una delle formazioni più heavy del settore, ma lo show di oggi da questo punto di vista è veramente “over the top”. Pare quasi che questa sera il quintetto abbia delle clave al posto delle chitarre. Inoltre, la scelta di non parlare affatto tra un pezzo e l’altro e di collegare la musica suonata con dei synth e delle urla filtrate fa sì che il concerto assuma i connotati di un unico flusso di angoscia dal quale non vi è possibilità di fuga. Risulta persino difficile riconoscere le canzoni all’interno di un tale marasma, anche se “Crypt Infester”, “Trepanation” e “Ravening Tides” sono troppo micidiali per non riuscire a farsi segnalare. A conti fatti, il gruppo resta sul palco solo per una quarantina di minuti, ma dopo una tale esperienza alcuni astanti paiono già allo stremo delle forze.
CRUCIAMENTUM
Forse i Cruciamentum si stanno pentendo di avere invitato una formazione tanto temibile come compagna di tour. C’è seriamente il rischio di fare una brutta figura dopo la prova dei Corpsessed, ma i britannici sono evidentemente sicuri delle proprie capacità, anche perchè buona parte del pubblico è qui per loro. D.L. a livello di growl non può vantare la stessa profondità del suo collega nordico, tuttavia come frontman il tarchiato cantante/chitarrista è senza dubbio più spigliato e genuinamente aggressivo. Non è la prima volta che assistiamo ad uno show del gruppo ed è ormai chiaro come i ragazzi non siano soliti sottovalutare questi impegni; proprio come i colleghi Dead Congregation, i Cruciamentum in questa sede riescono ad abbinare potenza e misticismo, umiltà e spettacolo. La performance possiede tutte le caratteristiche di un classico concerto death metal, con headbanging, corna al cielo e tanto sudore, ma quando le ritmiche rallentano e quelle ormai famigerate melodie arcane si fanno largo – vedi brani come “The Conquered Sun” o “Rotten Flesh Crucifix” – il gruppo è davvero in grado di farci vedere gli Inferi o i più spaventosi scenari. Inoltre, con il passare dei minuti il pubblico si ammassa e si stringe sempre di più attorno al palco, arrivando praticamente a circondare il quartetto: se non fosse per il vasto banco del merchandise presente in sala e per qualche fotografo professionale, si potrebbe quasi pensare di trovarsi in sala prove con la band, tanto l’atmosfera è intima. Il fatto che i Cruciamentum evitino la solita scena dei bis, preferendo invece restare sul palco e suonare senza soste sino alla fine, contribuisce poi ad esaltare questo senso di familiarità: anche il pubblico fa parte dello show e tra fan e gruppo lo scambio di energie è continuo. Quando le luci si accendono, è quindi forte l’impressione di avere presenziato ad un piccolo grande evento; forse questa sera i Cruciamentum non sono stati devastanti quanto gli amici finlandesi, ma il loro ardente death metal è comunque riuscito a far viaggiare la mente come quello di pochi altri.