L’avventura dei Cruciamentum giunge al capolinea ancora prima di decollare propriamente. Come annunciato qualche tempo fa, D.L., chitarrista/cantante e leader della formazione britannica, ha infatti deciso di trasferirsi all’estero e di chiudere quindi questo capitolo della sua vita/carriera. Certo, con due EP, un demo e uno split recensiti egregiamente ovunque e una serie di date live vittoriose (senza scordarsi di un altro EP in dirittura d’arrivo) non si può dire che i ragazzi britannici siano passati in sordina nel circuito underground death metal; tuttavia, la speranza di molti era sempre stata quella di vederli rilasciare un full-length e di cogliere ulteriori frutti da quanto sin qui seminato, anche e soprattutto perchè si stava parlando di una delle formazioni più abili che questo panorama avesse accolto nell’ultimo lustro. Altre opzioni e priorità hanno invece avuto la meglio e così ci ritroviamo purtroppo a dire addio ai Nostri assai presto. Per quanto riguarda il pubblico britannico, l’ultima occasione di vedere il gruppo all’opera su un palco la si ha in un ventoso venerdì sera di marzo, presso il Monto Water Rats di Londra, un piccolo pub con sala per concerti che solitamente ospita eventi indie. Questa sera il locale viene invece invaso dalla frangia più oltranzista dell’underground metal della capitale, che non manca di tributare gli ultimi onori ai Cruciamentum tramite un sentito quasi-soldout. Ad aprire lo spettacolo, due conoscenze più o meno nuove della scena: i Craven Idol e i più affermati Lvcifyre. È tempo di pelle, cartucce e borchie…
CRAVEN IDOL
I Craven Idol si presentano “pittati” di corpse-paint, ma si intuisce che i membri di questa band siano volti noti del circuito locale, che si vedono regolarmente ai concerti black, death e doom della capitale. A quanto pare, i Nostri hanno di recente siglato un contratto con la Dark Descent per la pubblicazione del loro primo full-length e questa sera propongono un set con alcuni inediti, più delle tracce estratte da un Ep rilasciato pochi anni fa. La band è autrice di un ispido black-thrash in cui si sentono tanto Bathory ed Hellhammer quanto Merciless e Repugnant. Solida la presenza scenica e discreto l’appeal di alcuni brani, anche se, a causa di suoni non propriamente ben calibrati, certi dettagli della musica sembrano sfuggirci. Il pubblico, presumibilmente composto anche da amici e conoscenti dei ragazzi, pare gradire e subito l’atmosfera si scalda in attesa dei pezzi più grossi della serata…
LVCIFYRE
Anche i suoni dei Lvcifyre non brillano, ma la prova del quartetto, che si presenta truce e borchiatissimo, dimostra sin dalle prime battute di avere una marcia in più rispetto a quella degli opener. Il chitarrista/cantante T. Kaos ha una presenza davvero imponente a centro palco e da solo riesce ad intimidire anche gli avventori più smaliziati; la band “ci crede” e si respira odio durante il set, il quale snocciola un brano dopo l’altro dal fortunato album di debutto “The Calling Depths” per l’esaltazione dei presenti, che dimostrano di conoscere molto bene il repertorio. Non vi è un attimo di respiro all’interno dello show del gruppo e forse qua e là si sente la mancanza di una parentesi più atmosferica o comunque di un episodio che non vada necessariamente sempre a mille. In ogni caso, con solo mezzora a disposizione dei Nostri, non vi è troppo tempo per rimuginare e alla fine resta comunque un piacere lasciarsi investire dalla cattiveria dei Lvcifyre, che a tratti riescono quasi a farci dimenticare che, dopo tutto, siamo qui in primo luogo per i Cruciamentum. Band sempre da tenere d’occhio.
CRUCIAMENTUM
Dopo una ventina di minuti di cambio palco, giunge il momento dell’ultimo show britannico per i Cruciamentum. La sala si riempie e il quartetto dà fuoco alle polveri senza trionfalismi, denotando un’attitudine più sobria e schiva rispetto a coloro che l’hanno preceduto. L’impatto, tuttavia, è terremotante e basta giusto un minuto per intuire che i Nostri abbiano avuto tutto il tempo necessario per curare al meglio il loro sound check. Chitarre e sezione ritmica godono di una definizione che per Craven Idol e Lvcifyre era solo un miraggio, mentre D.L., al centro del palco, declama i suoi testi e introduce i brani con la consapevolezza di chi sa di avere l’audience in pugno. Anche l’altro chitarrista, R.C., evidenzia una buona confidenza col palco e ben presto ci torna alla mente l’ottima prova di cui la band si rese protagonista al Kill-Town Death Fest di Copenhagen un paio d’anni fa. Quella sera assaporammo tutte le doti dei ragazzi in un contesto live e quest’oggi, in un locale ancora più piccolo, la potenza che ci investe appare quasi raddoppiata. Con un repertorio così limitato, non possono esistere chissà quali curiosità o suspence durante il concerto: a grandi linee, si sa in anticipo quali composizioni i Cruciamentum andranno a suonare e, in effetti, nessuno viene sorpreso nè tantomeno deluso. Le hit ci sono tutte e la resa sonora complessiva è appunto di quelle che lasciano il segno. Troviamo “Convocation Of Crawling Chaos” e “Rotten Flesh Crucifix” gli episodi più poderosi e riusciti della serata, ma, alla fine, ognuno degli avventori avrà il suo preferito. Di certo si può dire che il quartetto non abbia preso l’impegno sottogamba: l’idea era quella di regalare ai fan locali uno show degno di essere ricordato e così è stato. Proprio come la loro carriera, questo concerto è finito troppo presto, ma, dopo tutto, meglio tanti successi concentrati in un breve periodo piuttosto che qualcosa di più lungo, estenuante e, magari, scadente.