Report a cura di Giuseppe Caterino
Fotografie di Simona Luchini
E’ un annetto o poco più che Danko Jones e colleghi non venivano a trovare il pubblico italiano e l’accoglienza sembra essere stata ben calorosa nella prima delle tre date nostrane di questo tour. Il Legend Club è affollato, seppur non stipato, dai vari tipi di rocker che sono venuti a tributare i canadesi, e da sempre si nota quanto il trio abbia un pubblico piuttosto eterogeneo. Del resto, il genere proposto è quel tipo di rock’n’roll sfacciato e divertente che può attecchire su diversi tipi di terreno, e quindi non stupisce vedere metallari, rocker e gente normalmente vestita sotto lo stesso tetto. Non si sa ancora come sarà il nuovo disco, ma i singoli al momento editi sembrano ben promettere, in particolare considerata anche la reazione del pubblico. Ad aprire troviamo i californiani Prima Donna, che riusciamo ad ammirare per solo un paio di brani, ma che sembrano avere avuto una presa piuttosto buona sull’audience con il loro rock condito da sax e da una certa presenza scenica che ricalca sia gli anni ’80 che il look da gruppo garage rock svedese. Un buon modo per scaldare il pubblico del Legend Club, in attesa dell’inizio del main act!
DANKO JONES
Un roadie dal ciuffo imponente è ancora sul palco a testare gli strumenti quando le luci si spengono sia sullo stage che sul pubblico, facendo partire il tema che apre il film “Gli Intoccabili”; un crescendo di tensione che deflagra con l’ingresso alla spicciolata, come da tradizione, della band. Ultimo a salire, ovviamente, Danko Jones himself che, con giusto un cenno al parterre, attacca con “I Gotta Rock”, direttamente dall’ultimo full-length “Wild Cat”. La voce, almeno all’inizio, sembra necessitare di un piccolo riscaldamento, ma il ‘tiro’ dei tre riesce a sopperire alle piccole mancanze liriche ed effettivamente, dopo qualche brano, Danko sembra rimettere le proprie corde vocali a posto. Vero è, comunque, che siamo ad un concerto che non fa della tecnica o della pulizia il proprio punto forte e, infatti, sembriamo gli unici a notare un certo smarrimento all’inizio del set: il pubblico è, al contrario, in visibilio per i canadesi, che dopo qualche brano finalmente si fermano un attimo, laddove il frontman, come d’uopo, inizia uno dei suoi siparietti con il pubblico. La cosa bella in un concerto dei Danko Jones, oltre al rock’n’roll sfrontato e ignorante gettato a iosa sulle nostre teste, è la ‘logorrea’ tipica di Mr. Jones che, con fare da finto spaccone, fa divertire anche quando semplicemente chiacchiera delle origini italiane del suo braccio destro JC, al secolo John Calabrese, anche lui piuttosto divertito sul momento; oppure del suo essere conscio che le loro canzoni si assomiglino tutte, rendendo dunque ogni brano il suo preferito (benché in questa sede affermi che “Mango Kid”, che viene eseguita con un’enfasi notevole, sia la canzone che suona con più foga perché è quella che gli piace di più). I pezzi si susseguono dunque con la continuità e la leggerezza tipica del genere, anche se forse ci si sarebbe aspettato qualcosa in meno dagli ultimissimi dischi e qualche estratto in più dai dischi storici del trio. Sentire una “Play The Blues” o una “Forget My Name” avrebbe segnato un punto in più alla serata, ma la scelta non sembra aver troppo diviso la platea: c’è stato chi si è sfogato di più con pezzi come “Heartbreak’s A Blessing”, “Had Enough” o la sempre spassosa “Lovercall” e chi ha gioito particolarmente con le più recenti e pur rabbiose “Gonna Be A Fight Tonight” e “The Twisting Knife”, ma la verità è che non si è registrato uno stacco netto di fazioni. “First Date”, vista la partecipazione della totalità dei presenti, autorizzati da Danko a cantare in autonomia i ritornelli, sembra essere stato il brano che più ha messo d’accordo, mentre richiesto a gran voce, subito dopo la tradizionale fake exit, è stato “My Little R’n’R” che ha chiuso il concerto. Applauso finale con il singer a far notare che era giovedì sera e che ‘domani si va a scuola e si lavora, eppure siete venuti lo stesso ad un rock and roll show‘, e a ringraziare i fan italiani fino alla prossima volta. L’energia sprigionata dal palco è stata incredibile per tutti i circa novanta minuti di spettacolo, la temperatura è salita a livelli altissimi, la gente saltava entusiasta e birrette venivano sparse in giro per il locale; si era detto rock’n’roll, giusto? Un concerto divertente ed essenziale, di sicuro non trascendentale e che lascia esattamente il tempo che la band vuole lasciare, ma per uno show di puro e strafottente R’n’R, con Danko Jones e soci, si va sempre sul sicuro!