Ritorno in terra italiana dei Danko Jones, che dopo il buon successo di pubblico fatto registrare poco più di un anno fa durante la tappa milanese al Tunnel, concedono il bis nello storico Bloom di Mezzago. La band canadese, dall’ultimo fortunato “Beyond The Belt”, ha pubblicato solamente un EP in versione digitale, dunque ha potuto concentrarsi su un repertorio più vario, incentrato su tutta la propria discografia. Come aperitivo in una serata che si preannuncia bollente, come vedremo non solo per il rock dei DJ, vengono chiamati in causa i Raw Power, storica realtà nostrana che dai primi anni ’80 randella con un imponente hardcore-punk.
RAW POWER
Si apre tardi la serata al Bloom, sono le 22,30 quando i Raw Power attaccano i jack negli amplificatori e iniziano a mitragliare un pubblico traboccante nel piccolo locale brianzolo. In quasi tre quarti d’ora di concerto, i Raw Power mostrano tutta la propria attitudine suonando un pezzo via l’altro senza dar fiato alla platea, comunque rapita dalla performance del quintetto di origine emiliana, a dispetto del sound ben più pesante rispetto agli headliner della serata. Le canzoni proposte pescano in maniera eterogenea dalla lunga discografia dei Raw Power, che mettono in mostra un hardcore punk di grande impatto in cui oltre alle buone qualità di songwriting, emerge la grande interpretazione di una band capace di trasmettere rabbia, grinta e positività! Una garanzia!
DANKO JONES
Grande entusiasmo all’ingresso in scena dei Danko Jones ed in particolare del loro carismatico, omonimo leader, che si presenta sul palco con camicia e cappello neri, oltre all’immancabile chitarra in tinta, istigando sin dalle prime battute un pubblico caldo e numeroso. A riguardo bisogna ammettere che la pur suggestiva location del Bloom pare di dimensioni un po’ ridotte a contenere lo spettacolo della band canadese e il conseguente sovraffollamento in sala non aiuterà certo a godersi lo spettacolo nel migliore dei modi. Peccato, perché DJ e la sua band sembrano in buona forma e il loro rock ruvido e stradaiolo suona grintoso e dirompente, l’ideale per un esibizione dal vivo, insomma. Supportati fra l’altro da un ottimo impianto luci, il trio di Toronto, avendo ampiamente promosso l’ultimo disco “Beyond The Belt” nei mesi scorsi, dà spazio in questa serata al repertorio più datato della propria discografia, esaltando la platea con pezzi quali “Cadillac”, “Forget My Name” e “I Want You”. Non mancano tuttavia i successi dell’ultim’ora, tra cui spiccano “I Think Bad Thoughts”, “Full Of Regret” e “Had Enough”, che il pubblico dimostra di conoscere molto bene, aiutando il singer Jones sui ritornelli. Lo spettacolo scorre fluido per un’ora abbondante, nonostante qualche chiacchera di troppo del suo leader, carismatico, ma altresì logorroico nelle pause tra un pezzo e l’altro, fino alla meritata pausa prima del gran finale in cui emergono le ottime esecuzioni di “Code Of The Road” e la cover delle The Supremes (female band americana degli anni ’60), “My World Is Empty Without You”. Peccato dunque per una serata di grande rock n’ roll parzialmente ridimensionata dai limiti della location.