11/03/2004 - DARK FUNERAL + DEFLESHED + NECROART + COLD VOID @ Transilvania Live - Milano

Pubblicato il 26/03/2004 da

A cura di Valentina Spanna

La premiata Nihil Productions si trasferisce da Codevilla in quel di Milano, collaborando con il Transilvania Live alla calata italica (un tour di ben tre date) dei Dark Funeral e dei Defleshed, svedesi d’assalto molto diversi, ma ugualmente meritevoli di deliziare il pubblico nazionale con le loro performance. Ad inizio serata facciamo il nostro ingresso in un Transilvania fumoso gremito di blackster, i quali sono già in trepida attesa dell’esibizione degli headliner. Purtroppo per motivi lavorativi siamo riusciti ad assistere al concerto dalle ultime battute dei Cold Void. Per quel poco visto, è sembrata una buona esibizione in grado di scaldare a dovere l’audience. Il combo pavese dei Necroart si è dimostrato una conferma della qualità dell’underground italiano, sia a livello prettamente musicale che come doti live. Purtroppo l’esibizione dei Defleshed è stata irrimediabilmente funestata da suoni impastatissimi, impedendo ogni possibile coinvolgimento a buona parte del pubblico, particolarmente a chi non li aveva mai sentiti nemmeno su disco. I Dark Funeral, con alle spalle una situazione suoni nettamente migliore, trovano il modo di non deludere, rendendosi protagonisti di un gran bel concerto, lungo e serrato, che ha mostrato la validità della band (casomai ce ne fosse stato bisogno) alle prese con il suo pubblico. L’indubbia star del giorno è stato l’infaticabile drummer Matte Modin, in grado di suonare con entusiasmo due volte di fila, con la band madre, i Defleshed, e con i Dark Funeral. In conclusione una serata davvero riuscita, ricca di pubblico (l’affluenza è da imputare anche al prezzo del biglietto, un costo quasi “politico” se confrontato coi prezzi usuali di questi tempi), l’ennesimo centro della Nihil Productions.

NECROART

Giovandosi di suoni da subito abbastanza buoni, i lombardi Necroart sfoderano una prova live di tutto rispetto, apparendo concentrati e molto motivati a lasciare il loro segno sull’audience scalpitante. Come nelle esibizioni precedenti a cui ho avuto modo di assistere, tra cui quella a Codevilla con i grandissimi Entombed, i nostri si sono dimostrati all’altezza della situazione, riuscendo a coinvolgere buona parte degli astanti con la loro proposta a base di impactive thrash/death, percorso da trame di gusto gothic, supportate da un vivace lavoro tastieristico. La scelta dei brani da eseguire durante i circa quaranta minuti a loro disposizione ha privilegiato il mini autoprodotto “Dead Roses Parade”, giocato sugli intrecci tra riffing serrati e violenti e melodie cupe, su cui il bravo singer Max alterna senza risparmiarsi growl e clean vocals. A coronare uno show ben condotto ci pensa la cover della killer-song per eccellenza, “Raining Blood”, ormai classica chiusura dei live set dei Necroart…inutile dirvi quanto questo abbia scatenato il pubblico, decretando con entusiasmo la meritata promozione della band pavese.

DEFLESHED

Questa sera grande lavoro per il drummer dei Dark Funeral/Defleshed, dato che appena terminata l’esibizione con i re del “solid metal” gli è toccato pittarsi da bravo panda ed andare a mettere il suo talento dietro le pelli al servizio degli headliner…vita faticosa, ma il ragazzo non sembra averne risentito, considerato che ha pestato il suo strumento come un indemoniato durante entrambi i concerti, per nostra gioia! I tre svedesi attaccano subito duro, sparando in faccia ad un audience in stato di letargia da cambio-palco la violenta “Hand Over Fist”, esplicazione perfetta del loro trademark sonoro: cascate di riff thrash/death tecnico portate a folli velocità, blast-beats e un’attitudine ultra-diretta. Peccato che subito ci si debba rendere conto di una triste realtà: i suoni pessimi, rovina di buona parte dell’esibizione. Aggiungiamo che per apprezzare al meglio la loro proposta è necessario conoscere da vicino il folle universo Defleshed, popolato di ironia corrosiva e dissacrante…capirete che lo show non ha dato gli esiti sperati. Molti nel pubblico sono rimasti distaccati nei confronti della band, non riuscendo (o non sapendo) nemmeno rispondere con un po’ di verve alle battute e alle provocazioni del simpatico singer. A nulla sono valsi gli sforzi dell’ottimo Gustaf che, come gli altri membri, si è sforzato di far dilagare un po’ di energia, di coinvolgere il più possibile con le sue vocals rudi e aspre. Purtroppo non erano queste le condizioni migliori per apprezzare song come “Farewell To The Flesh” da “Under The Blade” o l’esilarante “The Iron And The Maiden” da “Fast Forward”. Sicuramente un gruppo che o si odia o si ama, il quale però non ha avuto modo di farsi conoscere al meglio. I valorosi, deflagranti incompresi (dai fonici in primis) della serata.

DARK FUNERAL

Ed eccoci finalmente sprofondare nell’antro del sacrificio, dove ogni speranza è vana…nel buio salgono sul palco i Dark Funeral, sinistri alfieri del black metal svedese, con tutta l’intenzione di scatenare la furia di Satana sull’umanità presente. Senza alcun orpello, la band compie il suo primo, devastante assalto sulle note della violentissima “Hail Murder”, pietra miliare del recente “Diabolis Interium”, song che suona come una dichiarazione di guerra senza quartiere. Già, perché il concerto si rivelerà un gran bello spettacolo, denso e serratissimo, accompagnato da un sostegno costante da parte del pubblico. Solo black metal suonato senza compromessi, carico di misantropia furibonda, grondante di instancabili blast-beat. Quasi posseduti, i Dark Funeral irrompono nei nostri cervelli per radere al suolo ogni difesa, intonando il demonio nelle vocals di Lord Ahriman. “An Apprentice Of Satan” e la storica “The Secrets Of The Black Arts” sono solo due delle highlight della parata infernale consumata questo venerdì. Puntuale come la morte arriva anche “Vobiscum Sathanas”, resa ancor più offensiva dalle chitarre assolutamente monolitiche che per tutto il concerto hanno martoriato gli astanti. Immaginate cosa siano state le melodie sinistre e l’esplosione furiosa del finale. Ovviamente non si poteva fare a meno di fare i simpatici con il pubblico italiano, dunque via ai saluti e ai ringraziamenti nella nostra lingua. Se pensate alle solite bestemmie siete fuori strada, i Dark Funeral vogliono essere più originali, infatti l’unica parola che sanno pronunciare perfettamente in italiano è “pompino”, chissà perché…e su questo amletico dubbio, risolvibilissimo con le leggende metropolitane sui backstage selvaggi della band, chiudiamo il sipario su un’esibizione che ha regalato davvero molte emozioni. The dark age has arrived…

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