Live report e foto a cura di Alessandro Corno
DARK QUARTERER
La campana ha suonato da poco le dieci quando i Dark Quarterer danno inizio allo show sulle note di “Wanderning In The Dark”, opener dell’ultimo spettacolare “Symbols”, album che questa sera verrà eseguito interamente. Le note scorrono fluide e spontanee dalle mai dei quattro musicisti, i quali sentono di trovarsi di fronte ad una grande occasione e forse per questo mostrano un tantino di tensione nei primi minuti. L’esecuzione è ad ogni modo di altissimo livello, con Gianni ovviamente al centro del palco e dell’attenzione, perfetto sia nella sua performance canora che al basso. Il concerto è molto curato sia come suoni che come impatto visivo, con la proiezione sul fondo del palco di immagini inerenti i contenuti dei brani. Il resto dell’allestimento è minimale ma è colpo d’occhio del teatro il vero e bellissimo aspetto scenografico. A fine pezzo una lunga pioggia di applausi accompagna il gruppo verso “Ides Of March”, seguita dalla lunghissima “Pyramids Of Skulls”. Il tocco di Paolo è infallibile e anche Francesco Sozzi dà ancora una volta, se ce ne fosse bisogno, prova di essere un grande chitarrista, capace sia di velocissimi soli che farebbero impallidire i molti pseudo virtuosi della Domenica in circolazione, che di passaggi più lenti e carichi di emozione. Molto più tranquillo ma altrettanto fondamentale Francesco Longhi alle tastiere. Il gruppo sta registrando un live che verrà venduto in tutto il mondo dunque a Gianni spetta il compito di introdurre con la sua solita pacatezza ogni brano sia in italiano che in inglese. Comodamente seduti in poltrona ci gustiamo in ogni sua nota “The Blind Church” e “Shadow Of The Night”, perfetti esempi di come l’epic progressive dei quattro toscani abbia oggi raggiunto livelli di raffinatezza e personalità, che parecchi colleghi molto più blasonati manco si sognano. Anche i migliori però a volte sbagliano e complice un caldo insopportabile su “Crazy White Race” Paolo perde una bacchetta ed il gruppo interrompe il brano. Qualche battuta, qualche sorriso e tra gli applausi Gianni precisa con fare scherzoso come questa sera l’errore sia assolutamente vietato. Il pezzo viene dunque ripetuto e alla band spetta una meritata pausa prima del rietro in scena con la storica “Dark Quarterer”. Nella seconda parte dello show il gruppo ripropone brani dai suoi album precedenti e d’obbligo sono “Colossus Of Argil”, anche questa ripetuta per la rottura di una corda della chitarra, e “Retributioner”. Ci si avvia verso la conclusione con le stupende “Lady Scolopendra” e “Deep Wake”, al termine della quale il pubblico si alza dalle poltroncine per una lunga standing ovation che si ripete anche sul finale della conclusiva “Last Song”. Dopo tre intense ore di concerto Gianni ringrazia tutti i presenti, da chi si è fatto chilometri e chilometri per raggiungere il tranquillo paese toscano, tra cui anche degli svedesi, a chi ha contribuito alla riuscita della serata. Complimenti dunque ai Dark Quarterer, una band fiera di essere ancora un gruppo underground e per questo libera di esprimersi artisticamente come meglio crede. Un applauso anche a chi crede in loro come Giuliano Mazzardi della My Graveyard e il manager Gino Sozzi, il vero organizzatore e promotore di questo bellissimo evento. Ora aspettiamo il live DVD, la cui uscita è prevista per inizio dicembre.
SETLIST:
Wandering In The Dark
Ides Of March
Pyramids Of Skulls
The Blind Church
Shadow Of The Night
Crazy White Race
Dark Quarterer
Colossus Of Argil
Retributioner
Lady Scolopendra
Deep Wake
Last Song